«La situazione del trasporto è drammatica in tutto il paese – esordisce Corrado Cavanna, segretario generale FILT ligure presentando il convegno – e nella nostra regione rischia il collasso in tempi brevissimi: occorrono risposte e idee nel breve periodo». Dati alla mano il quadro è veramente allarmante: nel giro di due anni i finanziamenti statali direzione Liguria sono scesi vertiginosamente sia per il trasporto pubblico ferroviario si per quello su gomma; dal 2009 al 2011 le risorse a disposizione del “ferro” sono passate da 93 milioni ai 50 milioni del 2011, per altro non ancora erogati, mentre per i servizi urbani di trasporto autobus e simili si è scesi dai 154 milioni di due anni fa, ai 99 milioni, su scala sempre regionale, di questo 2011. Questo scenario ha già messo in ginocchio le aziende relative, che, in questi ultimi anni hanno dovuto ridurre personale e servizio, spesso appesantendo il costo di erogazione, con evidenti ripercussioni sugli utenti. «Stando così le cose – sottolinea Cavanna – nel giro di due anni le 5 aziende provinciali della Liguria falliranno, con tutte le conseguenze del caso».
FILT – CGIL non vuole arrivare a questo punto, è da qui nasce la proposta del convegno dibattito: «Dobbiamo ragionare immediatamente su questo settore, importantissimo per una regione stretta e spesso inaccessibile come la nostra – ha dichiarato il segretario – noi da sempre siamo contro la privatizzazione del settore, che trasformerebbe gli utenti in clienti e non garantirebbe più il vero servizio pubblico». Dal nuovo governo non sono ancora arrivati feedback di nessun tipo: «Abbiamo qualche speranza, ma nessuna certezza», chiosa Cavanna.
Sul tavolo il sindacato mette la proposta di unificare il sistema sotto un’unica azienda pubblica, cosa che farebbe abbassare costi di gestione, conterrebbe gli esuberi, e garantirebbe quella integrazione ferro-gomma fondamentale per la qualità del servizio.
«Il convegno di lunedi 28 novembre sarà anche un’occasione per spiegare alla città la condizione dei lavoratori di questo settore, spesso troppo facilmente additati come privilegiati: le paghe sono al minimo, il monte ore prevede 39 ore di servizio più altre 9 ore di “nastro”, cioè attese e spostamenti – spiega il sindacalista – questa situazione è pesante anche per loro e le prospettive per il futuro ad oggi sono pessime: più di 2000 persone rischiano di rimanere a casa nel giro di pochi mesi».
L’incontro pubblico, che avrà luogo presso il Teatro della Gioventù di via Cesarea ha come obiettivo di mettersi al tavolo con delle idee, con un unico obiettivo comune: salvare questo fondamentale e costituzionalmente insostituibile servizio pubblico.
FILT – CGIL non vuole arrivare a questo punto, è da qui nasce la proposta del convegno dibattito: «Dobbiamo ragionare immediatamente su questo settore, importantissimo per una regione stretta e spesso inaccessibile come la nostra – ha dichiarato il segretario – noi da sempre siamo contro la privatizzazione del settore, che trasformerebbe gli utenti in clienti e non garantirebbe più il vero servizio pubblico». Dal nuovo governo non sono ancora arrivati feedback di nessun tipo: «Abbiamo qualche speranza, ma nessuna certezza», chiosa Cavanna.
Sul tavolo il sindacato mette la proposta di unificare il sistema sotto un’unica azienda pubblica, cosa che farebbe abbassare costi di gestione, conterrebbe gli esuberi, e garantirebbe quella integrazione ferro-gomma fondamentale per la qualità del servizio.
«Il convegno di lunedi 28 novembre sarà anche un’occasione per spiegare alla città la condizione dei lavoratori di questo settore, spesso troppo facilmente additati come privilegiati: le paghe sono al minimo, il monte ore prevede 39 ore di servizio più altre 9 ore di “nastro”, cioè attese e spostamenti – spiega il sindacalista – questa situazione è pesante anche per loro e le prospettive per il futuro ad oggi sono pessime: più di 2000 persone rischiano di rimanere a casa nel giro di pochi mesi».
L’incontro pubblico, che avrà luogo presso il Teatro della Gioventù di via Cesarea ha come obiettivo di mettersi al tavolo con delle idee, con un unico obiettivo comune: salvare questo fondamentale e costituzionalmente insostituibile servizio pubblico.