Il consiglio comunale inizia con la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata.
Salvatore Caratozzolo (Pd) chiede quali problemi e quali opportunità comporti lo smaltimento della Costa Concordia.
Caratozzolo: non è ancora ufficiale, ma è quasi cosa fatta che la Costa Concordia venga nel nostro porto. Mi complimento con i nostri rappresentanti: autorità portuale, Regione, sindaco. La nave sarà portata nel porto di Pra’, dove saranno smaltiti arredi e suppellettili in modo da consentire un migliore galleggiamento e il successivo trasporto nel porto di Genova. I problemi consistono nel possibile inquinamento, specialmente acustico. È un’opportunità per il ponente genovese, soprattutto per Pra’, portato alla ribalta internazionale.
Risponde l’assessore Giovanni Crivello: il merito è di Genova e del suo porto. Se il lavoro sarà assegnato qua, sarà assegnato all’unico porto idoneo in Italia. Ho partecipato alla conferenza di servizi, delegato dal sindaco. Si tratta ancora di incontri di preparazione. Si parla di lavori per un miliardo di euro, un’occasione importantissima. C’è molta attenzione per le questioni ambientali; stiamo lavorando per il massimo di sinergia tra i vari enti interessati. È certamente un’opportunità importantissima per il porto di Pra’
Risponde l’assessore Francesco Oddone: il lavoro di squadra c’è stato, speriamo che il risultato sia quello sperato. Confermo grande attenzione per le questioni ambientali e in particolare per l’ambiente di Pra’.
L’articolata interrogazione di Andrea Boccaccio (M5S) formula le seguenti domande:
- quanto paga il Comune all’A.s.p. Brignole per l’affitto dell’area “valletta Carbonara”?
- esistono canoni arretrati dovuti dal Comune? Nel caso, a quanto ammontano e in quale posta di bilancio sono ricompresi?
- quando scade il contratto di affitto, ovvero quando cade il primo termine utile per recedere dallo stesso?
Boccaccio: chiedo quale sia l’evoluzione dell’aspetto economico del rapporto con il Brignole, quali siano i canoni previsti, quale la prima scadenza utile per disdire il contratto, quale la situazione dei debiti pregressi.
Risponde il vicesindaco Stefano Bernini: sino alla fine del 2001 esisteva un contratto di locazione, che poi non è stato più rinnovato. Il Comune occupa l’area essenzialmente per il vivaio storico delle felci. Il vivaio Aster, che c’era all’inizio, è stato poi tolto. Il canone d’occupazione, cosa diversa da quello di locazione, concordato riguardava l’intera area, anche la parte occupata da Aster. La parte di canone corrispondente, 38 mila euro, era successivamente attribuito ad Aster. Non ci sono pregressi, non ci sono debiti. Adesso si può giungere a un accordo sull’uso futuro dell’area: mantenendo le felci storiche, possono essere interessati l’università e il Municipio. Si può pensare per esempio a un campus e a orti urbani, anche in collaborazione con l’università. È possibile ora approfittare dell’occasione per una migliore utilizzazione dell’area, anche grazie all’interessamento dell’università.
Mancata sostituzione e/o manutenzione delle scale scorrevoli del cimitero di Staglieno. E’ l’argomento proposto da Lilli Lauro (Pdl).
Lauro: mancano le scale per raggiungere in sicurezza i loculi in alto. Dopo la morte di una persona, il Comune avrebbe dovuto mettere in sicurezza le scale. A che punto è l’operazione?
Risponde l’assessore Elena Fiorini: i vialetti in quella zona non sono pavimentati. Questo non permette di utilizzare le scale a carrello previste dalla norma. Abbiamo completato uno studio complesso e acquisito il parere della sovrintendenza. Il costo dell’intervento, che si prevede in cantiere entro il 2015, è di 170 mila euro. Sono inoltre previste 26 nuove scale per la galleria Sant’Antonino, e 131 in generale per i cimiteri cittadini. Queste sono le soluzioni concrete a cui l’amministrazione ha lavorato.
Quando verrà sistemata la rotatoria nei pressi del pronto soccorso di S. Martino? Lo chiede Franco De Benedictis (Gruppo Misto).
De Benedictis: ci sono zone con il verde ben tenuto e ben curato, altre no. La rotatoria in questione è funzionante. Perché non si pensa ad abbellirla? Si potrebbe affidarne la cura al fiorista che ha il nogozio proprio lì.
Risponde l’assessore Gianni Crivello: un sopralluogo ha evidenziato la necessità di intervenire sul bordo, disancorato dai cordoli. È necessario perciò un intervento di Aster, che purtroppo si ripete periodicamente. Questo ripetersi del guasto comporta la necessità di rivedere la rotonda, di modificarla.
Alfonso Gioia (Udc) vuole conoscere le azioni che l’amministrazione vuole adottare per valorizzare tratti importanti del litorale genovese.
Gioia: mi riferisco alle spiagge libere, alla rimozione dei detriti, necessaria per consentire l’uso delle spiagge ai cittadini. Chiedo inoltre all’assessore che cosa si sia fatto per la prevista installazione di “acqua del bronzino” refrigerata sulle spiagge, perché poi non se ne sia fatto nulla. Quanto è costata l’iniziativa poi abortita?
