A San Biagio, piccolo borgo della Valpolcevera, esiste ancora la casa di campagna della famiglia Paganini. Oggi la casa è di proprietà di un privato, ma il Comune ha potuto acquistare il largo, poco distante, che è stato intitolato a Niccolò Paganini e che ospita il monumento commemorativo.
In quella casa, che il musicista definiva “il casinetto di Romairone”, la famiglia Paganini andava a svernare e il padre Antonio coltivava un orto. Nel 1801, quando Niccolò aveva 19 anni, Paganini stesso vi abitò per un periodo e lì si dedicò in particolare allo studio della chitarra. Dopo la morte, avvenuta nel 1840 a Nizza, Paganini fu dichiarato “empio” e, di conseguenza, la sua salma non tumulabile in terra consacrata. Iniziarono così una serie di trasferimenti e vicissitudini lunghe 36 anni e, prima di trovare “casa” nel cimitero di Parma dove si trova tuttora, la salma imbalsamata “sostò” anche per due anni nella cantina della casa di San Biagio.
Il progetto di una stele dedicata a Niccolò Paganini, da collocare a San Biagio, nei pressi dell’unica dimora rimasta a Genova del grande violinista, è stato voluto dal Municipio Valpolcevera sotto la presidenza di Giovanni Crivello, che ne ha poi passato il testimone a Iole Murruni, insieme all’Associazione Amici di Paganini e con la collaborazione di monsignor Luigi Molinari, delegato arcivescovile per la vita sociale ed il mondo del lavoro.
La cerimonia di inaugurazione del monumento e, contemporaneamente, di intitolazione della piazza a Niccolò Paganini, si è svolta domenica 27 ottobre , alle ore 11.15, in via San Biagio di Valpolcevera (all’altezza del civico 59). La scelta della data non è casuale: il 27 ottobre è, infatti, l’anniversario della nascita di Paganini, avvenuta nel 1892.
Il monumento, realizzato da Franco Repetto, scultore genovese e docente presso l’Accademia ligustica di belle arti, si compone di due steli gemelle e speculari, in ardesia e marmo bianco, sovrastate dal modellato del viso del musicista. Il titolo è “Immaginario ritratto di un genio”, quindi non aspettiamoci un ritratto convenzionale delle sembianze. Negli spigoli interni delle steli è ritagliata la sagoma di un violino, attraverso la quale è possibile scorgere la veduta di quella che fu la casa di villeggiatura della famiglia Paganini.
In quella casa, che il musicista definiva “il casinetto di Romairone”, la famiglia Paganini andava a svernare e il padre Antonio coltivava un orto. Nel 1801, quando Niccolò aveva 19 anni, Paganini stesso vi abitò per un periodo e lì si dedicò in particolare allo studio della chitarra. Dopo la morte, avvenuta nel 1840 a Nizza, Paganini fu dichiarato “empio” e, di conseguenza, la sua salma non tumulabile in terra consacrata. Iniziarono così una serie di trasferimenti e vicissitudini lunghe 36 anni e, prima di trovare “casa” nel cimitero di Parma dove si trova tuttora, la salma imbalsamata “sostò” anche per due anni nella cantina della casa di San Biagio.
Il progetto di una stele dedicata a Niccolò Paganini, da collocare a San Biagio, nei pressi dell’unica dimora rimasta a Genova del grande violinista, è stato voluto dal Municipio Valpolcevera sotto la presidenza di Giovanni Crivello, che ne ha poi passato il testimone a Iole Murruni, insieme all’Associazione Amici di Paganini e con la collaborazione di monsignor Luigi Molinari, delegato arcivescovile per la vita sociale ed il mondo del lavoro.
La cerimonia di inaugurazione del monumento e, contemporaneamente, di intitolazione della piazza a Niccolò Paganini, si è svolta domenica 27 ottobre , alle ore 11.15, in via San Biagio di Valpolcevera (all’altezza del civico 59). La scelta della data non è casuale: il 27 ottobre è, infatti, l’anniversario della nascita di Paganini, avvenuta nel 1892.
Il monumento, realizzato da Franco Repetto, scultore genovese e docente presso l’Accademia ligustica di belle arti, si compone di due steli gemelle e speculari, in ardesia e marmo bianco, sovrastate dal modellato del viso del musicista. Il titolo è “Immaginario ritratto di un genio”, quindi non aspettiamoci un ritratto convenzionale delle sembianze. Negli spigoli interni delle steli è ritagliata la sagoma di un violino, attraverso la quale è possibile scorgere la veduta di quella che fu la casa di villeggiatura della famiglia Paganini.