Denise Bonapace, fashion designer di abiti privi di tempo consumistico e Lorenza Daverio, fotografa del mondo dello spettacolo, insieme per una mostra che, attraverso l’intreccio di fili, fotografie e installazioni site-specific, immerge nella contemporaneità le storie del passato raccontate da quadri e sculture della GAM.
Nella mostra Tramare viene proposto il frutto delle ricerche creative delle due artiste, del loro confrontarsi con forme e contenuti delle collezioni esposte nel museo genovese: dal Mediterraneo del primo manifesto dell'Unità d'Italia di Petrus Theodor Tetar Van Elven del 1858, approdano alle acque bronzee su cui galleggia l'Ofelia shakespeariana di Francesco Messina del 1920, attraverso un percorso che tocca le storie di Edward Jenner e la sua scoperta del vaccino contro il vaiolo fissata nel marmo da Giulio Monteverde nel 1878, di David e della sua cetra raccontata da Carlo Filippo Chiaffarino nel 1883, di Deucalione e Pirra nel gesso di Edoardo De Albertis per l'Expo milanese del 1906, della Nena, figlia di Arturo Martini, modellata in terracotta dal padre nel 1932 durante la convalescenza, di Giuliana Mafai ritratta nel 1942 da sua madre Antonietta Raphaël.
Mentre Denise Bonapace, progettista di abiti, tende le sue trame per realizzare intrecci di fili impossibili, proiettati negli ambienti museali, le foto evocative di Lorenza Daverio, impegnata a restituire suggestioni forti dei momenti inscenati da registi e da attori recitanti di copioni drammatici, rivelano i segreti dell’estetica dietro l’apparenza di immagini che bloccano in un istante il fluire della vita e lo rendono eterno.
Fra realtà, mondi teatrali e creatività di segni e di fili, nascono alberi surreali radicati in una distesa d’acqua e di lana azzurra, che tutto sommerge e annulla; rifiuti esausti per il consumismo, come i maglioni che si abbracciano negli intrecci di Denise, diventano una risorsa generosa per un pensiero d’arte che non dimentica chi, uomini, donne, bambini, li ha indossati. Come uno spettacolo di danza, i corpi di “colossi da favola” si contorcono come i Mille risorgenti di Eugenio Baroni, negli scatti di Lorenza. Un drappo di sette simbolici tessuti corrosi da un fuoco distruttivo, diventa una presenza ai piedi della Convalescente di Martini, mentre lunghi capelli “orditi” sembrano davvero fluttuare sotto il pelo dell’acqua bronzea nell’Ofelia di Messina.
Il titolo “Tramare”, rimanda al mare di Nervi su cui si affacciano i collegamenti proposti dai dialoghi intrapresi da Denise e Lorenza, ma ricorda, anche, che pittori dell’Ottocento e del Novecento hanno dipinto sulle trame e sugli orditi più disparati, tessuti con cotone, lino, canapa, juta, tra fili sottili e spessi, lisci e ruvidi.
Tele diverse per ottenere effetti di superfici compatte e smaltate o per far increspare il colore, per drammatizzarlo e muoverne la pellicola, per stemperarlo fino a renderlo di liquida trasparenza.Trame letterarie, storiche, religiose, politiche, leggendarie, indissolubilmente vincolate a intrecci biografici di quotidianità sofferta e gioita, di lavoro e di studio.
Artisti che nella loro vita e nella loro carriera hanno progettato e “tramato per emergere” - in tutti i sensi, sollecitati dall’ umana natura e dalle pressioni di carriere non facili - e hanno concentrato i succhi delle loro narrazioni sulle trame ordite delle loro opere.
In occasione dell’inaugurazione, Chiara Banchetti e Roberto Pierantoni, della Compagnia di danza Deos del Teatro Carlo Felice di Genova, accompagnati dalla chitarra di Fabrizio Fantauzzo, guideranno il pubblico attraverso il percorso della mostra con una performance di teatro-danza.
La mostra è curata da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei e organizzata con il patrocinio di AIAPP - Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio - Sezione Piemonte e Valle d’Aosta.