Risponde l’assessore Valeria Garotta: grazie all’impegno del mio assessorato, si è ottenuta la balneazione sul litorale di Voltri. Nelle prossime settimane dovrebbe essere completato il rifacimento della spiaggia da parte dell’autorità portuale. A Vesima a fine stagione potrà partire il secondo lotto di lavori, che realizzerà un’opera di protezione. Intanto si sta intervenendo sulle varie spiagge, in particolare su quelle del Levante e del Medio levante. Abbiamo presentato i nuovi piani tariffari, che hanno l’obiettivo di incrementare il numero di cittadini genovesi che accedono ai nostri stabilimenti, in particolare Scogliera e San Nazaro. Questo è lo sforzo nell’immediato. In prospettiva ci sono ulteriori riqualificazioni, che saranno attuate previa ricerca dei fondi.
Gianni Vassallo (Pd) chiede quali siano le prospettive di produttività e occupazionali di Esaote.
Vassallo: si parla di 37 esuberi e 50 esternalizzazioni. Per il Comune è difficile incidere su questi temi, ma qui la situazione è diversa, perché ci sono gli strumenti: in particolare c’è il protocollo di intesa, che impegna Esaote a consolidare la propria attività presso il polo tecnologico degli Erzelli. In cambio, il Comune si impegnava ad attivare il procedimento per la presentazione di varianti al piano urbanistico. L’approvazione della variante fu rimandata in attesa della firma dell’accordo. La realizzazione della variante è subordinata alla realizzazione di quanto previsto dall’intesa. Gli strumenti dunque ci sono: come si intende utilizzarli?
Risponde l’assessore Francesco Oddone: la situazione è sicuramente preoccupante, per i livelli occupazionali e perché mette a rischio l’intero perimetro industriale, una realtà considerata all’avanguardia anche dal punto di vista delle produzioni. In un settore estremamente dinamico a livello mondiale servono investimenti importanti. Negli anni è stato buono il rapporto con i sindacati, peggiore con l’azienda. I cambi di destinazione d’uso, lo dice l’esperienza, devono essere gestiti con cautela.
Risponde il vicesindaco Stefano Bernini: è stata fatta una variante su quella che era indicata come zona di trasformazione: si è dato un maggiore indice di edificabilità in presenza di un accordo per un aumento dei livelli occupazionali in città. Questo è a tutt’oggi il possibile percorso. Il consiglio ha la possibilità oggettiva di affrontare anche la questione di aree limitrofe. Come ho già sottolineato, i presupposti che hanno dato origine alla variante sono ora in discussione. Vale la pena di proseguire su questa strada se è mantenuto lo stesso vantaggio per la città; altrimenti la questione deve essere rivista.
Il presidente Giorgio Guerello alle 15.05 annuncia la disponibilità della giunta a incontrare i lavoratori di Esaote, che ringrazia per l’ottimo comportamento tenuto in aula, sottolineando che i lavori del consiglio non sono stati minimamente disturbati. Sospende la riunione per convocare la conferenza dei capigruppo.
Chiude il question time un articolo 55 sulla situazione sgombero del centro sociale Buridda.
Il sindaco Marco Doria ha premesso una considerazione sulla generale condizione giovanile nel Paese e nella nostra città. In questa prospettiva generale ha inquadrato il tema particolare delle realtà autogestite. Su questo aspetto l'Amministrazione comunale si è mossa in continuità con l'impostazione della amministrazione precedente condividendola e attribuendole valore. Il sindaco ha richiamato la delibera di Giunta del 2010 che aveva previsto la individuazione di spazi per le quattro realtà autogestite della città: piano superiore del mercato del Pesce al Buridda, uno spazio in area Lagaccio per il Terra di Nessuno, l'immobile demaniale dei magazzini del sale per lo Zapata e uno spazio a Fossato Cicala per il Pinelli. La utilizzazione di un'altra porzione del mercato del pesce era stata prevista in una forma non esclusiva bensì condivisa con altri soggetti e subordinata comunque alla possibilità di trasferimento della struttura commerciale. Nulla era previsto invece, né poteva esserlo, per l'immobile di via Bertani in quanto per quell'edificio era già stata decisa la alienazione. Il successivo protocollo del 2011 sottoscritto con l'Associazione per gli spazi autogestiti si è mosso nella stessa direzione. Gli spazi già liberi del mercato del pesce sono stati messi a disposizione mentre l'amministrazione si è attivata, sulla base dello stesso protocollo, per ottenere una disponibilità temporanea di altre aree in caso di particolari eventi, come il Critical wine, e si è attivata ad esempio nei confronti della Porto Antico per il tendone delle feste.
Il sindaco ha sottolineato che l'Amministrazione comunale ha seguito con onestà e coerenza questo percorso, cercando una interlocuzione non semplice. Forse i risultati non sono stati quelli sperati e, in questo senso, ha condiviso il giudizio espresso da alcuni secondo cui lo sgombero dell'edificio di via Bertani può rappresentare una sconfitta della politica, ma è fuori dubbio che il Comune si sia mosso lungo la linea di confronto e di ricerca delle soluzioni già impostata dalla precedente giunta. Doria ha informato quindi che l'assessore Elena Fiorini, con grande senso di responsabilità, gli ha scritto rimettendo nelle sue mani il mandato di assessore. Il sindaco non ha tuttavia ravvisato nel suo operato alcun motivo specifico da indurlo ad accogliere le dimissioni.
Lo sgombero di via Bertani è avvenuto per effetto di un decreto legittimo della magistratura risalente al 2012, adottato sulla base di una denuncia di privati cittadini. Dal 2012 il sindaco era stato messo al coerente di questo decreto della magistratura.
