Fini a Genova: immigrazione e cittadinanza
«Italiani popolo di migranti, non dimentichiamolo»

Il presidente della Camera dei Deputati a Genova visita la mostra Mem del Museo del Mare, accompagnato dal sindaco. In mattinata l’incontro con gli angeli del fango :«Calorosa vicinanza a tutti i genovesi colpiti da questa tragedia»

Testo Alternativo
Intensa giornata genovese per Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati, in visita quest’oggi nella nostra città. In mattinata ha incontrato alcune decine di volontari che in durante i giorni dell’alluvione sono intervenuti per ripulire Genova dal fango, ricevendo da loro una delle magliette “Non c’è Fango che tenga”: «L’intervento dell’uomo sul territorio deve avere un limite, e i fatti liguri ne sono la dimostrazione – ha dichiarato Fini – non esiste il diritto di distruggere il territorio, e la questione non deve oramai appartenere esclusivamente ad un partito piuttosto che ad un altro, deve essere un impegno della Politica». Durante la conversazione avuta con il sindaco Marta Vincenzi, il presidente ha espresso solidarietà per il dramma dell’alluvione, confermando tutto l’appoggio delle istituzioni alla popolazione genovese.

Nel primo pomeriggio il primo cittadino genovese ha accompagnato l’illustre ospite al Museo del Mare, per visitare, insieme a Maria Paola Profumo e Pierangelo Campodonico, rispettivamente Presidente e Direttore del museo, la mostra “MeM: Memoria e Migrazioni”, come già fatto nel 2009. L’occasione ha propiziato alcune riflessioni di Gianfranco Fini sul tema della cittadinanza agli stranieri nati nel nostro paese: «Il Presidente della Repubblica ha innescato un dibattito importantissimo su un tema molto delicato per il futuro della nostra società e del mondo intero. Personalmente credo che i meccanismi di attribuzione della cittadinanza non debbano tener conto solamente della nascita fisica su di un territorio, ma anche il compimento di un ciclo scolastico, della permanenza stabile di chi esercita la patria potestà nel rispetto delle leggi italiane, secondo lo ius soli temperato».

«Sono molto lieto della visita a questa mostra, qui a Genova – ha sottolineato la terza carica dello stato – poiché questa esposizione rende evidente il fatto che tutti noi siamo figli di immigrati: nel DNA del nostro popolo si trovano migliaia di pagine, migliaia di storie legate all’immigrazione, da nord a sud. Da ciò deriva l’alto valore pedagogico di questo prezioso lavoro museale, arricchito da interessanti momenti interattivi e multimediali. I problemi che devono affrontare gli immigrati di oggi, sono gli stessi con cui si sono confrontati i nostri padri».

Il presidente, incalzato dai giornalisti, si è espresso a tutto campo su molte tematiche politiche. «Monti ha dichiarato di volere fare presto, ma soprattutto di volere fare bene, questo è più importante dello Spread che non scende»; Legge elettorale: «Il governo attuale è prettamente legato ad interventi nel campo economico e finanziario, che dettano l’agenda in questo momento difficile, tuttavia credo che non si possa andare ad elezioni, che prevedo siano dopo la naturale fine della legislatura, con questa legge, che risulta indifendibile. C’è in ballo un referendum, quindi la questione non è eludibile»; Primavera Araba e situazione attuale in Egitto: «Per anni il mondo occidentale ha chiuso gli occhi sui dittatori arabi, perché considerati stabilizzatori, oggi non dobbiamo fare lo stesso errore con strutturazioni apparentemente democratiche: i diritti e la democrazia sono il frutto di un percorso, l’Iraq insegna che arrivare ad elezioni non significa essere democratici. Il grande assente in tutto ciò rimane l’Unione Europea». Berlusconi: «Non ho avuto più modo nè di sentirlo nè di vederlo»; Europa: «L’affermazione “se l’Italia crolla, crolla l’Europa” risulta evidente per il ruolo che il nostro paese ha da sempre svolto per arrivare all’Unione Europea, la quale però non deve rimanere solo un associazionismo bancario ed economico; andare avanti con vertici ristreti a solamente due o tre paesi è un rischio per tutti».

«Questa visita – ha commentato Marta Vincenzi – è significativa poiché da anni il presidente Fini ha alimentato un dibattito serio sulla cittadinanza, che ad oggi è una problematica che mette a rischio l’integrazione. Genova ha una presenza forte e radicata di immigrati che devono diventare cittadini a pieno titolo».
Genova, 26 novembre 2011
Ultimo aggiornamento: 29/11/2011
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