Frutta snack, Orti in condotta, Bampè… e oltre, Eco-dipendenti, Incomincio…da 3, Meglio a casa, sono alcuni dei titoli, suggestivi, dei 17 progetti presentati mercoledì 11 giugno nel corso dell’iniziativa, promossa da Comune di Genova e Asl 3 genovese insieme a tre Municipi, che si è tenuta nella sala conferenze del museo di Sant’Agostino. Sono intervenuti il sindaco Marco Doria, l’assessore alle scuole e alle politiche giovanili Piero Boero, l’assessore alle politiche socio sanitarie e della casa, Emanuela Fracassi e, per la Asl 3 genovese, il direttore sanitario Ilda Grossi e Piero Iozzia, psichiatra e direttore del decimo distretto socio-sanitario.
Il convegno si inquadra nel progetto "Città Sane", promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per aiutare le città a promuovere la concezione e la consapevolezza della salute pubblica, sviluppare le politiche locali e i programmi sanitari, prevenire e superare minacce e rischi per la salute e anticipare le sfide future in questo campo.
Una città sana è una città dove si sta bene, i cittadini si ammalano di meno e entrano di meno nel circuito della cura. Per raggiungere questo obiettivo - ha sottolineato il sindaco ricordando che, in questo momento storico, le amministrazioni pubbliche vivono oggettivi problemi di risorse decrescenti - è fondamentale un cambiamento nei valori e nello stile di vita. Poiché non torneranno più le “vacche grasse” e, in tempi di “vacche sobrie”, è quanto mai necessario un uso “intelligente” - o, se si preferisce, “smart” - di risorse scarse che non aumenteranno.
Dagli organi internazionali arrivano indicazioni per cambiare i nostri stili di vita - ha proseguito Doria - che incontrano resistenze diffuse che hanno radici nelle nostre abitudini, nella ripetizione di modi di comportarsi per cambiare i quali non bastano le indicazioni dei vertici Ue e Oms ma sono necessari cambiamenti nel modo di pensare di noi cittadini e del modo di vivere. I progetti presentati, alcuni dei quali già in corso, vanno in questa direzione.
Genova fa parte del comitato direttivo nazionale della rete “Città sane”, attiva da 25 anni e oggi punto di riferimento per le strategie dell’Unione europea per il 2020. Le parole chiave del progetto, come ha ricordato l’assessore alle politiche sociali e sanitarie Emanuela Fracassi sono “salute a tutto campo, benessere del singolo come benessere della comunità e ruolo delle città come promotrici di salute”. “Sono molte le sfide – ha sottolineato – innanzitutto la prevenzione, sia delle malattie croniche sia di comportamenti come l’abuso di alcool e il tabagismo. L’attività fisica regolare nella vita quotidiana dei cittadini è un altro tema importante nell’agenda dell’Unione europea da qui al 2020 e, a livello locale, la programmazione urbana dovrebbe favorire modalità di spostamento “intelligenti” come camminare e andare in bicicletta”.
In campo educativo - ha detto l’assessore alla scuola e allo sport Pino Boero - è troppo facile e scontato parlare della vita meno sana delle nuove generazioni e dire che “era meglio una volta”. I progetti presentati sono condotti invece sul piano del dialogo, del non pregiudizio e del mettersi in gioco.
Appuntamento fra un anno – proposto dal sindaco – per verificare, al di là della coerenza con le indicazioni dettate da Ue e Oms, quanti progetti avranno avuto successo e per misurarne i risultati in termini di cittadini coinvolti, comunicazione e capacità di portarli avanti nel tempo.
Il convegno si inquadra nel progetto "Città Sane", promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per aiutare le città a promuovere la concezione e la consapevolezza della salute pubblica, sviluppare le politiche locali e i programmi sanitari, prevenire e superare minacce e rischi per la salute e anticipare le sfide future in questo campo.
Una città sana è una città dove si sta bene, i cittadini si ammalano di meno e entrano di meno nel circuito della cura. Per raggiungere questo obiettivo - ha sottolineato il sindaco ricordando che, in questo momento storico, le amministrazioni pubbliche vivono oggettivi problemi di risorse decrescenti - è fondamentale un cambiamento nei valori e nello stile di vita. Poiché non torneranno più le “vacche grasse” e, in tempi di “vacche sobrie”, è quanto mai necessario un uso “intelligente” - o, se si preferisce, “smart” - di risorse scarse che non aumenteranno.
Dagli organi internazionali arrivano indicazioni per cambiare i nostri stili di vita - ha proseguito Doria - che incontrano resistenze diffuse che hanno radici nelle nostre abitudini, nella ripetizione di modi di comportarsi per cambiare i quali non bastano le indicazioni dei vertici Ue e Oms ma sono necessari cambiamenti nel modo di pensare di noi cittadini e del modo di vivere. I progetti presentati, alcuni dei quali già in corso, vanno in questa direzione.
Genova fa parte del comitato direttivo nazionale della rete “Città sane”, attiva da 25 anni e oggi punto di riferimento per le strategie dell’Unione europea per il 2020. Le parole chiave del progetto, come ha ricordato l’assessore alle politiche sociali e sanitarie Emanuela Fracassi sono “salute a tutto campo, benessere del singolo come benessere della comunità e ruolo delle città come promotrici di salute”. “Sono molte le sfide – ha sottolineato – innanzitutto la prevenzione, sia delle malattie croniche sia di comportamenti come l’abuso di alcool e il tabagismo. L’attività fisica regolare nella vita quotidiana dei cittadini è un altro tema importante nell’agenda dell’Unione europea da qui al 2020 e, a livello locale, la programmazione urbana dovrebbe favorire modalità di spostamento “intelligenti” come camminare e andare in bicicletta”.
In campo educativo - ha detto l’assessore alla scuola e allo sport Pino Boero - è troppo facile e scontato parlare della vita meno sana delle nuove generazioni e dire che “era meglio una volta”. I progetti presentati sono condotti invece sul piano del dialogo, del non pregiudizio e del mettersi in gioco.
Appuntamento fra un anno – proposto dal sindaco – per verificare, al di là della coerenza con le indicazioni dettate da Ue e Oms, quanti progetti avranno avuto successo e per misurarne i risultati in termini di cittadini coinvolti, comunicazione e capacità di portarli avanti nel tempo.