Dopo lo sgombero - ha proseguito il sindaco - sono accaduti alcuni fatti gravi. È stata assaltata la sede di un partito, il Pd, un atto da condannare, da parte di tutti, senza alcuna giustificazione. Si sono succeduti inoltre attacchi con parole violente contro l'Amministrazione della città. La critica va sempre accettata, non invece le espressioni di violenza verbale. In ultimo, è stato occupato l'edificio della ex scuola Garaventa, una struttura appena resa disponibile a seguito del trasferimento delle scolaresche e destinata ad ospitare servizi e uffici dell'amministrazione, anche per risparmiare risorse pubbliche. Il sindaco ha ribadito la condanna per questa occupazione.
Per quanto riguarda la prospettiva, Doria ha ribadito che l'Amministrazione continuerà a muoversi cercando il dialogo con le realtà giovanili, ciò che richiede però rispetto reciproco.
Di seguito, gli interventi dei consiglieri:
Rixi: non si sono utilizzati metodi violenti per lo sgombero. Le forze dell’ordine sono state in grado di gestire bene la situazione. Mi stupisce che l’amministrazione sia “caduta dalle nuvole” si sapeva che il Buridda sarebbe stato sgomberato. Ma allo sgombero è seguita una nuova occupazione; se ci si fosse mossi per tempo sarebbe stato meglio. Non vedo perché si concedano aree a chi occupa abusivamente, stante – oltretutto - la crisi degli alloggi.
Anzalone: ringrazio le forze dell’ordine che hanno ripristinato la legalità in un luogo dove da molti anni non vigeva più. Ringrazio anche il sindaco e l’assessore Fiorini. Solidarietà al Pd per l’episodio, gravissimo, della sede attaccata. Il fatto che alcuni consiglieri, tra l’altro di maggioranza, abbiano partecipato a un corteo dove si derideva il sindaco è un forte problema politico. Chi non è d’accordo può uscire dalla maggioranza.
Lauro: ho apprezzato il discorso del sindaco, la sua analisi. Ma condannare, e nello stesso tempo, tutelare è contraddittorio. Lei ha condannato l’occupazione del Garaventa ed è contro l’illegalità. Ma nello stesso tempo ha detto “avrei potuto sgomberare il Garaventa”. Tutti vogliamo agevolare i giovani, ma occupare illegalmente non va bene. Come mai due consigliere hanno partecipato a un corteo che attaccava il sindaco? Anche se sono all’opposizione condanno fermamente questo comportamento. Cosa farà il sindaco per liberare la Garaventa? I giovani devono avere spazi, ma non spazi pubblici occupati abusivamente.
Chessa: era forse un problema il centro sociale Buridda? Il problema è la disoccupazione giovanile al 46% e non l’aggregazione che, anzi, è un fatto positivo. Un centro sociale va tenuto in considerazione come antidoto contro la miseria. Il problema è un presidente di banca che ruba. Il problema politico è la capacità di dialogo e il riconoscimento di autonomie dei giovani. Noi di Sel riteniamo necessaria la ripresa del dialogo e ci mettiamo a disposizione per favorirlo.
Musso: sono d’accordo sul fatto che ognuno viva modelli sociali diversi da quelli consolidati nella società attuale. Va bene, che ci siano centri sociali. Ma ci devono essere condizioni: non devono essere lesi i diritti altrui e, in questo caso, ci sono state ripetute violazioni. 9.3 milioni sono stati offerti per l’acquisto del Bertani, solo se fosse stato libero. La mancata vendita è un danno economico che le varie amministrazioni hanno inflitto ai cittadini genovesi. Inoltre, queste organizzazioni non dovrebbero essere finanziate dalla collettività. Infine, il metodo: per l’ennesima volta il Comune ha interpretato più parti in commedia. Dapprima il sindaco ha sostenuto di non sapere nulla, poi la questura ha fatto sapere che il sindaco e l’assessore Fiorini hanno partecipato alla riunione. Ora il problema è: lei, che prima in aula, ha condannato l’occupazione della Garaventa, adesso cosa fa?
Farello: il sindaco ha sottolineato il vero fatto che è successo. Si è interrotto un percorso di dialogo. E il dialogo ha dei costi. In questi due anni il percorso ha collassato, altrimenti non saremmo arrivati ai fatti della settimana scorsa. E’ su questo che l’amministrazione si deve interrogare. Cerchiamo di capire cosa non ha funzionato e cerchiamo di rimettere in moto il percorso. Non è sfoderando adesso i muscoli, sulla questione Garaventa, che si risolve il problema: o ricostruiamo la solidarietà tra le articolazioni dello Stato e le istituzioni o non si risolve il problema. Ci vuole un’assunzione di responsabilità più forte. Non giova a nessuno un atteggiamento militare, ma non serve nemmeno collocare le scelte di percorsi difficili fuori dalle istituzioni. Quando si entra nelle istituzioni democratiche, ci si assumono responsabilità.
Pignone: parole chiave: dialogo, confronto, politica. Politica è stare nelle situazioni, essere presenti nelle piazze anche perché si ha un ruolo istituzionale. Mantenere un dialogo con la comunità di San Benedetto e Arci, non è un atto rivoluzionario. Respingo gli attacchi di Lilli Lauro: la nostra lista è stata protagonista di ripresa di quel dialogo interrotto, per la gestione degli spazi. Qualunque atto violento va deprecato,ma bisogna riaprire il dialogo per venire incontro ai giovani, creando un’alternativa alla movida del bere, che coinvolge anche il centro storico.
