E’ cominciata la discussione in Consiglio Comunale sulla delibera di ricognizione e di indirizzo per le aziende partecipate. Sulla tribuna del pubblico un folto pubblico sta ascoltando con molta attenzione lo svolgimento degli interventi.
Il Sindaco ha aperto la seduta con una esposizione dettagliata delle ragioni e delle finalità della delibera proposta al Consiglio.
Innanzi tutto, Doria ha ricordato l’approvazione avvenuta ieri notte del bilancio previsionale per l’anno in corso. Un bilancio - ha sottolineato - che può avvalersi dei risparmi per circa 50 milioni realizzati in un anno. “Non potevamo comprimere oltre la spesa – ha affermato – perché sarebbero stati non più risparmi ma tagli dolorosi e insopportabili ai servizi”. “Non ci ha certo fatto piacere dover ricorrere all’Imu – ha aggiunto – ma dobbiamo mantenere un sistema di servizi”.
Tra le poste di bilancio, Doria ha messo in luce in particolare gli impegni per le aziende del Comune: 30 milioni per Amt, 18 milioni per parte corrente e 12 in conto capitale per Aster, 120 milioni di entrate della Tares e destinate ad Amiu. “Uno sforzo importante per mantenere le nostre aziende – ha poi osservato –, compiuto il quale, non possiamo ora tirare il fiato e fermarci, sapendo bene che a Genova abbiamo ormai raggiunto il limite di sopportabilità della pressione fiscale”. In questo senso si colloca la riflessione sulle aziende del Comune.
Il Sindaco ha richiamato il “quadro di incertezza normativa” che riguarda il sistema delle partecipate. “Il Comune, soggetto azionista, è fortemente condizionato dalle norme esistenti e non ha più risorse adeguate”. Per mettere in evidenza la precarietà del quadro legislativo, Doria ha ricordato che nel 2012, all’epoca della elaborazione del suo programma per le elezioni amministrative, la legge imponeva ai Comuni la cessione di quote azionarie. Oggi invece, questo obbligo è stato tolto e questa, per il Sindaco, è una fortuna. Esiste quindi la possibilità di strade diverse. “Non vale più il pensiero unico che imponeva il modello della cessione”. Permangono, tuttavia, norme specifiche per i vari comparti, altre norme sono confuse e contraddittorie ed altre ancora mancano e le continuiamo ad attendere, come ad esempio l’area metropolitana o la legge regionale sugli ambiti di trasporto pubblico locale.
“Dobbiamo considerare il sistema delle nostre aziende in questo quadro di grande fatica, un sistema che comunque n considero un patrimonio della città, assolutamente non da sbaraccare”.
Il Sindaco ha quindi ripercorso i principi regolatori del sistema che la delibera propone. Il primo è la semplificazione del sistema, per evitare la “moltiplicazione delle scatole societarie”, come dimostrano la complessa liquidazione di Ami e quella in corso di Sportingenova.
Secondo criterio è la individuazione dei sei ambiti strategici per la fornitura dei servizi ai cittadini: trasporto e mobilità (Amt e Genova Parcheggi), gas acqua e energia (Fsu), valorizzazione del patrimonio immobiliare (Spim), ciclo integrale dei rifiuti (Amiu), manutenzioni (Aster), sviluppo economico (Fiera, Sviluppo Genova, Filse).
“Tutela del servizio pubblico come bene comune ed equilibrio tra ruolo sociale ed efficienza”: non può esserci attenzione unilaterale ad uno solo di questi elementi.
Doria si è soffermato in particolare sulla volontà “nei limiti del possibile per un Comune”, di salvaguardare l’occupazione ed anzi consentire l’occupazione di giovani.
Le aziende devono inoltre garantire capacità di investimento.
