Il Corteo si formerà dalle ore 10,30 in piazza della Vittoria, dove confluiranno i partecipanti dalle diverse iniziative in città. La manifestazione istituzionale avrà inizio alle ore 8,30 al cimitero di Staglieno con la deposizione delle corone al monumento dedicato agli Internati e Deportati nei lager Nazisti e nei campi Trento e Trieste, alle 9,15 la deposizione delle corone nel campo caduti Partigiani e la celebrazione della s.s. Messa in suffragio.
Alle 10,45 partirà il corteo da piazza della Vittoria, accompagnato dalle musiche della Filarmonica Sestrese, che raggiungerà il ponte Monumentale di via XX settembre dove, oltre alla deposizione delle corone al Sacrario caduti Partigiani verrà letto l’atto di resa e la motivazione della medaglia d’oro al valor militare della città di Genova.
Il corteo continuerà verso piazza Matteotti fermandosi in largo Pertini per la deposizione di Corone. Alle ore 11,40 è prevista l’orazione commemorativa. Dopo i saluti istituzionali con la presenza del Sindaco Marco Doria, del Presidente della Regione Claudio Burlando e del Commissario Provinciale Piero Fossati prenderanno la parola Gad Lerner e Benedetta Tobagi.
Quella di Genova, può sembrare un’impresa impossibile, ma è quanto hanno fatto i partigiani il 25 aprile 1945.
Erano circa trentamila i tedeschi che presidiavano la città pronti a entrare in azione ad Arenzano, Monte Moro e Portofino. Di fronte allo schieramento nemico, in tutte le zone, le forze partigiane, di gran lunga numericamente inferiori (meno di 5000 uomini) e scarsamente armati, ma al momento della mobilitazione generale, però, agli uomini delle Sap (squadre di azione patriottica) già in forza, si aggiungono un gran numero di cittadini, superiore a qualsiasi aspettativa. Alla sera del 24 aprile , Genova era ancora assediata e isolata dai tedeschi che presidiavano le Alture, e il generale Meinhold, comandante dei tedeschi, minaccia di bombardare la città.
Il Cln (comitato di liberazione nazionale) risponde che in tal caso passerebbe per le armi circa un migliaio di prigionieri catturati. Intanto in altre città cresce l’insurrezione a Torino alle ore 19, Il Cln, appena appreso del passaggio del Po a sud di Mantova da parte degli alleati, dirama un messaggio cifrato che prevede per l’una del 26 aprile l’inizio dell’insurrezione in città.
A Milano alcuni gappisti della III brigata Garibaldi assaltano la caserma della Guardia nazionale repubblicana di Niguarda, presso l’ospedale Maggiore. Ha inizio l’insurrezione nelle fabbriche, prima di tutte la Pirelli.
La lotta si dispiega dalle periferie, verso il centro. Le truppe britanniche e americane varcano il Po, e liberano Modena e La Spezia a Ferrara un’insurrezione popolare ha agevolato l’entrata degli alleati in città. Nella mattina del 25 aprile, a Genova i Partigiani costringono alla resa le truppe tedesche stanziate ad Arenzano.
Un gruppo di studenti universitari e una squadra di “sappisti” conquista la stazione radio sulle alture di Granarolo.
Nel Pomeriggio . A Villa Migone, residenza provvisoria del cardinal Boetto e di monsignor Siri, iniziano le trattative di resa con i tedeschi. Alle 19.30, il generale Meinhold firma la resa. Il testo è sottoscritto anche dal presidente del Cln di Genova, Remo Scappini. Tutte le forze germaniche di terra e di mare alle dipendenze del signor generale Meinhold si arrendono alle forze armate del Corpo volontari della Liguria alla dipendenze del Comando militare per la Liguria. La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo con la consegna delle armi. A Milano, si riunisce il Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia (Clnai) che approva all’unanimità la proclamazione dell’insurrezione generale di tutto il Nord.
Sono istituiti i tribunali di guerra, disciolti i reparti armati fascisti, a cui viene assicurato il trattamento di prigionieri di guerra. Vengono nominate le commissioni di giustizia, i tribunali di guerra e le corti d’assise popolari; e sancita la pena di morte e l’ergastolo per i membri del governo fascista e i gerarchi.
Nel mezzogiorno gli alleati entrano nella città di Parma già sotto il controllo dei partigiani. Tutte le fabbriche del Milanese sono occupate dagli operai in armi, vengono occupate le sedi del Corriere della Sera, della Gazzetta dello sport e del Popolo d’Italia per stampare le edizioni insurrezionali di Unità, Avanti! e Italia libera.