Putti: mi scuso perché, come politico di questa città, avrei dovuto parlare con quei ragazzi per confrontarmi. Noi adulti, lasciamo pochissimo spazi ai giovani. Ci sono tante attività dentro al Buridda, ne abbiamo parlato pochissimo. Ho sentito parlare di soldi che abbiamo fatto perdere. Sprechiamo moltissimi soldi pubblici: forte Begato, Vaillant Palace, per esempio. L’unica cosa che annoto è che la giunta non doveva dire: “io non sapevo”. Occorre assumersi le colpe, e fare di tutto per ricostruire quel dialogo che si è interrotto.
Baroni: ci sono centinaia di luoghi di aggregazione nella nostra città, che non occupano spazi e non rompono le vetrine. Vi prego di ricordare che quando si dice “giovani, sociale, aggregazioni”, bisogna considerare quelli che non fanno notizia, perché si comportano bene. Quando si assegnano spazi pubblici, bisogna fare gare d’appalto. Bisogna favorire l’aggregazione dei giovani, ma nella legalità.
Si passa poi alla discussione dell’ordine del giorno, che prevede due delibere di giunta:
- Approvazione dello schema di convenzione per l’affidamento del servizio di tesoreria per il Comune di Genova. Periodo 2015/2019.
Il documento viene approvato con 28 favorevoli e 8 astenuti (M5S e Lista Musso). Viene anche concessa l’immediata eseguibilità, con voto unanime.
- Conferma di richieste di acquisizione di beni demaniali di cui alla delibera di consiglio comunale n. 70/2013 e successive modifiche ed integrazioni.
L’approvazione arriva con 33 voti favorevoli e 3 astenuti (Lista Musso). Concessa anche l’immediata eseguibilità, con voto unanime.
Vengono poi approvati i verbali delle sedute del consiglio comunale dal 3/12/2013 all’8/4/2014.
Chiude i lavori una discussione sulla situazione di Scarpino.
Assessore Valeria Garotta: attendiamo entro stasera la relazione della Protezione Civile, dalla quale scaturiranno le successive decisioni. I dati topografici raccolti da Amiu in questi giorni, confermano che non ci sono spostamenti di rifiuti all’interno della discarica. Domani ci sarà un vertice; se la relazione non convincesse la Provincia a far riaprire la discarica, il sindaco ed io faremo la nostra parte, anche ricorrendo ad una eventuale ordinanza. Abbiamo tenuto volutamente i toni bassi, ma in questi mesi non abbiamo mai perso di vista il percorso strategico per realizzare il ciclo dei rifiuti che abbiamo in mente, e che ci porterà ad usare Scarpino come una discarica di servizio. Nei prossimi mesi estenderemo la raccolta dell’organico a tutta la città. Amiu sta progettando un bio digestore. Abbiamo affidato uno studio di un macchinario per il trattamento spinto dei rifiuti. Il cda di Amiu è in riunione per deliberare la realizzazione dell’impianto per il trattamento secco/umido.
Rixi: Scarpino è un disastro annunciato: dal 1998, dopo la chiusura di Scarpino 1, nulla è stato fatto. Da almeno 10 anni, Amiu e Comune sapevano che era necessario prendere provvdimenti. Siamo una delle città con il più basso tasso di differenziata.
Gioia: i vertici di Amiu hanno presentato le dimissioni? Qualora non lo avessero fatto, l’amministrazione le chiederà, per loro incapacità manifesta?
Lauro: se la Provincia non darà il consenso alla riapertura, il sindaco emetterà un’ordinanza. Ma anche se la Provincia riaprirà Scarpino, cosa succederà? Il problema non è riaprire per qualche mese, ma avere un progetto.
Pignone: credo che stiamo vivendo un “già visto”, un effetto Napoli. Un’emergenza che si potrebbe trasformare in un incubo. Una discarica già in emergenza che si gestiva come fosse eterna. Se avessimo avviato qualche anno fa il discorso sull’impiantistica, oggi saremmo in una diversa situazione. La discarica è in discussione da un punto di vista strutturale. Allora chiedo alla Protezione Civile l’impegno a predisporre un piano di evacuazione della città, nell’eventualità gravissima che la discarica potesse riversarsi su Sestri
Farello: nella malaugurata ipotesi che Scarpino avesse problemi di agibilità, occorre un piano per affrontare la situazione, e non può essere una deroga. Il consiglio comunale fatica a prendere decisione, ma qualcuna l’abbiamo presa: è giunto il momento di chiedere ad Amiu un piano industriale. Una volta individuate le responsabilità, bisogna risolvere le situazioni. Il Comune deve affrontare anche i problemi dei comuni che conferiscono a Scarpino
Musso: si sono succedute i problemi attraverso le varie amministrazioni. Gli ultimi tre sindaci hanno proposto soluzioni diverse e nessuna di esse è stata portata a termine. La giunta, oggi, fa i conti con un problema di urgenza che prima non c’era.
Pastorino: emergenza gravissima, dobbiamo attrezzarci e informare i cittadini che è necessario differenziare i rifiuti. Avremmo già dovuto farlo.
Putti: è il momento di assumersi le responsabilità ci aspettiamo anche qualche qualche cambio sostanziale da parte di Amiu. Poi bisogna ridurre i materiali conferiti in discarica. Siamo disponibili per informare i cittadini. Ci aspettiamo una posizione netta e forte della giunta sul piano regionale dei rifiuti.
Il consiglio comunale si conclude alle ore 18.54.
