Presentata alla stampa, oggi pomeriggio a Palazzo Tursi, la proposta al Consiglio per l'aggregazione di Amiu e Iren Ambiente. Il sindaco Marco Doria e gli assessori al bilancio e all'ambiente, Francesco Miceli e Italo Porcile, insieme al presidente di Amiu, Marco Castagna, hanno illustrato i punti salienti che caratterizzano l'operazione volta ad assicurare un futuro all'azienda, dotarla di impianti, realizzare un ciclo integrale dei rifiuti, finanziare e completare gli interventi di risanamento ambientale sulla discarica di Scarpino, contenere gli aumenti della Tari.
L'intervento di un partner industriale che apporti capitali e impianti è la condizione perché Amiu possa ottenere una proroga del contratto di servizio oltre il 2020 e attuare il proprio piano industriale, già approvato dal Consiglio Comunale, che costituisce parte integrante dell'accordo.
Variazioni al piano industriale dovranno ottenere il consenso del Comune. L'accordo attribuisce poteri particolari di vigilanza e controllo sulle strategie aziendali e sull'applicazione del contratto di servizio al presidente che è di nomina comunale.
Amiu fino al completamento degli impianti destinerà a investimento anche gli utili che si determineranno.
Sono previsti nuovi impianti per 93 milioni entro il 2020: impianto di smaltimento di Scarpino 3, entro il 2017 per 13 milioni; impianto di trattamento meccanico biologico per 55 milioni entro il 2019; biodigestore per 35 milioni entro il 2020. La nuova impiantistica sarà collocata preferibilmente su aree di proprietà pubblica.
E' previsto che Iren Ambiente acquisisca il 49% di Amiu fino alla concessione della proroga del contratto di servizio. In una seconda fase, sempre attraverso il conferimento in impianti o denaro, acquisirà una partecipazione azionaria non superiore al 69%. Iren non potrà cedere azioni per tutto il periodo del contratto di servizio prorogato cioè sino al 2028. Garantita la permanenza a Genova della sede operativa, legale e direzionale di Amiu.
La società genovese ottiene l'esclusività per la gestione del ciclo integrale dei rifiuti nella città di Genova e in prospettiva nella Città Metropolitana, sviluppando la propria vocazione industriale. Sono esplicitamente garantiti l'occupazione dei lavoratori dipendenti, il rispetto dei contratti nazionali e degli accordi aziendali. Inoltre, entro tre mesi dall'ingresso del partner, saranno regolarizzati i 31 lavoratori precari.
"Si tratta di una proposta industriale che dà un futuro ad Amiu, ai suoi lavoratori e al risanamento ambientale di Scarpino e del Chiaravagna - ha sottolineato il sindaco-. Rafforza la nostra azienda di igiene urbana, crea investimenti sul territorio e garantisce i livelli occupazionali e i contratti di lavoro, oltre all'assunzione dei lavoratori precari. Si tratta di un progetto che ora è definito in tutti i suoi aspetti e che a questo punto può essere valutato dai consiglieri comunali, dai sindacati e da tutti i cittadini. Mi auguro che questa valutazione sia fatta guardando esclusivamente agli interessi della città, di Amiu e del Comune".
L'aggregazione - come hanno spiegato gli amministratori - consente di consolidare una gestione dei rifiuti ispirata al risanamento e al miglioramento ambientale, superando così la fase di emergenza in cui si è trovata Amiu per mancanza di impianti, insufficienti risorse e per la chiusura, a fini della messa in sicurezza, della discarica di Scarpino.
L'accordo prevede un piano di rientro del credito di Amiu verso il Comune per le spese di intervento ambientale sulla discarica. Questi oneri grazie all'aggregazione saranno spalmati su 10 anni. L'aumento della Tari nel 2017, comunque necessario anche per far fronte agli oneri già sopportati per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti in impianti di terzi, potrà essere contenuto in + 6,89%. In mancanza dell'aggregazione, il recupero in un'unica soluzione degli extracosti comporterebbe un appesantimento della Tari 2017 di ben il 46,2 %.
L'assessore Miceli ha annunciato che il Comune destinerà 400.000 mila euro ad un fondo per compensare il carico tariffario delle famiglie numerose e ulteriori 500.000 per agevolazioni alle utenze non domestiche.
