Arrivata in porto a Genova la nuova nave carica di rifugiati, provenienti da Lampedusa, l’isola italiana che oramai da mesi è in costante emergenza umanitaria. Sono circa 350 gli africani, per lo più di origine centro africana ma con residenza e contratto di lavoro in Libia, che sbarcheranno in Liguria, destinati però a centri di accoglienza dislocati in altre regioni: Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.
“La situazione in nord africa è ancora molto instabile, e, grazia anche alle condizioni particolarmente favorevoli del mare, il flusso di migranti è notevole in questi giorni – afferma Gallinotti Maria Luisa, responsabile Protezione Civile Liguria – e infatti il 25 agosto è previsto l’attracco a Genova di un’altra nave, che porterà altre decine di persone: solo 40 o 50 si fermeranno in Liguria”.
Dove? Le infrastrutture previste e predisposte sul territorio del comune di Genova sono a tappo: per questo motivo Protezione Civile insieme a Regione Liguria, sta cercando luoghi nelle amministrazioni più piccole, tra quelle non ancora interessate a questo servizio di assistenza umanitaria temporanea.
”In questi giorni saranno inoltrati dei preavvisi di selezione in mondo che gli enti interessati abbiamo il tempo di trovare gli spazi adatti; a tutto il resto – ha specificato la Gallinotti - ci pensiamo noi: personale, logistica, strumentazione, assistenza”.
Il periodo di permanenza nelle strutture terminerà il 31 dicembre, data considerata necessaria per portare a termine tutte le procedure di regolarizzazione della posizione dei migranti, che riceveranno il permesso di soggiorno, per poter eventualmente cercare un lavoro o decidere di lasciare il nostro paese.
In questi primi mesi di accoglienza non si sono registrati problemi di rilievo: la maggior parte dei rifugiati, infatti, è stata costretta a scappare dalle loro case, molti avevano un lavoro, o comunque una professionalità che vogliono spendersi per ricostruirsi una vita: sono i primi, quindi, a volere tranquillità e vivere in una qualche “normalità”.
Nel complesso il sistema dunque regge, non senza le difficoltà del caso: una maggiore collaborazione di tutte le istituzioni avrebbe semplificato questo delicato lavoro di accoglienza umanitaria Avere qualche caserma in più a disposizione per far fronte alle emergenze – conclude la responsabile di Protezione Civile Liguria - avrebbe sicuramente aiutato, ma la rete della solidarietà e dell’assistenza ancora una volta ha funzionato e continua a funzionare con ottimi risultati”
I fondi previsti per l’accoglienza, sono tutti di provenienza governativa: 46 euro al giorno per migrante, più un contributo di 700 euro per posto letto predisposto, distribuiti dalla regione agli enti che si fanno carico di questo fondamentale supporto umanitario
“La situazione in nord africa è ancora molto instabile, e, grazia anche alle condizioni particolarmente favorevoli del mare, il flusso di migranti è notevole in questi giorni – afferma Gallinotti Maria Luisa, responsabile Protezione Civile Liguria – e infatti il 25 agosto è previsto l’attracco a Genova di un’altra nave, che porterà altre decine di persone: solo 40 o 50 si fermeranno in Liguria”.
Dove? Le infrastrutture previste e predisposte sul territorio del comune di Genova sono a tappo: per questo motivo Protezione Civile insieme a Regione Liguria, sta cercando luoghi nelle amministrazioni più piccole, tra quelle non ancora interessate a questo servizio di assistenza umanitaria temporanea.
”In questi giorni saranno inoltrati dei preavvisi di selezione in mondo che gli enti interessati abbiamo il tempo di trovare gli spazi adatti; a tutto il resto – ha specificato la Gallinotti - ci pensiamo noi: personale, logistica, strumentazione, assistenza”.
Il periodo di permanenza nelle strutture terminerà il 31 dicembre, data considerata necessaria per portare a termine tutte le procedure di regolarizzazione della posizione dei migranti, che riceveranno il permesso di soggiorno, per poter eventualmente cercare un lavoro o decidere di lasciare il nostro paese.
In questi primi mesi di accoglienza non si sono registrati problemi di rilievo: la maggior parte dei rifugiati, infatti, è stata costretta a scappare dalle loro case, molti avevano un lavoro, o comunque una professionalità che vogliono spendersi per ricostruirsi una vita: sono i primi, quindi, a volere tranquillità e vivere in una qualche “normalità”.
Nel complesso il sistema dunque regge, non senza le difficoltà del caso: una maggiore collaborazione di tutte le istituzioni avrebbe semplificato questo delicato lavoro di accoglienza umanitaria Avere qualche caserma in più a disposizione per far fronte alle emergenze – conclude la responsabile di Protezione Civile Liguria - avrebbe sicuramente aiutato, ma la rete della solidarietà e dell’assistenza ancora una volta ha funzionato e continua a funzionare con ottimi risultati”
I fondi previsti per l’accoglienza, sono tutti di provenienza governativa: 46 euro al giorno per migrante, più un contributo di 700 euro per posto letto predisposto, distribuiti dalla regione agli enti che si fanno carico di questo fondamentale supporto umanitario