Per la sua attività antifascista la città di Genova è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare e all’attività insurrezionale parteciparono, in maniera significativa, anche i vigili urbani del Comune di Genova.
Venerdì 22 aprile, nel cortile di Palazzo Tursi, il comandante della Polizia Municipale, Giacomo Tinella e l’assessore alla Legalità e Diritti, Elena Fiorini, hanno ricordato l’eroico sacrificio dei vigili urbani caduti per combattere l’oppressione nazifascista a Genova.
Sono le 4 del mattino del 24 aprile 1945, quando i vigili urbani della sezione della Maddalena aprono il portone di Palazzo Tursi e distribuiscono le armi ai partigiani. E’ l’inizio dell’insurrezione. Poco dopo, sempre a Palazzo Tursi, il comandante partigiano Vannuccio Faralli, insieme a una squadra di vigili urbani capitanati dal commissario Viola, depongono il podestà Segoni.
«Il Corpo dei vigili urbani è sempre stato – ricorda Giacomo Tinella - anche nelle ore più buie dell’occupazione nazifascista, vicino alla popolazione della città. Nel sistema di protezione antiaerea cittadino, ai vigili urbani era affidato il compito di proteggere la popolazione: aiutare le persone ad accedere ai rifugi antiaerei assicurando il maggior numero di entrate. Proprio espletando questo compito, persero la vita cinque colleghi, vittime delle prime esplosioni. Per questo motivo, l’11 maggio 1950 il Corpo ha avuto, con delibera del Comune di Genova, il riconoscimento al merito civile con assegnazione della medaglia d’argento».
Ma non solo. Attraverso la cooperativa Cristoforo Colombo, costituita dai vigili urbani con lo scopo ufficiale di rifornire di generi alimentari, a prezzo ridotto, gli appartenenti al Corpo, «in realtà – racconta Tinella – il vero compito fu quello di fornire alla cittadinanza sostentamento, assicurando, durante i giorni dell’insurrezione, la sussistenza attraverso le scorte della cooperativa».
Vicini ai cittadini e in prima linea nella lotta di liberazione: organizzarono una rete di spionaggio a favore dei partigiani, in modo da far conoscere a questi ultimi tutte le zone presidiate dai tedeschi e dalla brigate nere, con il dettaglio dei mezzi e degli effettivi a disposizione.
«Questo permise, al momento dell’insurrezione, di conoscere anche i punti in cui erano state messe le mine nel porto di Genova», sottolinea il comandante Tinella.
«La lotta al nazifascismo è stata univoca, trasversale a tutti i livelli della popolazione – ricorda l’assessore Fiorini – tutti uniti nello stesso ideale, sfidando le terribili conseguenze che potevano esserci».
«Ricordare questi eroismi - continua Fiorini - non è un esercizio di retorica. Dal ricordo delle loro azioni dobbiamo trarre la forza per combattere tutti insieme l’oblio civile, il disinteresse per la cosa pubblica, che è il male dei nostri giorni. Le nostre scelte personali devono essere finalizzate verso obiettivi comuni. Occorre riflettere su cosa è stato e lavorare insieme per il bene comune: solo così onoreremo il sacrificio di chi è morto perchè noi fossimo liberi».
Venerdì 22 aprile, nel cortile di Palazzo Tursi, il comandante della Polizia Municipale, Giacomo Tinella e l’assessore alla Legalità e Diritti, Elena Fiorini, hanno ricordato l’eroico sacrificio dei vigili urbani caduti per combattere l’oppressione nazifascista a Genova.
Sono le 4 del mattino del 24 aprile 1945, quando i vigili urbani della sezione della Maddalena aprono il portone di Palazzo Tursi e distribuiscono le armi ai partigiani. E’ l’inizio dell’insurrezione. Poco dopo, sempre a Palazzo Tursi, il comandante partigiano Vannuccio Faralli, insieme a una squadra di vigili urbani capitanati dal commissario Viola, depongono il podestà Segoni.
«Il Corpo dei vigili urbani è sempre stato – ricorda Giacomo Tinella - anche nelle ore più buie dell’occupazione nazifascista, vicino alla popolazione della città. Nel sistema di protezione antiaerea cittadino, ai vigili urbani era affidato il compito di proteggere la popolazione: aiutare le persone ad accedere ai rifugi antiaerei assicurando il maggior numero di entrate. Proprio espletando questo compito, persero la vita cinque colleghi, vittime delle prime esplosioni. Per questo motivo, l’11 maggio 1950 il Corpo ha avuto, con delibera del Comune di Genova, il riconoscimento al merito civile con assegnazione della medaglia d’argento».
Ma non solo. Attraverso la cooperativa Cristoforo Colombo, costituita dai vigili urbani con lo scopo ufficiale di rifornire di generi alimentari, a prezzo ridotto, gli appartenenti al Corpo, «in realtà – racconta Tinella – il vero compito fu quello di fornire alla cittadinanza sostentamento, assicurando, durante i giorni dell’insurrezione, la sussistenza attraverso le scorte della cooperativa».
Vicini ai cittadini e in prima linea nella lotta di liberazione: organizzarono una rete di spionaggio a favore dei partigiani, in modo da far conoscere a questi ultimi tutte le zone presidiate dai tedeschi e dalla brigate nere, con il dettaglio dei mezzi e degli effettivi a disposizione.
«Questo permise, al momento dell’insurrezione, di conoscere anche i punti in cui erano state messe le mine nel porto di Genova», sottolinea il comandante Tinella.
«La lotta al nazifascismo è stata univoca, trasversale a tutti i livelli della popolazione – ricorda l’assessore Fiorini – tutti uniti nello stesso ideale, sfidando le terribili conseguenze che potevano esserci».
«Ricordare questi eroismi - continua Fiorini - non è un esercizio di retorica. Dal ricordo delle loro azioni dobbiamo trarre la forza per combattere tutti insieme l’oblio civile, il disinteresse per la cosa pubblica, che è il male dei nostri giorni. Le nostre scelte personali devono essere finalizzate verso obiettivi comuni. Occorre riflettere su cosa è stato e lavorare insieme per il bene comune: solo così onoreremo il sacrificio di chi è morto perchè noi fossimo liberi».