Salvatore Caratozzolo (Pd) chiede quali problemi e quali opportunità comporti lo smaltimento della Costa Concordia.
Caratozzolo: non è ancora ufficiale, ma è quasi cosa fatta che la Costa Concordia venga nel nostro porto. Mi complimento con i nostri rappresentanti: autorità portuale, Regione, sindaco. La nave sarà portata nel porto di Pra’, dove saranno smaltiti arredi e suppellettili in modo da consentire un migliore galleggiamento e il successivo trasporto nel porto di Genova. I problemi consistono nel possibile inquinamento, specialmente acustico. È un’opportunità per il ponente genovese, soprattutto per Pra’, portato alla ribalta internazionale.
Risponde l’assessore Giovanni Crivello: il merito è di Genova e del suo porto. Se il lavoro sarà assegnato qua, sarà assegnato all’unico porto idoneo in Italia. Ho partecipato alla conferenza di servizi, delegato dal sindaco. Si tratta ancora di incontri di preparazione. Si parla di lavori per un miliardo di euro, un’occasione importantissima. C’è molta attenzione per le questioni ambientali; stiamo lavorando per il massimo di sinergia tra i vari enti interessati. È certamente un’opportunità importantissima per il porto di Pra’
Risponde l’assessore Francesco Oddone: il lavoro di squadra c’è stato, speriamo che il risultato sia quello sperato. Confermo grande attenzione per le questioni ambientali e in particolare per l’ambiente di Pra’.
L’articolata interrogazione di Andrea Boccaccio (M5S) formula le seguenti domande:
- quanto paga il Comune all’A.s.p. Brignole per l’affitto dell’area “valletta Carbonara”?
- esistono canoni arretrati dovuti dal Comune? Nel caso, a quanto ammontano e in quale posta di bilancio sono ricompresi?
- quando scade il contratto di affitto, ovvero quando cade il primo termine utile per recedere dallo stesso?
Boccaccio: chiedo quale sia l’evoluzione dell’aspetto economico del rapporto con il Brignole, quali siano i canoni previsti, quale la prima scadenza utile per disdire il contratto, quale la situazione dei debiti pregressi.
Risponde il vicesindaco Stefano Bernini: sino alla fine del 2001 esisteva un contratto di locazione, che poi non è stato più rinnovato. Il Comune occupa l’area essenzialmente per il vivaio storico delle felci. Il vivaio Aster, che c’era all’inizio, è stato poi tolto. Il canone d’occupazione, cosa diversa da quello di locazione, concordato riguardava l’intera area, anche la parte occupata da Aster. La parte di canone corrispondente, 38 mila euro, era successivamente attribuito ad Aster. Non ci sono pregressi, non ci sono debiti. Adesso si può giungere a un accordo sull’uso futuro dell’area: mantenendo le felci storiche, possono essere interessati l’università e il Municipio. Si può pensare per esempio a un campus e a orti urbani, anche in collaborazione con l’università. È possibile ora approfittare dell’occasione per una migliore utilizzazione dell’area, anche grazie all’interessamento dell’università.
Mancata sostituzione e/o manutenzione delle scale scorrevoli del cimitero di Staglieno. E’ l’argomento proposto da Lilli Lauro (Pdl).
Lauro: mancano le scale per raggiungere in sicurezza i loculi in alto. Dopo la morte di una persona, il Comune avrebbe dovuto mettere in sicurezza le scale. A che punto è l’operazione?
Risponde l’assessore Elena Fiorini: i vialetti in quella zona non sono pavimentati. Questo non permette di utilizzare le scale a carrello previste dalla norma. Abbiamo completato uno studio complesso e acquisito il parere della sovrintendenza. Il costo dell’intervento, che si prevede in cantiere entro il 2015, è di 170 mila euro. Sono inoltre previste 26 nuove scale per la galleria Sant’Antonino, e 131 in generale per i cimiteri cittadini. Queste sono le soluzioni concrete a cui l’amministrazione ha lavorato.
Quando verrà sistemata la rotatoria nei pressi del pronto soccorso di S. Martino? Lo chiede Franco De Benedictis (Gruppo Misto).
De Benedictis: ci sono zone con il verde ben tenuto e ben curato, altre no. La rotatoria in questione è funzionante. Perché non si pensa ad abbellirla? Si potrebbe affidarne la cura al fiorista che ha il nogozio proprio lì.
Risponde l’assessore Gianni Crivello: un sopralluogo ha evidenziato la necessità di intervenire sul bordo, disancorato dai cordoli. È necessario perciò un intervento di Aster, che purtroppo si ripete periodicamente. Questo ripetersi del guasto comporta la necessità di rivedere la rotonda, di modificarla.
Alfonso Gioia (Udc) vuole conoscere le azioni che l’amministrazione vuole adottare per valorizzare tratti importanti del litorale genovese.
Gioia: mi riferisco alle spiagge libere, alla rimozione dei detriti, necessaria per consentire l’uso delle spiagge ai cittadini. Chiedo inoltre all’assessore che cosa si sia fatto per la prevista installazione di “acqua del bronzino” refrigerata sulle spiagge, perché poi non se ne sia fatto nulla. Quanto è costata l’iniziativa poi abortita?
