Approda anche il Consiglio Comunale, dopo un intenso dibattito sui giornali cittadini, la situazione economica in cui versa l'Accademia Ligustica genovese. A portare all'attenzione della città il bilancio in rosso dell'ente culturale di piazza De Ferrari sono i consiglieri dell'Altra Genova e del Gruppo Misto. I politici puntano il dito contro la decisione del presidente dell'Accademia di far fronte ai debiti vendendo alcuni dipinti della pinacoteca alla Banca Carige. Una questione che sta appassionando il mondo intellettuale genovese che nei giorni scorsi ha pubblicato una lettera per condannare questa iniziativa e invitare enti locali e forze economiche a trovare al più presto una soluzione. Su questo tema ecco cosa ci ha risposto l'assessore alla cultura Andrea Ranieri.
Cosa replica agli intellettuali che hanno firmato una lettera per la sopravvivenza del museo dell'accademiai?
"Secondo me quando gli intellettuali o la gente comune si preoccupa del patrimonio artistico è sempre una buona cosa. Nel caso dell'Accademia però non si dovrebbe perdere di vista la sua funzione fondamentale, che non è quella di essere una pinacoteca, ma un posto dove l’arte si insegna e si formano nuovi artisti e giovani creatori".
Quali sono le cause del debito accumulato negli anni dall'Accademia?
"Alla base dello squilibrio di bilancio c'è il Ministero che ha cessato di finanziare le accademie non statali. Il Comune da solo non è più riuscito a far fronte ai questi trasferimenti che, ricordiamo, da soli coprivano la metà delle spese. Nonostante i tagli al bilancio continuiamo a spendere ogni anno mezzo milione di euro. Nessuno ci può chiedere di fare di più, se si pensa ad altri settori come la scuola e l'assistenza che hanno subito riduzioni persino maggiori".
Cosa ne pensa della proposta di vendere parte dei dipinti alla Carige?
"Non è una idea del Comune. La trattativa con la Fondazione Carige è fatta in prima persona dal presidente dell’Accademia Ligustica e naturalmente vorrei che passasse la formula del comodato d'uso, cioè senza una alienazione definiva. Ma per la Carige è difficile erogare un milione di euro senza mettere a patrimonio i beni".
Cosa risponde a chi è preoccupato per questa operazione finanziaria?
" Che non si tratta dei quadri che sono esposti ma di quadri in magazzino e che da anni non vede nessuno. Naturalmente se l'operazione dovessere realizzarsi chiederemmo garanzie perchè i dipinti non lascino Genova, vengano esposti e resi visibili ai genovesi".
Cosa replica agli intellettuali che hanno firmato una lettera per la sopravvivenza del museo dell'accademiai?
"Secondo me quando gli intellettuali o la gente comune si preoccupa del patrimonio artistico è sempre una buona cosa. Nel caso dell'Accademia però non si dovrebbe perdere di vista la sua funzione fondamentale, che non è quella di essere una pinacoteca, ma un posto dove l’arte si insegna e si formano nuovi artisti e giovani creatori".
Quali sono le cause del debito accumulato negli anni dall'Accademia?
"Alla base dello squilibrio di bilancio c'è il Ministero che ha cessato di finanziare le accademie non statali. Il Comune da solo non è più riuscito a far fronte ai questi trasferimenti che, ricordiamo, da soli coprivano la metà delle spese. Nonostante i tagli al bilancio continuiamo a spendere ogni anno mezzo milione di euro. Nessuno ci può chiedere di fare di più, se si pensa ad altri settori come la scuola e l'assistenza che hanno subito riduzioni persino maggiori".
Cosa ne pensa della proposta di vendere parte dei dipinti alla Carige?
"Non è una idea del Comune. La trattativa con la Fondazione Carige è fatta in prima persona dal presidente dell’Accademia Ligustica e naturalmente vorrei che passasse la formula del comodato d'uso, cioè senza una alienazione definiva. Ma per la Carige è difficile erogare un milione di euro senza mettere a patrimonio i beni".
Cosa risponde a chi è preoccupato per questa operazione finanziaria?
" Che non si tratta dei quadri che sono esposti ma di quadri in magazzino e che da anni non vede nessuno. Naturalmente se l'operazione dovessere realizzarsi chiederemmo garanzie perchè i dipinti non lascino Genova, vengano esposti e resi visibili ai genovesi".