Certificato antimafia non solo per le imprese che partecipano agli appalti pubblici oltre un certo importo, ma anche per i rapporti tra privati. E' quanto si stabilisce nel protocollo d'intesa firmato dal prefetto di Genova, Antonio Musolino e dal presidente di Confindustria del capoluogo ligure Giovanni Calvini. Un insieme di regole per contrastare l'infiltrazione della criminalità organizzata soprattutto nel settore dell'edilizia, attraverso la creazione di una “vendor list” dove tutte le imprese che vorranno aderire (su base volontaria) si iscriveranno fornendo tutti i loro dati, che verranno controllati dalle autorità. Una sorta di albo delle aziende virtuose, insomma.
«In sostanza – ha commentato Calvini - significa mettere in piedi una di lista dei fornitori dove tutte le imprese che vogliono partecipare ad appalti si impegnano a mettere trasparentemente a disposizione i loro dati. Ovvero trasparenza su tutto: chi lavora in azienda, che cosa fanno i singoli dipendenti, gli oneri contributivi versati e una serie di informazioni che oggi nel rapporto privato non sono previsti e invece saranno molto utili per gli organi che devono fare i controlli e possono essere di grande aiuto per individuare, ed essere più selettivi, i partner cui affidare i lavori. Il nostro auspicio è di riuscire a far aderire il maggior numero di imprese al data base che sarà realizzato a nostra cura».
«Generalmente - ha commentato da parte sua il prefetto Musolino - sono contrario ai protocolli, perché rischiano di essere concentrati di buone intenzioni. Ma questo entra nel vivo di un tema molto pressante per la nostra provincia e la nostra regione, e lo affronta con strumenti concreti. La “vendor list”, che è il cuore di questo sistema per l'individuazione di imprese attendibili, ha una ripercussione concreta nella realtà, dal punto di vista sia dell'esecuzione del lavoro sia dell'impermeabilità delle imprese. Stiamo vivendo un momento molto delicato: nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati arresti piuttosto inquietanti, che testimoniano l'attenzione della criminalità organizzata verso il settore dell'edilizia, attraverso l'infiltrazione nell'economia, il riciclo... Noi lavoriamo per difendere l'economia legale e le imprese che devono potersi sviluppare in modo libero e non condizionato dalla presenza di soggetti che con la loro forza inquinerebbero il mercato».
Non per niente proprio il Comune di Genova ha sostenuto in più occasioni la necessità – per quanto riguarda il settore pubblico – di misure drastiche per evitare infiltrazioni, come ad esempio la centrale unica per gli appalti.
«Quello di oggi - ha sottolineato Musolino - è un impegno concreto e reale. La nostra provincia e il comune si impegnano a raggiungere livelli più elevati di resistenza alle infiltrazioni criminali. Perché noi rischiamo di non accorgerci di qualcosa che ci accade sotto gli occhi e questo è un lusso che non possiamo permetterci. Dobbiamo creare un sistema davvero capace di creare anticorpi».
«In sostanza – ha commentato Calvini - significa mettere in piedi una di lista dei fornitori dove tutte le imprese che vogliono partecipare ad appalti si impegnano a mettere trasparentemente a disposizione i loro dati. Ovvero trasparenza su tutto: chi lavora in azienda, che cosa fanno i singoli dipendenti, gli oneri contributivi versati e una serie di informazioni che oggi nel rapporto privato non sono previsti e invece saranno molto utili per gli organi che devono fare i controlli e possono essere di grande aiuto per individuare, ed essere più selettivi, i partner cui affidare i lavori. Il nostro auspicio è di riuscire a far aderire il maggior numero di imprese al data base che sarà realizzato a nostra cura».
«Generalmente - ha commentato da parte sua il prefetto Musolino - sono contrario ai protocolli, perché rischiano di essere concentrati di buone intenzioni. Ma questo entra nel vivo di un tema molto pressante per la nostra provincia e la nostra regione, e lo affronta con strumenti concreti. La “vendor list”, che è il cuore di questo sistema per l'individuazione di imprese attendibili, ha una ripercussione concreta nella realtà, dal punto di vista sia dell'esecuzione del lavoro sia dell'impermeabilità delle imprese. Stiamo vivendo un momento molto delicato: nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati arresti piuttosto inquietanti, che testimoniano l'attenzione della criminalità organizzata verso il settore dell'edilizia, attraverso l'infiltrazione nell'economia, il riciclo... Noi lavoriamo per difendere l'economia legale e le imprese che devono potersi sviluppare in modo libero e non condizionato dalla presenza di soggetti che con la loro forza inquinerebbero il mercato».
Non per niente proprio il Comune di Genova ha sostenuto in più occasioni la necessità – per quanto riguarda il settore pubblico – di misure drastiche per evitare infiltrazioni, come ad esempio la centrale unica per gli appalti.
«Quello di oggi - ha sottolineato Musolino - è un impegno concreto e reale. La nostra provincia e il comune si impegnano a raggiungere livelli più elevati di resistenza alle infiltrazioni criminali. Perché noi rischiamo di non accorgerci di qualcosa che ci accade sotto gli occhi e questo è un lusso che non possiamo permetterci. Dobbiamo creare un sistema davvero capace di creare anticorpi».