“Si apre oggi una discussione” - ha rimarcato Doria, ricordando che le esemplificazioni contenute nella delibera a proposito delle diverse aziende non costituiscono piani industriali, che invece saranno indispensabili per un esame attento delle scelte da compiere azienda per azienda. “Non ho una prospettiva certa in tasca, si studi un percorso, si valutino i pro e contro di ogni soluzione” – ha detto, ricordando anche che per Amt, Aster e Amiu esistono già accordi sindacali che nessuno rinnega ma che a loro volta richiedono altri passaggi ed anche innovazioni normative.
“Che esista o no questa delibera – ha riassunto il Sindaco – dobbiamo porci l'interrogativo se sia utile oppure no un partner privato” e di conseguenza aprire un confronto. A questo proposito, Doria ha insistito sulla necessità che il confronto con la città e con i lavoratori si svolga rispettando delle regole, senza sovrapporre i piani – il Consiglio comunale, la discussione con lavoratori e cittadini e le trattative con i sindacati – ciascuno dei quali deve tener conto degli altri ma non deve sovrapporsi ad essi perché in questo caso si impedisce un dibattito vero.
“E’ il rischio – ha osservato Doria – che abbiamo corso e contro il quale abbiamo anzi sbattuto in questi giorni”. Attraverso un percorso di confronto, tenendo distinti i diversi piani – ha concluso il primo cittadino – si dovranno invece assumere le decisioni in tempi certi e in modo democratico.
Alla ripresa dei lavori pomeridiani del Consiglio Comunale, riunito per discutere la delibera sulle società partecipate del Comune di Genova, il presidente Giorgio Guerello ha dato lettura di un ordine del giorno che, in base all'art. 17 comma 3 del regolamento consiliare, chiede di rinviare la discussione di detta proposta, numero 55 del 15 luglio 2013, al 10 settembre in un'apposita seduta monotematica. La richiesta di sospensiva è stata votata all'unanimità da tutti i 33 consiglieri presenti.
Sempre nel corso del pomeriggio, il sindaco Marco Doria, il segretaria provinciale di Sel, Antonello Sotgiu, il capogruppo del partito democratico, Simone Farello, il capogruppo della lista Doria, Enrico Pignone, hanno tenuto una conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti sulle delibere approvate in questi ultimi giorni in aula rossa.
Il Sindaco ha aperto la seduta con una esposizione dettagliata delle ragioni e delle finalità della delibera proposta al Consiglio.
Innanzi tutto, Doria ha ricordato l’approvazione avvenuta ieri notte del bilancio previsionale per l’anno in corso. Un bilancio - ha sottolineato - che può avvalersi dei risparmi per circa 50 milioni realizzati in un anno. “Non potevamo comprimere oltre la spesa – ha affermato – perché sarebbero stati non più risparmi ma tagli dolorosi e insopportabili ai servizi”. “Non ci ha certo fatto piacere dover ricorrere all’Imu – ha aggiunto – ma dobbiamo mantenere un sistema di servizi”.
Tra le poste di bilancio, Doria ha messo in luce in particolare gli impegni per le aziende del Comune: 30 milioni per Amt, 18 milioni per parte corrente e 12 in conto capitale per Aster, 120 milioni di entrate della Tares e destinate ad Amiu. “Uno sforzo importante per mantenere le nostre aziende – ha poi osservato –, compiuto il quale, non possiamo ora tirare il fiato e fermarci, sapendo bene che a Genova abbiamo ormai raggiunto il limite di sopportabilità della pressione fiscale”. In questo senso si colloca la riflessione sulle aziende del Comune.
Il Sindaco ha richiamato il “quadro di incertezza normativa” che riguarda il sistema delle partecipate. “Il Comune, soggetto azionista, è fortemente condizionato dalle norme esistenti e non ha più risorse adeguate”. Per mettere in evidenza la precarietà del quadro legislativo, Doria ha ricordato che nel 2012, all’epoca della elaborazione del suo programma per le elezioni amministrative, la legge imponeva ai Comuni la cessione di quote azionarie. Oggi invece, questo obbligo è stato tolto e questa, per il Sindaco, è una fortuna. Esiste quindi la possibilità di strade diverse. “Non vale più il pensiero unico che imponeva il modello della cessione”. Permangono, tuttavia, norme specifiche per i vari comparti, altre norme sono confuse e contraddittorie ed altre ancora mancano e le continuiamo ad attendere, come ad esempio l’area metropolitana o la legge regionale sugli ambiti di trasporto pubblico locale.
