L’atteso appuntamento con il tour italiano dell’opera il ragazzo del risciò, commissionata dal National Centre for the Performing Arts (NCPA) di Pechino al compositore Guo Wenjing ed eseguita in prima mondiale a Pechino il 25 giugno 2014, dopo Torino,Milano e Parma approderà a Genova con un’unica replica il 30 settembre, per motivi tecnico organizzativi la replica del primo ottobre non si terrà, per concludersi a Firenze il 4 e 5 ottobre.
“E’ per noi un grande onore ospitare al Carlo Felice di Genova il National Centre for the Performing Arts di Pechino” - ha comunicato il sovrintendente Maurizio Roi, in questi giorni impegnato nella Tournée del Teatro Carlo Felice a Guangzhou – “ La collaborazione tra noi e l’Istituzione cinese è stata molto proficua. Genova è una delle città più importanti per la storia italiana, una città che ha sempre guardato il mondo intero”.
L’opera in due atti, su libretto di Xu Ying e che vede impegnato uno staff di oltre 220 persone, è cantata in cinese con sopratitoli in italiano, ed il suo compositore, Guo Wenjing, mescola abilmente il belcanto con la vocalità cinese: tecniche di composizione occidentale e sonorità tipiche della musica tradizionale, danno vita a una originalissima voce nel panorama dell’opera.
Tratta dall’omonimo romanzo di Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna, il protagonista è Xiangzi, un ragazzo di campagna giunto a Pechino all’inizio del ‘900 in cerca di fortuna.
Il suo obiettivo è avere un risciò tutto suo; tuttavia – nonostante la sua buona volontà e il duro lavoro – la guerra, i rovesci della fortuna e una società dura governata dal denaro, capovolgeranno i suoi progetti. Pechino, la città fa da sfondo non casuale alla storia, vibrando di una vita che pare partecipare alle sofferenze degli umili.
Punto centrale della drammaturgia dell’opera è il rapporto tra Xiangzi e il suo veicolo, con il quale il protagonista intrattiene un legame quasi viscerale: i due si muovono dentro un gigantesco affresco, cupo e senza speranza. Il risciò è simbolo di anelata libertà ed è, nel contempo, giogo crudele: il servo vuole affrancarsi dal proprio padrone ma è, in qualche modo, vinto dall’oggetto del suo sogno. Questo perché, in una società dai rapporti così iniqui, ai più miseri e deboli non è neanche consentito sognare.
L’autore della partitura Guo Wenjing, nato a Sichuan nel 1956, ha studiato presso il Conservatorio di Pechino decidendo, a differenza di altri suoi illustri colleghi quali Tan Dun, Chen Yi o Zhou Long, di vivere e lavorare in Cina.
Tra i suoi lavori spicca Chou Kong Shan (Montagna mesta e desolata), un concerto per flauto cinese di bambù e orchestra, eseguito per la prima volta dall’Orchestra Sinfonica di Göteborg in Svezia con la direzione di Neeme Järvi; Sound from Tibet (2001) per ensemble di strumenti cinesi e occidentali e il Concerto per ehru, il tradizionale violino cinese a due corde, commissione congiunta dell’Orchestra Sinfonica di Singapore e della Radio Bavarese, eseguito anche nell’importante festival di musica contemporanea “Musica Viva” di Monaco. Proprio il gusto per la contaminazione caratterizza il percorso artistico di Wenjing, teso a rinnovare il linguaggio musicale partendo dalla tradizione, ampiamente apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Un appuntamento che segna anche l’interesse del popolo cinese nei confronti del bello e che cerca di mettersi al pari con l’Europa, hanno detto i rappresentanti dell’NCPA, e lo fa realizzando oltre mille spettacoli all’anno, seguiti in particolare da un pubblico giovane. Quella del ragazzo del risciò è una composizione contemporanea che guarda al mondo occidentale.
La Cina è un paese, non privo di contraddizioni, ma attento, vivace e aperto. Un paese dove ci sono ad oggi centinaia di Università con dipartimenti dedicati all’Opera e dove si stanno costruendo circa quaranta centri dedicati alle arti. Un’operazione, quella dell’NCPA, che vuole portare uno scambio nel paese, l’Italia, culla dell’opera e della cultura.
Il cast impegnato sul palco del Carlo Felice vanta la presenza di Han Peng, tenore (nel ruolo di Xiang Zi); Sun Xiuwei, soprano (Hu Niu); Song Yuanming, soprano (Xiao Fuzi); Tian Haojiang, basso (Liu Siye); Sun Li, baritono (Er Qiangzi) e Liang Yufeng, tenore (Sun Paizhang).