Orari
da martedì a domenica ore 11 - 17
Ingresso mostra
intero € 6 - ridotto € 5
Info e prenotazioni visite guidate
tel. 010 3726025 - 5574739
biglietteriagam@comune.genova.it
www.museidigenova.it
Nella mostra Tramare viene proposto il frutto delle ricerche creative delle due artiste, del loro confrontarsi con forme e contenuti delle collezioni esposte nel museo genovese: dal Mediterraneo del primo manifesto dell'Unità d'Italia di Petrus Theodor Tetar Van Elven del 1858, approdano alle acque bronzee su cui galleggia l'Ofelia shakespeariana di Francesco Messina del 1920, attraverso un percorso che tocca le storie di Edward Jenner e la sua scoperta del vaccino contro il vaiolo fissata nel marmo da Giulio Monteverde nel 1878, di David e della sua cetra raccontata da Carlo Filippo Chiaffarino nel 1883, di Deucalione e Pirra nel gesso di Edoardo De Albertis per l'Expo milanese del 1906, della Nena, figlia di Arturo Martini, modellata in terracotta dal padre nel 1932 durante la convalescenza, di Giuliana Mafai ritratta nel 1942 da sua madre Antonietta Raphaël.
Mentre Denise Bonapace, progettista di abiti, tende le sue trame per realizzare intrecci di fili impossibili, proiettati negli ambienti museali, le foto evocative di Lorenza Daverio, impegnata a restituire suggestioni forti dei momenti inscenati da registi e da attori recitanti di copioni drammatici, rivelano i segreti dell’estetica dietro l’apparenza di immagini che bloccano in un istante il fluire della vita e lo rendono eterno.
Fra realtà, mondi teatrali e creatività di segni e di fili, nascono alberi surreali radicati in una distesa d’acqua e di lana azzurra, che tutto sommerge e annulla; rifiuti esausti per il consumismo, come i maglioni che si abbracciano negli intrecci di Denise, diventano una risorsa generosa per un pensiero d’arte che non dimentica chi, uomini, donne, bambini, li ha indossati. Come uno spettacolo di danza, i corpi di “colossi da favola” si contorcono come i Mille risorgenti di Eugenio Baroni, negli scatti di Lorenza. Un drappo di sette simbolici tessuti corrosi da un fuoco distruttivo, diventa una presenza ai piedi della Convalescente di Martini, mentre lunghi capelli “orditi” sembrano davvero fluttuare sotto il pelo dell’acqua bronzea nell’Ofelia di Messina.
Il titolo “Tramare”, rimanda al mare di Nervi su cui si affacciano i collegamenti proposti dai dialoghi intrapresi da Denise e Lorenza, ma ricorda, anche, che pittori dell’Ottocento e del Novecento hanno dipinto sulle trame e sugli orditi più disparati, tessuti con cotone, lino, canapa, juta, tra fili sottili e spessi, lisci e ruvidi.
Tele diverse per ottenere effetti di superfici compatte e smaltate o per far increspare il colore, per drammatizzarlo e muoverne la pellicola, per stemperarlo fino a renderlo di liquida trasparenza.Trame letterarie, storiche, religiose, politiche, leggendarie, indissolubilmente vincolate a intrecci biografici di quotidianità sofferta e gioita, di lavoro e di studio.
Artisti che nella loro vita e nella loro carriera hanno progettato e “tramato per emergere” - in tutti i sensi, sollecitati dall’ umana natura e dalle pressioni di carriere non facili - e hanno concentrato i succhi delle loro narrazioni sulle trame ordite delle loro opere.
In occasione dell’inaugurazione, Chiara Banchetti e Roberto Pierantoni, della Compagnia di danza Deos del Teatro Carlo Felice di Genova, accompagnati dalla chitarra di Fabrizio Fantauzzo, guideranno il pubblico attraverso il percorso della mostra con una performance di teatro-danza.
La mostra è curata da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei e organizzata con il patrocinio di AIAPP - Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio - Sezione Piemonte e Valle d’Aosta.
Orari
da martedì a domenica ore 11 - 17
Ingresso mostra
intero € 6 - ridotto € 5
Info e prenotazioni visite guidate
tel. 010 3726025 - 5574739
biglietteriagam@comune.genova.it
www.museidigenova.it