«Un gesto collettivo di cambiamento, quello di dedicare una piazza a tutte le vittime della mafie. Una riqualificazione importante, nel cuore storico della città, che da sempre ha onorato i suoi caduti, e che oggi si apre al ricordo a carattere nazionale, alla memoria e alla storia a carattere nazionale». Queste le parole della sindaco Marta Vincenzi, durante la cerimonia per l’inaugurazione della nuova intitolazione della piazza, situata nel sestiere di Pre’ tra vico Nuovo e vico S. Fede.
I lavori di riqualificazione di questo luogo, iniziati nel 2000 con il progetto europeo Urban II, sono stati sostenuti un impegno finanziario di 30 milioni di euro, divisi in oltre 90 progetti in diverse aree della città, su uno spazio di circa 200 ettari, con una densità edilizia prevalentemente di derivazione medievale e una popolazione di circa 23mila abitanti, con forti criticità sociali e ambientali.
Gli interventi hanno interessato il rifacimento delle pavimentazioni dei vicoli e delle piazzette, da via Prè a Caricamento fino a piazza Sarzano; il restauro delle facciate e degli edifici storici e la riqualificazione dell’water-front, oltre agli interventi sulla sicurezza, di aggregazione sociale e di aiuto alle attività economiche sia tradizionali che innovative.
Opere che hanno fatto riscoprire spazi dimenticati della città, come ad esempio piazza dello Statuto, piazza dei Truogoli di Santa Brigida, l’ascensore di Montegalletto, il patrimonio dei palazzi storici e il restauro del pozzo di Giano, fino ad arrivare alla riapertura del museo-emporio di via del Campo e alla restituzione alla città di uno spazio, quello dedicato oggi, alle vittime di tutte le mafie, piazzetta situata fra la sede del municipio I centro Est e la facoltà di lettere dell’Università di Genova, proprietaria dello spazio, che prevede la riapertura dell’ingresso anche sulla piazzetta.
Secondo il Presidente Onorario di Libera Nando dalla Chiesa, questa iniziativa ha tutti i presupposti per segnare un cambiamento, che con la sensibilità dimostrata della sindaco, pone la memoria come punto di partenza, come un punto di partenza sono i tanti giovani che stanno arrivando nella città da tutta Italia per la manifestazione di domani, sabato. Un nuovo capitolo della vita genovese che, con l’accesso all’università, può diventare un luogo di incontro e raccolta di iniziative universitarie strappato all’abbandono e al degrado.
Una piccola parte del centro storico che oggi diventa un simbolo per tutti, ponendo l’attenzione all’assunzione di responsabilità di tutti i cittadini, ma anche un’area che può ancora essere migliorata, dai giovani e per i giovani tramite concorsi di idee, che come detto da Michele Razeti, Presidente del Municipio I centro est, dovranno rispettare il tema della legalità contro il crimine della mafia.
«Una memoria forte contro i sistemi mafiosi - ricorda Don Luigi Ciotti Presidente di Libera - che spesso abitano i luoghi “super”». Libera nasce da un ricordo e da un impegno di una donna, Saveria Antiochia madre di Roberto Antiochia, ucciso il 6 agosto 1985 dalla mafia, assieme al commissario Antonino Cassarà. Ogni anno, il 6 agosto la signora Saveria si recava sulla tomba del figlio, morì con il pensiero di non poter più onorare il ricordo esclamando la frase “quando ti uccidono un figlio, uccidono anche te”.
Per queste persone e per tutti coloro che hanno difeso la nostra libertà e democrazia, Genova oggi ha un luogo per non dimenticare; ma anche per ricordare quanto sia facile finire nelle reti della mafia e la necessità, per chi è al governo sia dello stato ma anche delle città, di fornire gli strumenti necessari per fare in modo che onesti cittadini, non finiscano in mani di finti benefattori.
Riconoscendo l’importanza di offrire opportunità, colloquio e comunicazione a chi si trova in difficoltà, argomenti che dovranno essere valutati con molta attenzione, anche in relazione al momento di crisi economica che stiamo attraversando.
I lavori di riqualificazione di questo luogo, iniziati nel 2000 con il progetto europeo Urban II, sono stati sostenuti un impegno finanziario di 30 milioni di euro, divisi in oltre 90 progetti in diverse aree della città, su uno spazio di circa 200 ettari, con una densità edilizia prevalentemente di derivazione medievale e una popolazione di circa 23mila abitanti, con forti criticità sociali e ambientali.
Gli interventi hanno interessato il rifacimento delle pavimentazioni dei vicoli e delle piazzette, da via Prè a Caricamento fino a piazza Sarzano; il restauro delle facciate e degli edifici storici e la riqualificazione dell’water-front, oltre agli interventi sulla sicurezza, di aggregazione sociale e di aiuto alle attività economiche sia tradizionali che innovative.
Opere che hanno fatto riscoprire spazi dimenticati della città, come ad esempio piazza dello Statuto, piazza dei Truogoli di Santa Brigida, l’ascensore di Montegalletto, il patrimonio dei palazzi storici e il restauro del pozzo di Giano, fino ad arrivare alla riapertura del museo-emporio di via del Campo e alla restituzione alla città di uno spazio, quello dedicato oggi, alle vittime di tutte le mafie, piazzetta situata fra la sede del municipio I centro Est e la facoltà di lettere dell’Università di Genova, proprietaria dello spazio, che prevede la riapertura dell’ingresso anche sulla piazzetta.
Secondo il Presidente Onorario di Libera Nando dalla Chiesa, questa iniziativa ha tutti i presupposti per segnare un cambiamento, che con la sensibilità dimostrata della sindaco, pone la memoria come punto di partenza, come un punto di partenza sono i tanti giovani che stanno arrivando nella città da tutta Italia per la manifestazione di domani, sabato. Un nuovo capitolo della vita genovese che, con l’accesso all’università, può diventare un luogo di incontro e raccolta di iniziative universitarie strappato all’abbandono e al degrado.
Una piccola parte del centro storico che oggi diventa un simbolo per tutti, ponendo l’attenzione all’assunzione di responsabilità di tutti i cittadini, ma anche un’area che può ancora essere migliorata, dai giovani e per i giovani tramite concorsi di idee, che come detto da Michele Razeti, Presidente del Municipio I centro est, dovranno rispettare il tema della legalità contro il crimine della mafia.
«Una memoria forte contro i sistemi mafiosi - ricorda Don Luigi Ciotti Presidente di Libera - che spesso abitano i luoghi “super”». Libera nasce da un ricordo e da un impegno di una donna, Saveria Antiochia madre di Roberto Antiochia, ucciso il 6 agosto 1985 dalla mafia, assieme al commissario Antonino Cassarà. Ogni anno, il 6 agosto la signora Saveria si recava sulla tomba del figlio, morì con il pensiero di non poter più onorare il ricordo esclamando la frase “quando ti uccidono un figlio, uccidono anche te”.
Per queste persone e per tutti coloro che hanno difeso la nostra libertà e democrazia, Genova oggi ha un luogo per non dimenticare; ma anche per ricordare quanto sia facile finire nelle reti della mafia e la necessità, per chi è al governo sia dello stato ma anche delle città, di fornire gli strumenti necessari per fare in modo che onesti cittadini, non finiscano in mani di finti benefattori.
Riconoscendo l’importanza di offrire opportunità, colloquio e comunicazione a chi si trova in difficoltà, argomenti che dovranno essere valutati con molta attenzione, anche in relazione al momento di crisi economica che stiamo attraversando.