C'era molta tensione questa mattina in Largo Lafranconi, la piazza davanti alla Prefettura. I lavoratori dello stabilimento Ilva, con una delegazione di operai Ansaldo e autoferrotranvieri, chiudevano la strada con una pala meccanica da 150 quintali e un carro sollevarotoli da due tonnellate, decisi a mettere in atto un presidio non-stop in attesa del decreto del Governo. Un migliaio circa i manifestanti. Il portone della Prefettura di Genova, per motivi di sicurezza, e per tutelare le delegazioni in attesa di essere ricevute, é stato chiuso.
La risposta dei manifestanti è stata quelle di "puntare" il portone del Palazzo del Governo con la "zanna" del sollevarotoli. "Oggi arriverà la risposta che tutti aspettiamo. Sono qui per dire che le istituzioni sono al vostro fianco". Con queste parole il sindaco di Genova, Marco Doria, ha dato il via a un acceso dialogo con gli operai in testa alla manifestazione, che gli hanno chiesto di andare a parlare con il Prefetto, anche per avere spiegazioni della manganellata ricevuta da un operaio Ilva la sera precedente, durante una scaramuccia con le Forze di Polizia. Doria ha definito "la manganellata un brutto episodio" e ha preso l'impegno di fare ricevere una delegazione di lavoratori dal rappresentante del Governo.
A questo punto il sindaco ha ripetutamente suonato al citofono del portone della Prefettura, presidiato dagli operai, ma ha dovuto desistere a causa del grande frastuono, e passare insieme al vicesindaco Stefano Bernini, dalla porta della adiacente della Provincia per potere parlare con il prefetto Giovanni Balsamo e chiedere che venisse aperto il protone principale. Dopo che il prefetto si è detto disponibile a ricevere una delegazione di una decina di lavoratori, il sindaco è ridisceso in piazza a discutere con gli operai per poi risalire in Prefettura con una decina di loro in delegazione. Oltre al sindaco erano presenti il vice presidente della Regione Liguria Nicolò Scialfa e l'assessore all'ambiente Renata Briano.
Al temine del colloquio, il sindaco è tornato in piazza per portare ai manifestanti le "pubbliche scuse" del prefetto per il ferimento dell'operaio e per dire che "il decreto tarda perchè deve essere scritto in modo tale da evitare il ricorso alla Corte Costituzionale. Deve, in pratica, consentire la prosecuzione del lavoro per 24 mesi, e contemporaneamente il risanamento ambientale". Un migliaio di lavoratori ha deciso di avviare un nuovo corteo spontaneo in direzione Centro, per poi tornare davanti alla Prefettura in attesa delle notizie da Roma.
La risposta dei manifestanti è stata quelle di "puntare" il portone del Palazzo del Governo con la "zanna" del sollevarotoli. "Oggi arriverà la risposta che tutti aspettiamo. Sono qui per dire che le istituzioni sono al vostro fianco". Con queste parole il sindaco di Genova, Marco Doria, ha dato il via a un acceso dialogo con gli operai in testa alla manifestazione, che gli hanno chiesto di andare a parlare con il Prefetto, anche per avere spiegazioni della manganellata ricevuta da un operaio Ilva la sera precedente, durante una scaramuccia con le Forze di Polizia. Doria ha definito "la manganellata un brutto episodio" e ha preso l'impegno di fare ricevere una delegazione di lavoratori dal rappresentante del Governo.
A questo punto il sindaco ha ripetutamente suonato al citofono del portone della Prefettura, presidiato dagli operai, ma ha dovuto desistere a causa del grande frastuono, e passare insieme al vicesindaco Stefano Bernini, dalla porta della adiacente della Provincia per potere parlare con il prefetto Giovanni Balsamo e chiedere che venisse aperto il protone principale. Dopo che il prefetto si è detto disponibile a ricevere una delegazione di una decina di lavoratori, il sindaco è ridisceso in piazza a discutere con gli operai per poi risalire in Prefettura con una decina di loro in delegazione. Oltre al sindaco erano presenti il vice presidente della Regione Liguria Nicolò Scialfa e l'assessore all'ambiente Renata Briano.
Al temine del colloquio, il sindaco è tornato in piazza per portare ai manifestanti le "pubbliche scuse" del prefetto per il ferimento dell'operaio e per dire che "il decreto tarda perchè deve essere scritto in modo tale da evitare il ricorso alla Corte Costituzionale. Deve, in pratica, consentire la prosecuzione del lavoro per 24 mesi, e contemporaneamente il risanamento ambientale". Un migliaio di lavoratori ha deciso di avviare un nuovo corteo spontaneo in direzione Centro, per poi tornare davanti alla Prefettura in attesa delle notizie da Roma.