"Reddito minimo garantito"
Si firma per il nuovo welfare

Nell' eurozona solo Italia e Grecia non hanno introdotto il reddito minimo garantito. Se passa la legge lo Stato pagherà un assegno di 600 euro al mese a inoccupati, disoccupati o precariamente occupati. Grossi: «Non uno strumento di carità ma di dignità»

Testo Alternativo
Come affrontare subito la crisi del welfare? Come aiutare chi non ha o perde il lavoro? Come uscire dal caos creato negli ultimi anni da cassa integrazione, sostegno al reddito, assegni di assistenza, prepensionamenti, pensioni sociali, ecc? A queste domande c'è chi risponde raccogliendo le firme per l'istituzione del "Reddito minimo garantito". Si tratta di una campagna, presentata questa mattina a Palazzo Tursi alla presenza del sindaco Marco Doria e degli eurodeputati Francesca Balzani e Sergio Cofferati, nata intorno ad una proposta di legge di iniziativa popolare che intende introdurre anche nel nostro Paese una garanzia per il reddito per coloro che sono precari, disoccupati e inoccupati, oggi soprattutto giovani, donne e working poor, lavoratori il cui reddito è sotto la soglia della povertà.

«La validità di questa proposta di legge - ha detto il sindaco - è indiscutibile. Questa iniziativa costringe tutta la politica italiana a ragionare su queste questioni, cioè come tenere in piedi un welfare in un sistema fortemente in crisi di trasformazione obbligata. Una iniziativa, puntuale, giusta e nel momento giusto, per questo - ha concluso Marco Doria - come singolo cittadino ho deciso di firmare questa iniziativa legislativa». Non è la prima volta, secondo l'europarlamentare Sergio Cofferati, che si parla di reddito minimo: «Considero - dice l'ex segretario generale della cgil - gli attuali strumenti oggi disponibili inadeguati e qualcuno contraddittorio, penso all'occasione persa di dare un carattere diverso alla cassa integrazione nata per situazioni di crisi temporanee, oggi utilizzata in deroga e quindi senza efficacia economica».

Anche Sergio Cofferati si augura, come Doria, l'introduzione di un nuovo strumento che recuperi le funzioni degli ammortizzatori sociali precedenti. Il modello neoliberista, secondo gli organizzatori, ha indebolito il modello sociale europeo. Si tratta di ridiscutere le basi per un welfare universale che "garantisca misure di sostegno alle persone, per rilanciare politiche di redistribuzione delle ricchezze e mettere al centro del dibattito politico le garanzie, i diritti, le libertà di scelta delle persone". La proposta di legge di iniziativa popolare per il reddito minimo garantito in Italia lanciata a giugno (e che continua a raccogliere adesioni e sostegno) terminerà a dicembre: l’obiettivo minimo è raggiungere almeno 50 mila firme.

«Raccogliere migliaia e migliaia di firme - ha detto Pier Giorgio Grossi del Comitato ligure Reddito minimo garantito - significa dare un segnale politico e sociale importantissimo, sia alla società che alla politica italiana. Ma non solo: questa campagna rende possibile l’opportunità di discutere di reddito e diritti, di parlare alla società, nelle strade, piazze, università, luoghi di lavoro, con i giovani, le donne, i precari, gli studenti. In poche parole, una grande opportunità di comunicazione e iniziativa sociale che dia maggior forza ad una nuova stagione di diritti a partire dal reddito garantito».
Per saperne di più:  www.redditogarantito.it
genova, 21 settembre 2012
Ultimo aggiornamento: 21/09/2012
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