Alle ore 17, Mussolini accompagnato dal maresciallo Graziani è a Milano per patteggiare la resa. Alle 19,30 Mussolini lascia il palazzo della Prefettura di corso Monforte e parte alla volta di Como con il pretesto di un’estrema difesa in Valtellina e nel tentativo di raggiungere la Svizzera, assieme ad alcuni gerarchi e da una scorta di soldati tedeschi che vogliono, però, evitarne l’espatrio. Tutte le maggiori fabbriche di Torino sono presidiate dai lavoratori in armi, nonostante l’ordine degli alleati di soprassedere.
Alle ore 22 circa L’emittente milanese della Repubblica sociale italiana, che fino a poche ore prima trasmetteva il notiziario fascista dell’Italia settentrionale, diffonde questo messaggio: «L’Alto Milanese è liberato dai patrioti italiani! Invitiamo i fratelli dell’Italia libera a volerci comunicare a mezzo della Radio vaticana, di Radio Firenze, Radio Roma, Radio Sardegna e Radio Londra se le nostre trasmissioni sono ricevute».
Poco dopo le 23, Radio Libera Genova annuncia che la maggior parte della città di Genova è stata liberata dai patrioti, i quali ora stanno rastrellando alcune sacche di resistenza, Tutta l’Ossola, la Val Sesia e la zona del lago Maggiore sono in mano ai patrioti. Novara è stata liberata nelle prime ore del pomeriggio.
Il primo agosto 1947 è stata conferita alla città di Genova la Medaglia d'oro al Valor militare.
Il Programma istituzionale propone anche l’incontro di giovedì 24 aprile delle ore 17,00 presso la Provincia di Genova, palazzo Doria Spinola organizzato dal Festival dell’Eccellenza al Femminile in collaborazione con la Provincia stessa; si parlerà della Resistenza dal punto di vista della Storia delle donne.
Molte le voci che si incroceranno nel corso di quest’incontro, giornaliste, storiche, partigiane, pronte a condividere riflessioni e approfondimenti e confrontarsi sui grandi temi della storia facendo emergere il punto di vista delle donne Verrà inoltre proiettato il docu-video “Donne per la libertà – resistenza a Sampierdarena”, la cui realizzazione è stata curata dall’Ufficio Audiovisivi della Provincia di Genova, e sarà esposta una selezione di manifesti e bandiere dell’Udi Genova.
Alle 10,45 partirà il corteo da piazza della Vittoria, accompagnato dalle musiche della Filarmonica Sestrese, che raggiungerà il ponte Monumentale di via XX settembre dove, oltre alla deposizione delle corone al Sacrario caduti Partigiani verrà letto l’atto di resa e la motivazione della medaglia d’oro al valor militare della città di Genova.
Il corteo continuerà verso piazza Matteotti fermandosi in largo Pertini per la deposizione di Corone. Alle ore 11,40 è prevista l’orazione commemorativa. Dopo i saluti istituzionali con la presenza del Sindaco Marco Doria, del Presidente della Regione Claudio Burlando e del Commissario Provinciale Piero Fossati prenderanno la parola Gad Lerner e Benedetta Tobagi.
Quella di Genova, può sembrare un’impresa impossibile, ma è quanto hanno fatto i partigiani il 25 aprile 1945.
Erano circa trentamila i tedeschi che presidiavano la città pronti a entrare in azione ad Arenzano, Monte Moro e Portofino. Di fronte allo schieramento nemico, in tutte le zone, le forze partigiane, di gran lunga numericamente inferiori (meno di 5000 uomini) e scarsamente armati, ma al momento della mobilitazione generale, però, agli uomini delle Sap (squadre di azione patriottica) già in forza, si aggiungono un gran numero di cittadini, superiore a qualsiasi aspettativa. Alla sera del 24 aprile , Genova era ancora assediata e isolata dai tedeschi che presidiavano le Alture, e il generale Meinhold, comandante dei tedeschi, minaccia di bombardare la città.
Il Cln (comitato di liberazione nazionale) risponde che in tal caso passerebbe per le armi circa un migliaio di prigionieri catturati. Intanto in altre città cresce l’insurrezione a Torino alle ore 19, Il Cln, appena appreso del passaggio del Po a sud di Mantova da parte degli alleati, dirama un messaggio cifrato che prevede per l’una del 26 aprile l’inizio dell’insurrezione in città.