Risponde l’assessore Valeria Garotta: grazie all’impegno del mio assessorato, si è ottenuta la balneazione sul litorale di Voltri. Nelle prossime settimane dovrebbe essere completato il rifacimento della spiaggia da parte dell’autorità portuale. A Vesima a fine stagione potrà partire il secondo lotto di lavori, che realizzerà un’opera di protezione. Intanto si sta intervenendo sulle varie spiagge, in particolare su quelle del Levante e del Medio levante. Abbiamo presentato i nuovi piani tariffari, che hanno l’obiettivo di incrementare il numero di cittadini genovesi che accedono ai nostri stabilimenti, in particolare Scogliera e San Nazaro. Questo è lo sforzo nell’immediato. In prospettiva ci sono ulteriori riqualificazioni, che saranno attuate previa ricerca dei fondi.
Gianni Vassallo (Pd) chiede quali siano le prospettive di produttività e occupazionali di Esaote.
Vassallo: si parla di 37 esuberi e 50 esternalizzazioni. Per il Comune è difficile incidere su questi temi, ma qui la situazione è diversa, perché ci sono gli strumenti: in particolare c’è il protocollo di intesa, che impegna Esaote a consolidare la propria attività presso il polo tecnologico degli Erzelli. In cambio, il Comune si impegnava ad attivare il procedimento per la presentazione di varianti al piano urbanistico. L’approvazione della variante fu rimandata in attesa della firma dell’accordo. La realizzazione della variante è subordinata alla realizzazione di quanto previsto dall’intesa. Gli strumenti dunque ci sono: come si intende utilizzarli?
Risponde l’assessore Francesco Oddone: la situazione è sicuramente preoccupante, per i livelli occupazionali e perché mette a rischio l’intero perimetro industriale, una realtà considerata all’avanguardia anche dal punto di vista delle produzioni. In un settore estremamente dinamico a livello mondiale servono investimenti importanti. Negli anni è stato buono il rapporto con i sindacati, peggiore con l’azienda. I cambi di destinazione d’uso, lo dice l’esperienza, devono essere gestiti con cautela.
Risponde il vicesindaco Stefano Bernini: è stata fatta una variante su quella che era indicata come zona di trasformazione: si è dato un maggiore indice di edificabilità in presenza di un accordo per un aumento dei livelli occupazionali in città. Questo è a tutt’oggi il possibile percorso. Il consiglio ha la possibilità oggettiva di affrontare anche la questione di aree limitrofe. Come ho già sottolineato, i presupposti che hanno dato origine alla variante sono ora in discussione. Vale la pena di proseguire su questa strada se è mantenuto lo stesso vantaggio per la città; altrimenti la questione deve essere rivista.
Il presidente Giorgio Guerello alle 15.05 annuncia la disponibilità della giunta a incontrare i lavoratori di Esaote, che ringrazia per l’ottimo comportamento tenuto in aula, sottolineando che i lavori del consiglio non sono stati minimamente disturbati. Sospende la riunione per convocare la conferenza dei capigruppo.
Chiude il question time un articolo 55 sulla situazione sgombero del centro sociale Buridda.
Il sindaco Marco Doria ha premesso una considerazione sulla generale condizione giovanile nel Paese e nella nostra città. In questa prospettiva generale ha inquadrato il tema particolare delle realtà autogestite. Su questo aspetto l'Amministrazione comunale si è mossa in continuità con l'impostazione della amministrazione precedente condividendola e attribuendole valore. Il sindaco ha richiamato la delibera di Giunta del 2010 che aveva previsto la individuazione di spazi per le quattro realtà autogestite della città: piano superiore del mercato del Pesce al Buridda, uno spazio in area Lagaccio per il Terra di Nessuno, l'immobile demaniale dei magazzini del sale per lo Zapata e uno spazio a Fossato Cicala per il Pinelli. La utilizzazione di un'altra porzione del mercato del pesce era stata prevista in una forma non esclusiva bensì condivisa con altri soggetti e subordinata comunque alla possibilità di trasferimento della struttura commerciale. Nulla era previsto invece, né poteva esserlo, per l'immobile di via Bertani in quanto per quell'edificio era già stata decisa la alienazione. Il successivo protocollo del 2011 sottoscritto con l'Associazione per gli spazi autogestiti si è mosso nella stessa direzione. Gli spazi già liberi del mercato del pesce sono stati messi a disposizione mentre l'amministrazione si è attivata, sulla base dello stesso protocollo, per ottenere una disponibilità temporanea di altre aree in caso di particolari eventi, come il Critical wine, e si è attivata ad esempio nei confronti della Porto Antico per il tendone delle feste.
Il sindaco ha sottolineato che l'Amministrazione comunale ha seguito con onestà e coerenza questo percorso, cercando una interlocuzione non semplice. Forse i risultati non sono stati quelli sperati e, in questo senso, ha condiviso il giudizio espresso da alcuni secondo cui lo sgombero dell'edificio di via Bertani può rappresentare una sconfitta della politica, ma è fuori dubbio che il Comune si sia mosso lungo la linea di confronto e di ricerca delle soluzioni già impostata dalla precedente giunta. Doria ha informato quindi che l'assessore Elena Fiorini, con grande senso di responsabilità, gli ha scritto rimettendo nelle sue mani il mandato di assessore. Il sindaco non ha tuttavia ravvisato nel suo operato alcun motivo specifico da indurlo ad accogliere le dimissioni.
Lo sgombero di via Bertani è avvenuto per effetto di un decreto legittimo della magistratura risalente al 2012, adottato sulla base di una denuncia di privati cittadini. Dal 2012 il sindaco era stato messo al coerente di questo decreto della magistratura.