"Non approvare questa delibera - conclude Doria - significherebbe creare ad Amiu una situazione catastrofica. Le conseguenze ricadrebbero direttamente sulle tasche dei cittadini genovesi, in quanto l'attuale deficit, causato dallo smaltimento dei rifiuti fuori regione (i cosiddetti extracosti), non potrebbe essere spalmato in un tempo più lungo ma recuperato in soluzioni ravvicinate".
L'intervento di un partner industriale che apporti capitali e impianti è la condizione perché Amiu possa ottenere una proroga del contratto di servizio oltre il 2020 e attuare il proprio piano industriale, già approvato dal Consiglio Comunale, che costituisce parte integrante dell'accordo.
Variazioni al piano industriale dovranno ottenere il consenso del Comune. L'accordo attribuisce poteri particolari di vigilanza e controllo sulle strategie aziendali e sull'applicazione del contratto di servizio al presidente che è di nomina comunale.
Amiu fino al completamento degli impianti destinerà a investimento anche gli utili che si determineranno.
Sono previsti nuovi impianti per 93 milioni entro il 2020: impianto di smaltimento di Scarpino 3, entro il 2017 per 13 milioni; impianto di trattamento meccanico biologico per 55 milioni entro il 2019; biodigestore per 35 milioni entro il 2020. La nuova impiantistica sarà collocata preferibilmente su aree di proprietà pubblica.
E' previsto che Iren Ambiente acquisisca il 49% di Amiu fino alla concessione della proroga del contratto di servizio. In una seconda fase, sempre attraverso il conferimento in impianti o denaro, acquisirà una partecipazione azionaria non superiore al 69%. Iren non potrà cedere azioni per tutto il periodo del contratto di servizio prorogato cioè sino al 2028. Garantita la permanenza a Genova della sede operativa, legale e direzionale di Amiu.
La società genovese ottiene l'esclusività per la gestione del ciclo integrale dei rifiuti nella città di Genova e in prospettiva nella Città Metropolitana, sviluppando la propria vocazione industriale. Sono esplicitamente garantiti l'occupazione dei lavoratori dipendenti, il rispetto dei contratti nazionali e degli accordi aziendali. Inoltre, entro tre mesi dall'ingresso del partner, saranno regolarizzati i 31 lavoratori precari.
"Si tratta di una proposta industriale che dà un futuro ad Amiu, ai suoi lavoratori e al risanamento ambientale di Scarpino e del Chiaravagna - ha sottolineato il sindaco-. Rafforza la nostra azienda di igiene urbana, crea investimenti sul territorio e garantisce i livelli occupazionali e i contratti di lavoro, oltre all'assunzione dei lavoratori precari. Si tratta di un progetto che ora è definito in tutti i suoi aspetti e che a questo punto può essere valutato dai consiglieri comunali, dai sindacati e da tutti i cittadini. Mi auguro che questa valutazione sia fatta guardando esclusivamente agli interessi della città, di Amiu e del Comune".
L'aggregazione - come hanno spiegato gli amministratori - consente di consolidare una gestione dei rifiuti ispirata al risanamento e al miglioramento ambientale, superando così la fase di emergenza in cui si è trovata Amiu per mancanza di impianti, insufficienti risorse e per la chiusura, a fini della messa in sicurezza, della discarica di Scarpino.
L'accordo prevede un piano di rientro del credito di Amiu verso il Comune per le spese di intervento ambientale sulla discarica. Questi oneri grazie all'aggregazione saranno spalmati su 10 anni. L'aumento della Tari nel 2017, comunque necessario anche per far fronte agli oneri già sopportati per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti in impianti di terzi, potrà essere contenuto in + 6,89%. In mancanza dell'aggregazione, il recupero in un'unica soluzione degli extracosti comporterebbe un appesantimento della Tari 2017 di ben il 46,2 %.
L'assessore Miceli ha annunciato che il Comune destinerà 400.000 mila euro ad un fondo per compensare il carico tariffario delle famiglie numerose e ulteriori 500.000 per agevolazioni alle utenze non domestiche.
"Non approvare questa delibera - conclude Doria - significherebbe creare ad Amiu una situazione catastrofica. Le conseguenze ricadrebbero direttamente sulle tasche dei cittadini genovesi, in quanto l'attuale deficit, causato dallo smaltimento dei rifiuti fuori regione (i cosiddetti extracosti), non potrebbe essere spalmato in un tempo più lungo ma recuperato in soluzioni ravvicinate".