Emergenza freddo. Il piano del Comune per i senza fissa dimora

In funzione una rete gestita da un patto di sussidiarietà per dare ascolto e assistenza a chi vive per strada. Garantiti 365 giorni di accoglienza l’anno con pasti caldi e servizi per l’igiene personale. Con il calo delle temperature sino a 300 posti letto a disposizione 

Testo Alternativo
Da sempre il Comune di Genova è impegnato nell’assistenza dei senza fissa dimora che, dal luglio 2014, si è organizzata intorno a un patto di sussidiarietà con una serie di soggetti del Terzo settore.

Questo patto prevede, per i mesi più freddi, il cosiddetto “Piano inverno”, cioè una particolare attenzione per chi vive agli angoli delle strade, con diverse attività di assistenza diurna e notturna, tra cui un incremento dei posti letto da 200 a quasi 300, oltre a una serie di interventi e servizi che vanno dai pasti consumati in mensa o da asporto, l'igiene personale sino alla distribuzione di beni di uso comune.

Nel biennio 2015/2016, oltre alle richieste dei soggetti seguiti dai servizi sociali, le associazioni hanno assistito centinaia di persone indigenti italiane e straniere, a volte con problemi di dipendenza.

Si va dai 9.100 accessi del Drop-in di vico San Filippo, gestito da Afet Aquilone onlus, ai 13.127 del centro nuovo diurno gestito dall' associazione San Marcellino. In questi ultimi due anni sono state assicurate (ma si tratta di dati in difetto) più di 10.000 docce, 2.575 visite mediche, 1.708 barbe e 135 taglio di capelli, 1.300 servizi di lavanderia, 660 vestiario, 1.050 fornitura intimo e poi ancora mensa e cibi da asporto. L'organizzazione comprende anche la Fondazione Auxilium (capofila ATS), l’Associazione Massoero 2000, la Veneranda Compagnia della Misericordia, il Centro Italiano di Solidarietà Genova e la Croce Rossa.

Nel 2016 il costo complessivo del patto di sussidiarietà, che prevede un co-finaziamento pubblico privato, è stato di 2.968.946 euro, di cui 1.854.725 a carico di Comune di Genova (1.304.725 euro) e Regione Liguria (550.000 euro). Il resto, circa 1.100.000 euro, a carico delle associazioni.
10 gennaio 2017
Ultimo aggiornamento: 10/01/2017
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