“Dobbiamo considerare il sistema delle nostre aziende in questo quadro di grande fatica, un sistema che comunque n considero un patrimonio della città, assolutamente non da sbaraccare”.
Il Sindaco ha quindi ripercorso i principi regolatori del sistema che la delibera propone. Il primo è la semplificazione del sistema, per evitare la “moltiplicazione delle scatole societarie”, come dimostrano la complessa liquidazione di Ami e quella in corso di Sportingenova.
Secondo criterio è la individuazione dei sei ambiti strategici per la fornitura dei servizi ai cittadini: trasporto e mobilità (Amt e Genova Parcheggi), gas acqua e energia (Fsu), valorizzazione del patrimonio immobiliare (Spim), ciclo integrale dei rifiuti (Amiu), manutenzioni (Aster), sviluppo economico (Fiera, Sviluppo Genova, Filse).
“Tutela del servizio pubblico come bene comune ed equilibrio tra ruolo sociale ed efficienza”: non può esserci attenzione unilaterale ad uno solo di questi elementi.
Doria si è soffermato in particolare sulla volontà “nei limiti del possibile per un Comune”, di salvaguardare l’occupazione ed anzi consentire l’occupazione di giovani.
Le aziende devono inoltre garantire capacità di investimento.
“Si apre oggi una discussione” - ha rimarcato Doria, ricordando che le esemplificazioni contenute nella delibera a proposito delle diverse aziende non costituiscono piani industriali, che invece saranno indispensabili per un esame attento delle scelte da compiere azienda per azienda. “Non ho una prospettiva certa in tasca, si studi un percorso, si valutino i pro e contro di ogni soluzione” – ha detto, ricordando anche che per Amt, Aster e Amiu esistono già accordi sindacali che nessuno rinnega ma che a loro volta richiedono altri passaggi ed anche innovazioni normative.
“Che esista o no questa delibera – ha riassunto il Sindaco – dobbiamo porci l'interrogativo se sia utile oppure no un partner privato” e di conseguenza aprire un confronto. A questo proposito, Doria ha insistito sulla necessità che il confronto con la città e con i lavoratori si svolga rispettando delle regole, senza sovrapporre i piani – il Consiglio comunale, la discussione con lavoratori e cittadini e le trattative con i sindacati – ciascuno dei quali deve tener conto degli altri ma non deve sovrapporsi ad essi perché in questo caso si impedisce un dibattito vero.
“E’ il rischio – ha osservato Doria – che abbiamo corso e contro il quale abbiamo anzi sbattuto in questi giorni”. Attraverso un percorso di confronto, tenendo distinti i diversi piani – ha concluso il primo cittadino – si dovranno invece assumere le decisioni in tempi certi e in modo democratico.
Alla ripresa dei lavori pomeridiani del Consiglio Comunale, riunito per discutere la delibera sulle società partecipate del Comune di Genova, il presidente Giorgio Guerello ha dato lettura di un ordine del giorno che, in base all'art. 17 comma 3 del regolamento consiliare, chiede di rinviare la discussione di detta proposta, numero 55 del 15 luglio 2013, al 10 settembre in un'apposita seduta monotematica. La richiesta di sospensiva è stata votata all'unanimità da tutti i 33 consiglieri presenti.
Sempre nel corso del pomeriggio, il sindaco Marco Doria, il segretaria provinciale di Sel, Antonello Sotgiu, il capogruppo del partito democratico, Simone Farello, il capogruppo della lista Doria, Enrico Pignone, hanno tenuto una conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti sulle delibere approvate in questi ultimi giorni in aula rossa.