L’Orchestra e il Coro China National Centre for the Performing Arts sono diretti da Zhang Guoyong.
Regia e scene di Yi Liming, costumi di A’kuan e luci di Wang Qi.
Informazioni: www.carlofelicegenova.it
“E’ per noi un grande onore ospitare al Carlo Felice di Genova il National Centre for the Performing Arts di Pechino” - ha comunicato il sovrintendente Maurizio Roi, in questi giorni impegnato nella Tournée del Teatro Carlo Felice a Guangzhou – “ La collaborazione tra noi e l’Istituzione cinese è stata molto proficua. Genova è una delle città più importanti per la storia italiana, una città che ha sempre guardato il mondo intero”.
L’opera in due atti, su libretto di Xu Ying e che vede impegnato uno staff di oltre 220 persone, è cantata in cinese con sopratitoli in italiano, ed il suo compositore, Guo Wenjing, mescola abilmente il belcanto con la vocalità cinese: tecniche di composizione occidentale e sonorità tipiche della musica tradizionale, danno vita a una originalissima voce nel panorama dell’opera.
Tratta dall’omonimo romanzo di Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna, il protagonista è Xiangzi, un ragazzo di campagna giunto a Pechino all’inizio del ‘900 in cerca di fortuna.
Il suo obiettivo è avere un risciò tutto suo; tuttavia – nonostante la sua buona volontà e il duro lavoro – la guerra, i rovesci della fortuna e una società dura governata dal denaro, capovolgeranno i suoi progetti. Pechino, la città fa da sfondo non casuale alla storia, vibrando di una vita che pare partecipare alle sofferenze degli umili.
Punto centrale della drammaturgia dell’opera è il rapporto tra Xiangzi e il suo veicolo, con il quale il protagonista intrattiene un legame quasi viscerale: i due si muovono dentro un gigantesco affresco, cupo e senza speranza. Il risciò è simbolo di anelata libertà ed è, nel contempo, giogo crudele: il servo vuole affrancarsi dal proprio padrone ma è, in qualche modo, vinto dall’oggetto del suo sogno. Questo perché, in una società dai rapporti così iniqui, ai più miseri e deboli non è neanche consentito sognare.
L’autore della partitura Guo Wenjing, nato a Sichuan nel 1956, ha studiato presso il Conservatorio di Pechino decidendo, a differenza di altri suoi illustri colleghi quali Tan Dun, Chen Yi o Zhou Long, di vivere e lavorare in Cina.
Tra i suoi lavori spicca Chou Kong Shan (Montagna mesta e desolata), un concerto per flauto cinese di bambù e orchestra, eseguito per la prima volta dall’Orchestra Sinfonica di Göteborg in Svezia con la direzione di Neeme Järvi; Sound from Tibet (2001) per ensemble di strumenti cinesi e occidentali e il Concerto per ehru, il tradizionale violino cinese a due corde, commissione congiunta dell’Orchestra Sinfonica di Singapore e della Radio Bavarese, eseguito anche nell’importante festival di musica contemporanea “Musica Viva” di Monaco. Proprio il gusto per la contaminazione caratterizza il percorso artistico di Wenjing, teso a rinnovare il linguaggio musicale partendo dalla tradizione, ampiamente apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Un appuntamento che segna anche l’interesse del popolo cinese nei confronti del bello e che cerca di mettersi al pari con l’Europa, hanno detto i rappresentanti dell’NCPA, e lo fa realizzando oltre mille spettacoli all’anno, seguiti in particolare da un pubblico giovane. Quella del ragazzo del risciò è una composizione contemporanea che guarda al mondo occidentale.
La Cina è un paese, non privo di contraddizioni, ma attento, vivace e aperto. Un paese dove ci sono ad oggi centinaia di Università con dipartimenti dedicati all’Opera e dove si stanno costruendo circa quaranta centri dedicati alle arti. Un’operazione, quella dell’NCPA, che vuole portare uno scambio nel paese, l’Italia, culla dell’opera e della cultura.
Il cast impegnato sul palco del Carlo Felice vanta la presenza di Han Peng, tenore (nel ruolo di Xiang Zi); Sun Xiuwei, soprano (Hu Niu); Song Yuanming, soprano (Xiao Fuzi); Tian Haojiang, basso (Liu Siye); Sun Li, baritono (Er Qiangzi) e Liang Yufeng, tenore (Sun Paizhang).
L’Orchestra e il Coro China National Centre for the Performing Arts sono diretti da Zhang Guoyong.
Regia e scene di Yi Liming, costumi di A’kuan e luci di Wang Qi.
Informazioni: www.carlofelicegenova.it