Il Giorno della Memoria che si celebra ogni 27 gennaio, giorno in cui, nel 1945, l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz , è una delle ricorrenze fra le più sentite sul territorio genovese.
Molte le iniziative che vogliono tenere memoria degli orrori dell’Olocausto e delle leggi razziali. Una delle problematiche di oggi certamente è quella di tramandare la memoria alle nuove generazioni . Per questo che molti gruppi o associazioni si adoperano per portare importanti messaggi fra i giovani, anche con linguaggi meno consoni, o che possano in qualche modo sensibilizzare le persone.
Fra le molte iniziative, tutte degne di attenzione, quella del Municipio V Valpolcevera organizzata, il 26 gennaio, in collaborazione con l’associazione Libera-mente, risponde perfettamente a quanto sopra. Infatti, nella sede della Casa della Resistenza, una piccola realtà a Bolzaneto, in via Pastorino,8 densa di documenti e materiali che raccontano storie della Liberazione; storie di donne e ragazzi che ebbero un ruolo significativo soprattutto nella comunicazione con i partigiani; fino ai giorni della resa dei nazisti, della liberazione e alla Costituzione con i suoi valori.
Spazi che hanno accolto uno spettacolo di danza, con la compagnia Shams e le coreografie di Enrica Ricciardi, tratto dal libro “Il tempo di parlare” di Helen Lewis; che narra la storia di una donna sopravvissuta all'Olocausto grazie alla passione per la danza e alla solidarietà segreta di coloro che tra i carnefici non dimenticarono la propria umanità. Amore e perdita, amicizia e tradimento, paura e humour, gioia e disperazione.
Uno sforzo per non dimenticare uno dei più tragici episodi della nostra storia accaduti poco più di settanta anni fa. Un’iniziativa che ha avuto un notevole riscontro da parte del pubblico, con l’intento di trasmettere valori alle nuove generazioni tramite la danza, che è sicuramente una disciplina trainante e sempre aperta a nuovi linguaggi.
Molte le iniziative che vogliono tenere memoria degli orrori dell’Olocausto e delle leggi razziali. Una delle problematiche di oggi certamente è quella di tramandare la memoria alle nuove generazioni . Per questo che molti gruppi o associazioni si adoperano per portare importanti messaggi fra i giovani, anche con linguaggi meno consoni, o che possano in qualche modo sensibilizzare le persone.
Fra le molte iniziative, tutte degne di attenzione, quella del Municipio V Valpolcevera organizzata, il 26 gennaio, in collaborazione con l’associazione Libera-mente, risponde perfettamente a quanto sopra. Infatti, nella sede della Casa della Resistenza, una piccola realtà a Bolzaneto, in via Pastorino,8 densa di documenti e materiali che raccontano storie della Liberazione; storie di donne e ragazzi che ebbero un ruolo significativo soprattutto nella comunicazione con i partigiani; fino ai giorni della resa dei nazisti, della liberazione e alla Costituzione con i suoi valori.
Spazi che hanno accolto uno spettacolo di danza, con la compagnia Shams e le coreografie di Enrica Ricciardi, tratto dal libro “Il tempo di parlare” di Helen Lewis; che narra la storia di una donna sopravvissuta all'Olocausto grazie alla passione per la danza e alla solidarietà segreta di coloro che tra i carnefici non dimenticarono la propria umanità. Amore e perdita, amicizia e tradimento, paura e humour, gioia e disperazione.
Uno sforzo per non dimenticare uno dei più tragici episodi della nostra storia accaduti poco più di settanta anni fa. Un’iniziativa che ha avuto un notevole riscontro da parte del pubblico, con l’intento di trasmettere valori alle nuove generazioni tramite la danza, che è sicuramente una disciplina trainante e sempre aperta a nuovi linguaggi.