Una giornata di lotta alla mafia per la legalità
Salvatore Borsellino ai giovani: "siete la mia speranza"

Mille studenti al Teatro della Corte all’incontro organizzato dal movimento Agende Rosse con il suo fondatore, fratello di Paolo Borsellino, il sindaco di Genova e della Città metropolitana Marco Doria, il procuratore generale Valeria Fazio, esponenti della Prefettura, Polizia e Carabinieri. Il sindaco Doria: "Tante persone sono state vittime della mafia, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: magistrati, poliziotti, carabinieri, servitori dello Stato, sacerdoti, giornalisti, ragazzi. Siamo qui per ricordarlo e per non rassegnarci mai”

Testo Alternativo
Quando Giuseppe Carbone, presidente genovese del movimento Agende Rosse, annuncia il suo nome, si scatena l’applauso lunghissimo e caldo dei mille studenti in sala e Salvatore Borsellino risponde alzando fra la braccia l’Agenda Rossa con la fotografia di suo fratello Paolo, vittima con la scorta della terribile strage mafiosa di via D’Amelio il 19 luglio 1992, cinquantasette giorni dopo quella di Capaci che uccise altri due magistrati, Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e tre uomini della loro scorta.

E’ cominciato così l’incontro al Teatro della Corte patrocinato dalla Città metropolitana e dal Comune di Genova organizzato dal movimento Agende Rosse con Salvatore Borsellino, suo fondatore nazionale, il sindaco di Genova e della Città metropolitana Marco Doria, il procuratore generale della Corte d’Appello Valeria Fazio, il capo di Gabinetto della Prefettura Giuseppe Montella, il capo della Squadra Mobile Annino Gargano e il maggiore Carmelo Rustico del Nucleo investigativo dei Carabinieri con mille ragazzi e ragazze delle quinte superiori di otto scuole del territorio metropolitano genovese (Levi, Luzzati, D’Oria, Majorana-Giorgi, King, Natta-De Ambrosis, Marconi-Delpino, Gaslini-Meucci) e tre alessandrine (Saluzzo Plana, Galilei e Ciampini Boccardo).

Dopo quel terrificante 19 luglio 1992 Salvatore Borsellino per molti anni aveva racchiuso nel silenzio lo strazio, il dolore, la rabbia. Sono stati gli incontri e gli stimoli dei giovani a restituirgli voce e motivazioni nella sua lotta per la verità e la giustizia. “Perché – dice – i giovani sono la mia speranza, come lo sono sempre stati per mio fratello Paolo e continuerò sempre a parlare e a confrontarmi con loro.”

Marco Doria rileva che “ i ragazzi con l’applauso eloquente a Salvatore Borsellino hanno colto l’importanza e l’intensità di questo momento. Tante persone sono state vittime della mafia, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: magistrati, poliziotti, carabinieri, servitori dello Stato, sacerdoti, giornalisti, ragazzi. Siamo qui per ricordarlo e per non rassegnarci mai.”

“Abbiamo l’esempio per contrastare la criminalità organizzata dei tanti che vengono definiti servitori delle istituzioni, una parola con un valore profondissimo per Falcone e Borsellino, qualcosa di nobile e importante perché siamo noi le istituzioni e dobbiamo essere consapevoli di quanto sia importante per contrastare la criminalità organizzata avere istituzioni che funzionano, con un impegno a 360 gradi per la legalità. In questo la magistratura e le forze dell’ordine hanno un compito fondamentale, ma lo abbiamo anche tutti noi cittadini, attraverso il rispetto delle regole, tanto più recepito in particolar modo dai giovani. I risultati più importanti nella lotta alla pervasività criminale delle mafie sono stati raggiunti quando l’azione della giustizia e delle forze dell’ordine è stata accompagnata da grandi mobilitazioni popolari, dove spesso i giovani sono stati protagonisti.”

Oltre all’accertamento investigativo e giudiziario “uno strumento di lotta importante contro la mafia – ha detto il procuratore generale Valeria Fazio – è la legalità diffusa, anche nelle cose che sembrano piccole. Come, ad esempio, fare sempre un regolare concorso per ottenere una borsa di studio e non chiedere favori a nessuno.”


Agenzia di Stampa della città Metropolitana


28 ottobre 2016
Ultimo aggiornamento: 28/10/2016
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