«Genova, nonostante la sua conformazione fisica, è una delle città già fra le più accessibili – dichiara Claudio Puppo, presidente della Consulta regionale per l’handicap – Oggi con il PEBA Genova si dota di uno strumento importante per rendere possibile una programmazione degli interventi. Con la delibera di oggi, Genova si pone tra le primissime città capoluogo di regione e il quarto Comune in Liguria a istituire il gruppo di lavoro per abbattere le barriere architettoniche. Ma la battaglia che portiamo avanti è di riuscire a eliminarle anche dagli spazi privati: un negozio, un palazzo, diventano inaccessibili già con uno scalino di due centimetri».
Il PEBA (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) è uno specifico strumento di gestione e di pianificazione per garantire il diritto alla mobilità alle persone con disabilità e si inserisce nel quadro delle azioni per lo sviluppo sostenibile della città. Per la sua attuazione occorre un percorso partecipato con le associazione di rappresentanza e con la Consulta per l’handicap, in modo da recepire tutte le esigenze.
La legge n. 41 del 1986, integrata dalla l. 104/02, per garantire la piena accessibilità di tutti gli edifici pubblici e degli spazi urbani, imponeva a tutti i comuni italiani di adottare il PEBA entro un anno.
Dopo 30 anni, questa legge non è stata attuata nel 90 per cento dei comuni italiani.
In Liguria, su 235 comuni, solo quattro hanno approvato il PEBA: Genova, Imperia, Triora e Savignone.
Come sottolinea l’assessore ai Diritti e alla Legalità Elena Fiorini: «Il Comune di Genova ha osservato il dettato della legge regionale 15 del 1989, la quale disponeva che i Comuni “devono destinare una quota non inferiore al 10 per cento delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative per le opere, edifici ed impianti esistenti di loro competenza istituendo a tal fine un apposito capitolo di bilancio”. Con questi fondi, negli ultimi tre anni, dal 2013 al 2015, sono state effettuati circa settanta interventi di eliminazione delle barriere architettoniche principalmente in edifici scolastici, in uffici e ascensori pubblici, sui marciapiedi e alle fermate dell’autobus per un totale di oltre un milione e mezzo di euro.E più precisamente: nel 2013 sono stati eseguiti lavori per 680 mila euro, nel 2014 per 588 mila euro, nel 2015 per 442 mila euro e nel 2016, a oggi, sono 360 mila gli euro utilizzati per questo scopo. Inoltre, sempre in tema di mobilità, massima attenzione per i semafori: tutti gli impianti nuovi o sostituiti sono dotati di avvisatori acustici per i non vedenti».
Ma il PEBA permetterà, nei prossimi anni, una mappatura precisa e puntuale dei bisogni «in modo da allocare le risorse al meglio – precisa ancora l’assessore - questo strumento ci permetterà di intervenire su punti problematici e sulle scuole. Vorremmo che in ogni Municipio ci sia almeno una scuola di ogni ordine e grado senza barriere».
La delibera della giunta approvata oggi attua un impegno sollecitato anche dal Consiglio comunale, attraverso una mozione di iniziativa del consigliere Alberto Pandolfo, integrata dal consigliere Guido Grillo e approvata all’unanimità.
Nel Comune di Genova, dal 2011, è in funzione l’ufficio accessibilità, un presidio di garanzia per l’accesso e la mobilità di tutte le persone diversamente abili. L’ufficio pianifica, progetta e finanzia, previo censimento e analisi, le soluzioni più adeguate per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Nel 2014 sono stati approvati i criteri di ripartizione e le linee guida per l’utilizzo dei fondi destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche per opere, edifici e impianti di competenza comunale.
Tutti i progetti di opere pubbliche e gli interventi di urbanizzazione connessi a edilizia privata è sempre richiesto il parere dell’Ufficio accessibilità che lo esprime di concerto con la Consulta Comunale. Già da diversi anni il Comune organizza corsi per tecnici e progettisti con l’intento di creare una “cultura dell’accessibilità” e ha siglato un protocollo di collaborazione con l’Istituto per geometri Michelangelo Buonarroti
Inoltre, sempre in tema di accessibilità, Genova è, da poche settimane, la prima città italiana a ospitare un Mobility Center, progetto nato da un’impresa privata in collaborazione con Porto Antico Spa e la cooperativa Sociale La Cruna, che punta a consentire alle persone disabili o comunque con problemi di mobilità, la visita di una città fatta di molte salite e scalinate che costituiscono evidenti barriere architettoniche.