A Milano alcuni gappisti della III brigata Garibaldi assaltano la caserma della Guardia nazionale repubblicana di Niguarda, presso l’ospedale Maggiore. Ha inizio l’insurrezione nelle fabbriche, prima di tutte la Pirelli.
La lotta si dispiega dalle periferie, verso il centro. Le truppe britanniche e americane varcano il Po, e liberano Modena e La Spezia a Ferrara un’insurrezione popolare ha agevolato l’entrata degli alleati in città. Nella mattina del 25 aprile, a Genova i Partigiani costringono alla resa le truppe tedesche stanziate ad Arenzano.
Un gruppo di studenti universitari e una squadra di “sappisti” conquista la stazione radio sulle alture di Granarolo.
Nel Pomeriggio . A Villa Migone, residenza provvisoria del cardinal Boetto e di monsignor Siri, iniziano le trattative di resa con i tedeschi. Alle 19.30, il generale Meinhold firma la resa. Il testo è sottoscritto anche dal presidente del Cln di Genova, Remo Scappini. Tutte le forze germaniche di terra e di mare alle dipendenze del signor generale Meinhold si arrendono alle forze armate del Corpo volontari della Liguria alla dipendenze del Comando militare per la Liguria. La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo con la consegna delle armi. A Milano, si riunisce il Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia (Clnai) che approva all’unanimità la proclamazione dell’insurrezione generale di tutto il Nord.
Sono istituiti i tribunali di guerra, disciolti i reparti armati fascisti, a cui viene assicurato il trattamento di prigionieri di guerra. Vengono nominate le commissioni di giustizia, i tribunali di guerra e le corti d’assise popolari; e sancita la pena di morte e l’ergastolo per i membri del governo fascista e i gerarchi.
Nel mezzogiorno gli alleati entrano nella città di Parma già sotto il controllo dei partigiani. Tutte le fabbriche del Milanese sono occupate dagli operai in armi, vengono occupate le sedi del Corriere della Sera, della Gazzetta dello sport e del Popolo d’Italia per stampare le edizioni insurrezionali di Unità, Avanti! e Italia libera.
Alle ore 17, Mussolini accompagnato dal maresciallo Graziani è a Milano per patteggiare la resa. Alle 19,30 Mussolini lascia il palazzo della Prefettura di corso Monforte e parte alla volta di Como con il pretesto di un’estrema difesa in Valtellina e nel tentativo di raggiungere la Svizzera, assieme ad alcuni gerarchi e da una scorta di soldati tedeschi che vogliono, però, evitarne l’espatrio. Tutte le maggiori fabbriche di Torino sono presidiate dai lavoratori in armi, nonostante l’ordine degli alleati di soprassedere.
Alle ore 22 circa L’emittente milanese della Repubblica sociale italiana, che fino a poche ore prima trasmetteva il notiziario fascista dell’Italia settentrionale, diffonde questo messaggio: «L’Alto Milanese è liberato dai patrioti italiani! Invitiamo i fratelli dell’Italia libera a volerci comunicare a mezzo della Radio vaticana, di Radio Firenze, Radio Roma, Radio Sardegna e Radio Londra se le nostre trasmissioni sono ricevute».
Poco dopo le 23, Radio Libera Genova annuncia che la maggior parte della città di Genova è stata liberata dai patrioti, i quali ora stanno rastrellando alcune sacche di resistenza, Tutta l’Ossola, la Val Sesia e la zona del lago Maggiore sono in mano ai patrioti. Novara è stata liberata nelle prime ore del pomeriggio.
Il primo agosto 1947 è stata conferita alla città di Genova la Medaglia d'oro al Valor militare.
Il Programma istituzionale propone anche l’incontro di giovedì 24 aprile delle ore 17,00 presso la Provincia di Genova, palazzo Doria Spinola organizzato dal Festival dell’Eccellenza al Femminile in collaborazione con la Provincia stessa; si parlerà della Resistenza dal punto di vista della Storia delle donne.
Molte le voci che si incroceranno nel corso di quest’incontro, giornaliste, storiche, partigiane, pronte a condividere riflessioni e approfondimenti e confrontarsi sui grandi temi della storia facendo emergere il punto di vista delle donne Verrà inoltre proiettato il docu-video “Donne per la libertà – resistenza a Sampierdarena”, la cui realizzazione è stata curata dall’Ufficio Audiovisivi della Provincia di Genova, e sarà esposta una selezione di manifesti e bandiere dell’Udi Genova.