Dopo lo sgombero - ha proseguito il sindaco - sono accaduti alcuni fatti gravi. È stata assaltata la sede di un partito, il Pd, un atto da condannare, da parte di tutti, senza alcuna giustificazione. Si sono succeduti inoltre attacchi con parole violente contro l'Amministrazione della città. La critica va sempre accettata, non invece le espressioni di violenza verbale. In ultimo, è stato occupato l'edificio della ex scuola Garaventa, una struttura appena resa disponibile a seguito del trasferimento delle scolaresche e destinata ad ospitare servizi e uffici dell'amministrazione, anche per risparmiare risorse pubbliche. Il sindaco ha ribadito la condanna per questa occupazione.
Per quanto riguarda la prospettiva, Doria ha ribadito che l'Amministrazione continuerà a muoversi cercando il dialogo con le realtà giovanili, ciò che richiede però rispetto reciproco.
Di seguito, gli interventi dei consiglieri:
Rixi: non si sono utilizzati metodi violenti per lo sgombero. Le forze dell’ordine sono state in grado di gestire bene la situazione. Mi stupisce che l’amministrazione sia “caduta dalle nuvole” si sapeva che il Buridda sarebbe stato sgomberato. Ma allo sgombero è seguita una nuova occupazione; se ci si fosse mossi per tempo sarebbe stato meglio. Non vedo perché si concedano aree a chi occupa abusivamente, stante – oltretutto - la crisi degli alloggi.
Anzalone: ringrazio le forze dell’ordine che hanno ripristinato la legalità in un luogo dove da molti anni non vigeva più. Ringrazio anche il sindaco e l’assessore Fiorini. Solidarietà al Pd per l’episodio, gravissimo, della sede attaccata. Il fatto che alcuni consiglieri, tra l’altro di maggioranza, abbiano partecipato a un corteo dove si derideva il sindaco è un forte problema politico. Chi non è d’accordo può uscire dalla maggioranza.
Lauro: ho apprezzato il discorso del sindaco, la sua analisi. Ma condannare, e nello stesso tempo, tutelare è contraddittorio. Lei ha condannato l’occupazione del Garaventa ed è contro l’illegalità. Ma nello stesso tempo ha detto “avrei potuto sgomberare il Garaventa”. Tutti vogliamo agevolare i giovani, ma occupare illegalmente non va bene. Come mai due consigliere hanno partecipato a un corteo che attaccava il sindaco? Anche se sono all’opposizione condanno fermamente questo comportamento. Cosa farà il sindaco per liberare la Garaventa? I giovani devono avere spazi, ma non spazi pubblici occupati abusivamente.
Chessa: era forse un problema il centro sociale Buridda? Il problema è la disoccupazione giovanile al 46% e non l’aggregazione che, anzi, è un fatto positivo. Un centro sociale va tenuto in considerazione come antidoto contro la miseria. Il problema è un presidente di banca che ruba. Il problema politico è la capacità di dialogo e il riconoscimento di autonomie dei giovani. Noi di Sel riteniamo necessaria la ripresa del dialogo e ci mettiamo a disposizione per favorirlo.
Musso: sono d’accordo sul fatto che ognuno viva modelli sociali diversi da quelli consolidati nella società attuale. Va bene, che ci siano centri sociali. Ma ci devono essere condizioni: non devono essere lesi i diritti altrui e, in questo caso, ci sono state ripetute violazioni. 9.3 milioni sono stati offerti per l’acquisto del Bertani, solo se fosse stato libero. La mancata vendita è un danno economico che le varie amministrazioni hanno inflitto ai cittadini genovesi. Inoltre, queste organizzazioni non dovrebbero essere finanziate dalla collettività. Infine, il metodo: per l’ennesima volta il Comune ha interpretato più parti in commedia. Dapprima il sindaco ha sostenuto di non sapere nulla, poi la questura ha fatto sapere che il sindaco e l’assessore Fiorini hanno partecipato alla riunione. Ora il problema è: lei, che prima in aula, ha condannato l’occupazione della Garaventa, adesso cosa fa?
Farello: il sindaco ha sottolineato il vero fatto che è successo. Si è interrotto un percorso di dialogo. E il dialogo ha dei costi. In questi due anni il percorso ha collassato, altrimenti non saremmo arrivati ai fatti della settimana scorsa. E’ su questo che l’amministrazione si deve interrogare. Cerchiamo di capire cosa non ha funzionato e cerchiamo di rimettere in moto il percorso. Non è sfoderando adesso i muscoli, sulla questione Garaventa, che si risolve il problema: o ricostruiamo la solidarietà tra le articolazioni dello Stato e le istituzioni o non si risolve il problema. Ci vuole un’assunzione di responsabilità più forte. Non giova a nessuno un atteggiamento militare, ma non serve nemmeno collocare le scelte di percorsi difficili fuori dalle istituzioni. Quando si entra nelle istituzioni democratiche, ci si assumono responsabilità.
Pignone: parole chiave: dialogo, confronto, politica. Politica è stare nelle situazioni, essere presenti nelle piazze anche perché si ha un ruolo istituzionale. Mantenere un dialogo con la comunità di San Benedetto e Arci, non è un atto rivoluzionario. Respingo gli attacchi di Lilli Lauro: la nostra lista è stata protagonista di ripresa di quel dialogo interrotto, per la gestione degli spazi. Qualunque atto violento va deprecato,ma bisogna riaprire il dialogo per venire incontro ai giovani, creando un’alternativa alla movida del bere, che coinvolge anche il centro storico.
