Fincantieri, nuove commesse e ribaltamento
Fiom: «Spiragli martedì o saranno problemi»

Incontro in Regione per trovare la linea comune con cui affrontare il tavolo con il governo convocato per l'inizio della prossima settimana. I sindacati critici contro l’ordine del giorno: «Se si parla solo di ribaltamento, riprende immediatamente la lotta»

Il tavolo su Fincantieri in Regione - Foto di Simone D'Ambrosio
Martedì a Roma potrebbe essere il giorno della verità. Dopo mesi di scioperi, manifestazioni e tensione crescente, il ministro Paolo Romani ha dato la sua disponibilità per un incontro con una delegazione di lavoratoti di Fincantieri e di enti locali, con in testa il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Duplice l’obiettivo: da un lato, toccare il tempo al governo per gli ultimi adempimenti tecnici necessari a dare il via libera al ribaltamento a mare, dall’altro la richiesta vitale per i lavoratori di nuove commesse per la sede di Sestri Ponente.

L’ordine del giorno arrivato nel pomeriggio da Roma, però, non riporta quest’ultimo punto suscitando l’ira del segretario della Fiom-Cgil Genova, Bruno Manganaro: «Se avevamo qualche timore questa lettera non l’ha certo diminuito. L’incontro sembra essere stato convocato per fare il punto sul ribaltamento a mare. Non è quello che abbiamo chiesto: noi vogliamo un incontro per discutere delle commesse e dei carichi di lavoro di Sestri. Se l’incontro ha come unico obiettivo quello di darci qualche dato sul ribaltamento a mare, la discussione rischia di durare pochi minuti e a quel punto torneremmo immediatamente a Genova per riprendere la lotta, senza più alcuna mediazione possibile». L’oggetto della convocazione, redatta dal ministero dello Sviluppo economico, recita infatti: “Verifica dell’accordo di programma per la razionalizzazione e l’ampliamento dell’area industriale del porto di Genova – Sestri Ponente”. La parola d’ordine, dunque, è “lavoro” come hanno sottolineato i numerosi slogan urlati dai dipendenti nei cortei delle scorse giornate.

Claudio Burlando ha provato a tranquillizzare gli animi, nel corso dell’incontro convocato oggi pomeriggio nella sede della Regione in piazza De Ferrari che ha visto la presenza di numerosi politici e amministratori liguri, oltre ai vertici sindacali dell’azienda. «Quello che abbiamo concordato con il ministro Romani è molto chiaro - ha detto il governatore - e abbiamo chiesto espressamente di parlare anche di carichi di lavoro del cantiere. Non andrebbe certo bene se si parlasse solo di ribaltamento che, certo, è molto importante ma anche molto lontano».

Burlando traccia, poi, un bilancio di come sia stata affrontata finora la situazione Fincantieri: «Finora abbiamo raggiunto due risultati importanti: da un lato il salvataggio del cantiere di Riva, che ovviamente ci auguriamo non comporti conseguenze negative su altri fronti, dall’altro la legge dello Stato che attribuisce i fondi per effettuare i lavori del ribaltamento a mare della sede di Sestri Ponente. Per questo punto mancano alcuni adempimenti amministrativi (tra cui la firma del ministro Tremonti, ndr) che mi auguro verranno assolti entro martedì». In realtà a mancare sembra essere anche la copertura finanziaria, ma in questo caso entrerebbe in gioco l’Autorità portuale di Genova, con il presidente Merlo pronto ad anticipare almeno 50 dei 70 milioni necessari per i lavori.

Il ribaltamento, come detto, non è però il tema caldo della giornata. Il presidente della Regione Liguria è consapevole del fatto che mentre si attende questa innovazione infrastrutturale il cantiere non può certo rimanere fermo, per questo diventa vitale affidare allo stabilimento di Sestri un nuovo carico di lavoro. «Sarebbe assurdo – conclude Burlando – potenziare strutturalmente un cantiere senza dargli alcuna possibilità concreta di lavorare. I lavoratori hanno già intrapreso forme di protesta molto forti che li hanno visti costretti a rinunciare a una parte del loro salario. Trovo paradossale che per parlarsi si debba scioperare e bloccare un città». Il presidente punta il dito contro l’atteggiamento «profondamente sbagliato» del governo che solo dopo mesi di proteste e tensioni ha concesso un incontro che sarebbe dovuto essere il passo più naturale dopo il ritiro del piano industriale a inizio giugno.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Mario Margini, assessore alle Politiche del lavoro del Comune di Genova: «Martedì dobbiamo domandare carichi di lavoro per Sestri perché per mesi abbiamo sostenuto che il ribaltamento a mare deve avvenire solo in funzione di una continuità produttiva. Personalmente da Roma vorrei portare a casa entrambi gli obiettivi. Non sono però molto favorevole alle forzature: il tavolo c’è e teniamolo. Sarà quella la sede più opportuna per concretizzare la discussione, dopodiché faremo le nostre valutazioni».

Un’apertura che tutta la città si augura arrivi all’inizio della settimana prossima, attraverso l’assicurazione di nuove commesse ai lavoratori di Sestri che, nel frattempo, hanno sospeso le manifestazioni. Fino a martedì, quando torneranno in sciopero con i cellulari pronti ad ascoltare qualsiasi novità in arrivo dalla capitale.

«Se ciò non dovesse accadere - tuona Francesco Grondona, segretario generale provinciale Fiom-Cgil – i sindacati non saranno più in grado di mantenere la compostezza della reazione dei lavoratori. La sensazione, infatti, è quella che nonostante il piano di smantellamento di Sestri sia stato ritirato, in realtà si stia proseguendo proprio su quella strada in maniera occulta e molto rapida. Se martedì non ci sarà uno spiraglio, saranno problemi».
Genova, 6 ottobre 2011
Ultimo aggiornamento: 10/10/2011
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