Nuovo regolamento Case
Popolari: lavori in corso

Commissione Welfare per non lasciare fuori dalla porta chi ha bisogno di un alloggio. Ultimo bando Erp: oltre 4.000 domande. A Genova nel 2013 1.164 sfratti di cui 1.087 per morosità. Nuovi strumenti per rispondere al disagio di una fetta sempre più consistente di popolazione

Testo Alternativo
Edilizia residenziale pubblica e regolamento per l'assegnazione delle case popolari. Se ne è parlato oggi in commissione welfare alla presenza dell'assessore alle politiche sociali Emanuela Fracassi e di numerose associazioni. Alla presidente Cristina Lodi il compito di fare il punto dei lavori. La stesura del nuovo regolamento comunale di edilizia residenziale pubblica prende il via, ha detto Lodi, con chi ha collaborato attivamente alla modifica della legge regionale numero 10 del 2004, cioè sindacati, associazioni di categoria e comitati collinari. Proseguirà con l'audizione delle associazioni di padri/madri separati, donne maltrattate o in regime di protezione i senza dimora. Nel dibattito, ha concluso il presidente della commissione welfare, non mancherà un capitolo dedicato a nuovi tipi di assegnazione, come le coabitazioni tra persone anziane, tra padri separati o tra persone a basso reddito.

Stefano Salvetti del SICET (Sindacato inquilini casa e territorio), dopo aver biasimato le politiche abitative dei governi presenti e passati, ricche di parole ma prive di risorse, pone l'accento sulla possibilità, da parte dei comuni, alla luce della nuova legge regionale, di redigere regolamenti più elastici, stilando graduatorie eque e moderne. Si deve tenere conto, oltre alle categorie storiche, delle nuove articolazioni sociali, che vanno dagli emarginati ai precari. Oggi, il sistema assegna un punteggio maggiore ai soggetti più disagiati che, in realtà, non sono in grado di pagare l'affitto, per non parlare delle spese di amministrazione. Si cade nella morosità prima e nello sfratto esegutivo poi, che impedisce di rientrare per 5 anni in graduatoria, creado un problema di non poco conto per i servizi sociali.

Guido Grillo, consigliere del Pdl, si augura che in questo ciclo amministrativo si possa fare tesoro dei fallimenti del passato, affrontando finalmente, con la dovuta gradualità, i problemi della casa per i ceti meno abbienti. Gran parte del "nostro" patrimonio di alloggi resta sfitto, si domanda in conclusione, perché mancano le risorse per le ristrutturazioni, spese che però potrebbero essere sostenute dagli assegnatari, da ammortizzare con le locazioni.

Stefano Anzalone, consigliere del Gruppo Misto, chiede che le nuove regole entrino in vigore già dal prossimo bando previsto per settembre. Il tema delle case è un tema sentito, soprattutto nei quartieri collinari dove si concentra l'edilizia popolare. Per dare delle risposte l'Amministrazione deve potenziare gli uffici amministrativi e il controllo all’abusivismo. Alle situazioni emergenziali, ha concluso, si deve dedicare più attenzione.

Lucio Valerio Padovani, consigliere della Lista Doria, sottolinea che sono necessarie politiche di sostegno al reddito nazionali per consentire ai poveri di mantenere una casa. Chiede anche la reintegrazione del patrimonio abitativo pubblico che nel passato è stato alienato rendendo insufficiente il numero di case che oggi possono essere messe a disposizione degli aventi diritto. Se il patrimonio non basta bisogna agire, ha concluso, sia sulle regole di assegnazione sia sul suo miglior utilizzo.

Cristina Lodi, consigliere del Pd, ricorda che, la soluzione per le persone disagiate o anziane o sole non più in condizione di mantenere una casa, potrebbe andare nella direzione degli alloggi assegnati in condivisione, magari con l’assistenza del Terzo settore. È un modo per ottimizzare gli spazi a disposizione e risolvere le innumerevoli situazioni sospese in attesa di una soluzione.

L’assessore comunale alle Politiche sociali, Emanuela Fracassi, afferma che si deve creare una stretta sinergia tra l’amministrazione e le realtà del Terzo settore. Arrivare in testa alla graduatoria significa avere reddito zero e quindi necessità di un aiuto in denaro. Il problema, come noto, è la ristrettezza del bilancio comunale e quindi il sostegno all’abitare che deve diventare un percorso prioritario di attenzione da condividere con le organizzazioni del Terzo settore, sempre in prima linea contro il dramma del disagio abitativo. Un altro problema è rappresentato dagli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che devono essere costantemente oggetto di manutenzione. Così come vengono lasciati da chi li ha abitati non possono essere assegnati e quindi rimangono chiusi. Stiamo studiando le soluzioni. In questi ultimi 5-6 anni si è investito molto nel recupero di alloggi Erp sfitti e ne sono stati rimessi in circolo circa 800. Dei 267 appartamenti assegnati nell’ultimo anno, 130 sono quelli ristrutturati. Su 9500 alloggi oggi stimiamo che gli appartamenti sfitti siano 300 (150 del Comune e 150 di Arte Genova. Ma solo il 6% è in condizione di essere attribuito. Più di 200 sono in condizioni così critiche che ci vogliono anni per essere rimessi in ordine. Per tornare al tema principale della commissione, cioè il nuovo regolamento, le modifiche alla legge 10 del 2004 della Regione hanno riguardato soprattutto le volture, perché la casa popolare non può essere, come nel passato, tramandata di padre in figlio.  Il tema dell'assitenza ai nonni da parte dei nipoti, pur continuando a far parte delle ipotesi di assegnazione, deve sottostare ad un quadro di regole e controlli severi, sull'esempio di quelli richiesti per l'attribuzione dell'assegno di accompagnamento.

Sono inoltre intervenuti i consiglieri Lauro (Pdl), Boccaccio (M5S), Bartolini ( Lista doria), De Pietro(M5S), Villa (Pd) e i rappresentanti del Coordinamento Comitati Quartieri Collinari, S.U.N.I.A., l'A.P.P.C., l'An.I.A.G. e il Comitato Collinare Quartiere Diamante.
5 maggio 2014
Ultimo aggiornamento: 06/05/2014
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