Il PEBA (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) è uno specifico strumento di gestione e di pianificazione per garantire il diritto alla mobilità alle persone con disabilità e si inserisce nel quadro delle azioni per lo sviluppo sostenibile della città. Per la sua attuazione occorre un percorso partecipato con le associazione di rappresentanza e con la Consulta per l’handicap, in modo da recepire tutte le esigenze.
La legge n. 41 del 1986, integrata dalla l. 104/02, per garantire la piena accessibilità di tutti gli edifici pubblici e degli spazi urbani, imponeva a tutti i comuni italiani di adottare il PEBA entro un anno.
Dopo 30 anni, questa legge non è stata attuata nel 90 per cento dei comuni italiani.
In Liguria, su 235 comuni, solo quattro hanno approvato il PEBA: Genova, Imperia, Triora e Savignone.
Come sottolinea l’assessore ai Diritti e alla Legalità Elena Fiorini: «Il Comune di Genova ha osservato il dettato della legge regionale 15 del 1989, la quale disponeva che i Comuni “devono destinare una quota non inferiore al 10 per cento delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative per le opere, edifici ed impianti esistenti di loro competenza istituendo a tal fine un apposito capitolo di bilancio”. Con questi fondi, negli ultimi tre anni, dal 2013 al 2015, sono state effettuati circa settanta interventi di eliminazione delle barriere architettoniche principalmente in edifici scolastici, in uffici e ascensori pubblici, sui marciapiedi e alle fermate dell’autobus per un totale di oltre un milione e mezzo di euro.E più precisamente: nel 2013 sono stati eseguiti lavori per 680 mila euro, nel 2014 per 588 mila euro, nel 2015 per 442 mila euro e nel 2016, a oggi, sono 360 mila gli euro utilizzati per questo scopo. Inoltre, sempre in tema di mobilità, massima attenzione per i semafori: tutti gli impianti nuovi o sostituiti sono dotati di avvisatori acustici per i non vedenti».
Ma il PEBA permetterà, nei prossimi anni, una mappatura precisa e puntuale dei bisogni «in modo da allocare le risorse al meglio – precisa ancora l’assessore - questo strumento ci permetterà di intervenire su punti problematici e sulle scuole. Vorremmo che in ogni Municipio ci sia almeno una scuola di ogni ordine e grado senza barriere».
La delibera della giunta approvata oggi attua un impegno sollecitato anche dal Consiglio comunale, attraverso una mozione di iniziativa del consigliere Alberto Pandolfo, integrata dal consigliere Guido Grillo e approvata all’unanimità.
Nel Comune di Genova, dal 2011, è in funzione l’ufficio accessibilità, un presidio di garanzia per l’accesso e la mobilità di tutte le persone diversamente abili. L’ufficio pianifica, progetta e finanzia, previo censimento e analisi, le soluzioni più adeguate per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Nel 2014 sono stati approvati i criteri di ripartizione e le linee guida per l’utilizzo dei fondi destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche per opere, edifici e impianti di competenza comunale.
Tutti i progetti di opere pubbliche e gli interventi di urbanizzazione connessi a edilizia privata è sempre richiesto il parere dell’Ufficio accessibilità che lo esprime di concerto con la Consulta Comunale. Già da diversi anni il Comune organizza corsi per tecnici e progettisti con l’intento di creare una “cultura dell’accessibilità” e ha siglato un protocollo di collaborazione con l’Istituto per geometri Michelangelo Buonarroti
Inoltre, sempre in tema di accessibilità, Genova è, da poche settimane, la prima città italiana a ospitare un Mobility Center, progetto nato da un’impresa privata in collaborazione con Porto Antico Spa e la cooperativa Sociale La Cruna, che punta a consentire alle persone disabili o comunque con problemi di mobilità, la visita di una città fatta di molte salite e scalinate che costituiscono evidenti barriere architettoniche.