"Transform": Genova capofila
delle città intelligenti

Tre quarti degli europei vivono nelle aree urbane e consumano il 75% dell'energia. Il progetto "Transform" studia nel dettaglio piani per un suo uso intelligente, dalla riduzione degli sprechi al ricorso a fonti rinnovabili. A Palazzo Ducale due giorni di confronto tra il mondo della ricerca, dell'amministrazione e dell'impresa

Testo Alternativo
Energia, mobilità, edilizia sostenibile. In una parola "Transform", al centro del Convegno Genova Smart Week, uno dei tre progetti lanciati dalla Comunità Europea nel 2011 per realizzare un manuale di buone pratiche in grado di trasformare, dalla governance ai piccoli gesti quotidiani, le città in "smart city", introducendo innovazione, competitività e tecnologie intelligenti.

Genova è all'avanguardia, insieme a un partenariato di aree urbane europee, costituito da Copenaghen Nordhavn, Amburgo IBA Wilhelmsburg, Amsterdam Zuidoost, Lyon Part Dieu, Aspern Seestadt a Vienna, nella creazione di un percorso di miglioramento della sostenibilità ambientale che, partendo dallo studio dei piani strategici di ogni singola realtà urbana, fornisce idee utili su come produrre ambienti intelligenti, a bassa emissione di CO2, ambienti in cui la gente può impiegare le proprie risorse in modo ottimale e godere di una buona qualità della vita, mettendo in pratica, cioè, strategie e azioni concrete che producano autentici miglioramenti su tutti i principali flussi energetici, gli aspetti ambientali, la mobilità urbana, le acque e i rifiuti.

Per la nostra città è un onore, ha detto Paolo Pissarello, vicepresidente esecutivo di Smart City Genova, essere riusciti a risultare tra i vincitori del progetto Transform, che ci rende protagonisti, nella condivisione di buone pratiche amministrative, dell'agenda ambientale dell'Europa in vista del 2020. Parlare di smart city, ha continuato Pissarello, significa imporsi un percorso di decisioni continue, coerenti e importanti, che vanno dalle scelte tecniche, alle scelte della governance delle città, tasselli piccoli e grandi che insieme compongono il complesso mosaico di una città intelligente.

Transform non è uno dei tanti, forse troppi, come è stato detto, convegni sulle innovazioni tecnologiche a disposizione del pubblico, ma si tratta di un momento di riflessione su ciò che è stato fatto nelle città per avvalersi delle innovazioni tecnologiche, in un momento di forti ristrettezze di bilancio e di spending review, che rendono difficile il governo della cosa pubblica e i rapporti con i cittadini.

Bisogna essere in grado di fare la somma di tutti gli strumenti a disposizione, senza tralasciare le potenzialità dei singoli territori, le attitudini produttive, promuovendo la volontà di fare impresa e creando occasioni di lavoro. Smart city significa anche essere capaci di offrire al mondo, in maniera facile e attrattiva, strumenti moderni di comunicazione in grado di veicolare idee, persone e capitali.

Non siamo di fronte, ha detto Pissarello introducendo i lavori, al solito convegno, ma alla riflessione a più voci dei progetti in corso nella nostra e nelle altre aree urbane che compongono Transform, con le luci e le ombre che non mancano mai quando si affronta un progetto europeo, dove occupazione, ricerca, tecnologia, pubblica amministrazione si incrociano e si spera riescano a produrre dei risultati o almeno delle indicazioni affinché le nuove idee e le nuove tecnologie a disposizione siano in grado di mettere insieme la governance e i percorsi di partecipazione.

Il sindaco di Genova, Marco Doria, traccia i momenti peculiari della storia della nostra città, dal Medioevo al recente passato, con porto e industria in crescita continua, le grandi aree sacrificate al progresso, la realizzazione di opere importanti, accompagnate da uno sviluppo urbanistico cieco, che si arrampica su fragili colline e ruba gli alvei ai torrenti. Uno sviluppo disorganico che si è arrestato, per fortuna, alla fine degli anni '60, quando è apparso chiaro che la profezia di una città da un milione di abitanti, non si sarebbe mai realizzata. 
Oggi siamo di fronte, ha continuato Doria, a cambiamenti epocali, climatici, energetici ed economici, tanto che l'idea dell'esistenza di limiti oggettivi nella crescita e nell'uso delle risorse disponibili, è ormai riuscita a imporre nuove riflessioni sui modelli di sviluppo.

Da qui il tema delle smart city, che è giusto accompagnare all'idea di smart community, cioè un uso intelligente e non fideistico delle competenze. L'occasione di questo convegno, ha concluso Doria, ci consente di confrontare problemi ed esperienze, di agire per la creazione di una smart city, dalla mobilità delle persone alla tutela fisica del territorio, dal risparmio energetico al governo del ciclo dei rifiuti, per passare da un modello di accumulo senza fine, a un modello di economia circolare con un riutilizzo intelligente delle materie prodotte. 
18 giugno 2014
Ultimo aggiornamento: 18/06/2014
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