Putti: mi scuso perché, come politico di questa città, avrei dovuto parlare con quei ragazzi per confrontarmi. Noi adulti, lasciamo pochissimo spazi ai giovani. Ci sono tante attività dentro al Buridda, ne abbiamo parlato pochissimo. Ho sentito parlare di soldi che abbiamo fatto perdere. Sprechiamo moltissimi soldi pubblici: forte Begato, Vaillant Palace, per esempio. L’unica cosa che annoto è che la giunta non doveva dire: “io non sapevo”. Occorre assumersi le colpe, e fare di tutto per ricostruire quel dialogo che si è interrotto.
Baroni: ci sono centinaia di luoghi di aggregazione nella nostra città, che non occupano spazi e non rompono le vetrine. Vi prego di ricordare che quando si dice “giovani, sociale, aggregazioni”, bisogna considerare quelli che non fanno notizia, perché si comportano bene. Quando si assegnano spazi pubblici, bisogna fare gare d’appalto. Bisogna favorire l’aggregazione dei giovani, ma nella legalità.
Si passa poi alla discussione dell’ordine del giorno, che prevede due delibere di giunta:
- Approvazione dello schema di convenzione per l’affidamento del servizio di tesoreria per il Comune di Genova. Periodo 2015/2019.
Il documento viene approvato con 28 favorevoli e 8 astenuti (M5S e Lista Musso). Viene anche concessa l’immediata eseguibilità, con voto unanime.
- Conferma di richieste di acquisizione di beni demaniali di cui alla delibera di consiglio comunale n. 70/2013 e successive modifiche ed integrazioni.
L’approvazione arriva con 33 voti favorevoli e 3 astenuti (Lista Musso). Concessa anche l’immediata eseguibilità, con voto unanime.
Vengono poi approvati i verbali delle sedute del consiglio comunale dal 3/12/2013 all’8/4/2014.
Chiude i lavori una discussione sulla situazione di Scarpino.
Assessore Valeria Garotta: attendiamo entro stasera la relazione della Protezione Civile, dalla quale scaturiranno le successive decisioni. I dati topografici raccolti da Amiu in questi giorni, confermano che non ci sono spostamenti di rifiuti all’interno della discarica. Domani ci sarà un vertice; se la relazione non convincesse la Provincia a far riaprire la discarica, il sindaco ed io faremo la nostra parte, anche ricorrendo ad una eventuale ordinanza. Abbiamo tenuto volutamente i toni bassi, ma in questi mesi non abbiamo mai perso di vista il percorso strategico per realizzare il ciclo dei rifiuti che abbiamo in mente, e che ci porterà ad usare Scarpino come una discarica di servizio. Nei prossimi mesi estenderemo la raccolta dell’organico a tutta la città. Amiu sta progettando un bio digestore. Abbiamo affidato uno studio di un macchinario per il trattamento spinto dei rifiuti. Il cda di Amiu è in riunione per deliberare la realizzazione dell’impianto per il trattamento secco/umido.
Rixi: Scarpino è un disastro annunciato: dal 1998, dopo la chiusura di Scarpino 1, nulla è stato fatto. Da almeno 10 anni, Amiu e Comune sapevano che era necessario prendere provvdimenti. Siamo una delle città con il più basso tasso di differenziata.
Gioia: i vertici di Amiu hanno presentato le dimissioni? Qualora non lo avessero fatto, l’amministrazione le chiederà, per loro incapacità manifesta?
Lauro: se la Provincia non darà il consenso alla riapertura, il sindaco emetterà un’ordinanza. Ma anche se la Provincia riaprirà Scarpino, cosa succederà? Il problema non è riaprire per qualche mese, ma avere un progetto.
Pignone: credo che stiamo vivendo un “già visto”, un effetto Napoli. Un’emergenza che si potrebbe trasformare in un incubo. Una discarica già in emergenza che si gestiva come fosse eterna. Se avessimo avviato qualche anno fa il discorso sull’impiantistica, oggi saremmo in una diversa situazione. La discarica è in discussione da un punto di vista strutturale. Allora chiedo alla Protezione Civile l’impegno a predisporre un piano di evacuazione della città, nell’eventualità gravissima che la discarica potesse riversarsi su Sestri
Farello: nella malaugurata ipotesi che Scarpino avesse problemi di agibilità, occorre un piano per affrontare la situazione, e non può essere una deroga. Il consiglio comunale fatica a prendere decisione, ma qualcuna l’abbiamo presa: è giunto il momento di chiedere ad Amiu un piano industriale. Una volta individuate le responsabilità, bisogna risolvere le situazioni. Il Comune deve affrontare anche i problemi dei comuni che conferiscono a Scarpino
Musso: si sono succedute i problemi attraverso le varie amministrazioni. Gli ultimi tre sindaci hanno proposto soluzioni diverse e nessuna di esse è stata portata a termine. La giunta, oggi, fa i conti con un problema di urgenza che prima non c’era.
Pastorino: emergenza gravissima, dobbiamo attrezzarci e informare i cittadini che è necessario differenziare i rifiuti. Avremmo già dovuto farlo.
Putti: è il momento di assumersi le responsabilità ci aspettiamo anche qualche qualche cambio sostanziale da parte di Amiu. Poi bisogna ridurre i materiali conferiti in discarica. Siamo disponibili per informare i cittadini. Ci aspettiamo una posizione netta e forte della giunta sul piano regionale dei rifiuti.
Il consiglio comunale si conclude alle ore 18.54.