Settimo appuntamento del Caffè Europa:
“A quando la democrazia europea?”

La prudenza dei governi conservatori allontana la soluzione della crisi economica. Cofferati: “Dietro le proteste di piazza la domanda urgente di contromisure immediate che l’Europa non può eludere”.  Eurobond e tassazione delle transazioni finanziarie per tornare a investire in innovazione e ricerca

Testo Alternativo
Settimo appuntamento del "Caffè Europa" ieri sera nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi a Genova. E' ormai una consuetudine, nella nostra città, aprire di tanto in tanto una finestra su Bruxelles e dintorni, organizzando una lunga chiacchierata serale tra gli europarlamentari e i cittadini. L'organizzazione di questo "rendez vous" con l'Europa la si deve al Comune di Genova e al Movimento Federalista Europeo, che dalla fine del secondo conflitto mondiale si batte per il superamento degli attuali stati nazionali e la nascita di una federazione europea e mondiale.  Il titolo dell'incontro è "A quando la democrazia europea?", un tema che richiama l'attuale deficit di partecipazione del parlamento europeo, causato dalla crisi economica in atto, che riserva ogni potere di controllo ai governi nazionali, unici artefici delle decisioni che riguardano i bilanci nazionali e il fondo di solidarietà per i paesi in crisi (Fiscal Control e Meccanismo Europeo di Stabilità).

 Sul palco gli europarlamentari Francesca Balzani, Sergio Cofferati e Oreste Rossi e il professor Antonio Padoa Schioppa dell'Università Statale di Milano, in sala gli studenti di scienze politiche dell’ateneo genovese che hanno sottoposto i relatori ad un fuoco di fila di domande sul destino del vecchio continente. In rappresentanza del sindaco Marco Doria, assente per motivi istituzionali, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale Simone Farello: "Il Comune di Genova rinnova, anche in questo ciclo amministrativo, la collaborazione con il Movimento federalista europeo,  organizzando  temi di confronto sul destino dell'Unione. Crediamo, come Amministrazione, che questo sia quanto mai opportuno in un momento in cui dalle scelte di Bruxelles dipendono i destini delle singole nazioni”.

La parola è poi passata all’europarlamentare Sergio Cofferati: “C'è una discussione molto aspra – ha detto l’ex segretario generale della Cgil –sulle politiche da adottare per uscire dalla crisi economica. Oggi ha prevalso l'orientamento dei governi di centro destra, che hanno  puntato tutto sul rigore, sul contenimento della spesa e la riduzione del debito, azioni pur necessarie ma, se non accompagnate da politiche di investimento tali da stimolare nuova occupazione e far crescere le economie, si rischia di avere gravissime tensioni sociali”. Di fronte agli occhi le immagini degli scontri di piazza dei giorni scorsi: “Le manifestazioni  dell’altro ieri sono state esemplicative della diffusissima sofferenza che c 'è tra i giovani. Poi le azioni violente – ha detto Cofferati -  vanno condannate sempre, la violenza va bandita senza appello sia quella materiale che quella verbale. Dietro, però, c'è una domanda di azioni rapide ed efficaci che l'Europa non può eludere”. 

Sul tanto discusso via libera di Bruxelles agli aiuti per il terremoto dell’Emilia, è poi intervenuta l’europarlamentare Francesca Balzani: “ Mercoledì, nell'assemblea plenaria, si voterà per i fondi dell'alluvione. Siamo riusciti a sbloccare i 670 milioni per il terremoto, a carico del fondo di solidarietà. Da questi finanziamenti Liguria e Toscana riceveranno 18 milioni”.  Queste risorse  serviranno a ricostruire le infrastrutture, ponti e rete idrica. Sul duplice momento di difficoltà, economico e istituzionale,  che attraversa l’Europa, l’europarlamentare conclude così: “ La crisi si amplifica purtroppo su  due livelli .Il primo riguarda le persone, che vedono peggiorare non solo la condizione di vita ma le prospettive future.I giovani hanno difficoltà a trovare qualunque lavoro, non solo quelli adeguati al loro titolo di studio. Il secondo riguarda gli stati europei,che vogliono fare pagare la crisi all'Europa stessa”. Lo scontro, conclude Balzani, è su come distribuire le risorse comunitarie, se nell’agricoltura, nel sociale o nel sostegno all’industria, da qui al 2020. 
genova, 17 novembre 2012
Ultimo aggiornamento: 19/11/2012
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