Una giornata decisamente più tranquilla quella che si sta per chiudere, iniziata con il summit in Regione a cui tra gli altri hanno partecipato il capo della Protezione Civile Nazionale, Franco Gabrielli, il prefetto di Genova, Francesco Musolino, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e il sindaco di Genova, Marta Vincenzi.
Primi di riunirsi per l’ultimo briefing e predisporre la situazione per la notte, il sindaco e alcuni assessori hanno incontrato la stampa per tirare le somme di quanto successo in città.
I soli danni alle strutture pubbliche ammontano finora a 7 milioni di euro, ma il bilancio è destinato ad aumentare. I danni ai privati inizieranno ad essere monitorati nelle prossime ore: a questo proposito Carige ha fatto sapere di avere messo immediatamente a disposizione 30 milioni di euro per prestiti ponte a copertura delle attività economiche.
Lunedì sarà giornata di lutto di cittadino con modalità ancora da dettagliare e da concordare con le parti sociali. Gabrielli ha confermato la correttezza delle procedure attivate dal Comune di Genova prima e durante l’intervento, confermando e condividendo la ratio per cui si è optato per non chiudere le scuole. Adesso l’appello è a non lanciare falsi allarmi, che in questa situazione potrebbero facilmente creare panico tra i cittadini. Nella giornata odierna, infatti, sono giunte due segnalazioni in questo senso: la prima riguardava il Fereggiano con un presunto crollo di una diga, mentre si trattava di un controllo di un possibile situazione critica ad opera dei Vigili del Fuoco; il secondo, molto più grave, riguardava Sestri da dove giungevano segnalazioni di persone che, seminando il panico, annunciavano l’esondazione del Chiaravagna che, al contrario, era assolutamente sotto i margini di sicurezza.
Marta Vincenzi ha sottolineato come, in queste ore, Genova abbia ricevuto il sostegno di tutte la parti politiche del paese e non solo. Il deputato Mario Tullo è, tra gli altri, firmatario di due emendamenti al decreto sviluppo a supporto della gravità della situazione ligure. Uno di questi riguarda la facilitazione delle procedure burocratiche per far pervenire il prima possibile i fondi necessari alla ricostruzione. Su questo punto il sindaco Vincenzi ha sottolineato come sia fondamentale richiedere che i danni subiti da Genova e dallo spezzino vengano trattati unitariamente per verificare la possibilità di accedere all’apposito fondo di solidarietà dell’Unione Europea.
«Il tragico bilancio dei morti comporta un necessario salto di qualità nel rapporto con il territorio - ha sottolineato il primo cittadino - non siamo ancora attrezzati per affrontare un clima monsonico. È necessario, nei prossimi giorni, strutturare un nuovo piano condiviso per affrontare lo stato di “allerta 2” che, ormai, significa “disastro”. Nei mesi precedenti abbiamo affrontato sei allerte simili a questa, ma nessuno se ne ricorda perché non ci sono stati danni. Se decidiamo che tutte le volte in cui arriva questo allarme le scuole devono essere chiuse e deve essere interdetto il traffico privato in città bisogna che la città stessa sia in grado di accogliere provvedimenti simili, anche se il giorno dopo per caso ci fosse il sole». Facile ricordare, ad esempio, tutte le polemiche dello scorso anno quando, chiuse le scuole per l’allarme neve, grazie all’innalzamento della temperatura non si verificarono danni.
L’assessore Margini ha colto l’occasione per fare il punto della situazione di tutti i lavori di sistemazione di assetto idrogeologico in carico al Comune di Genova. Attualmente in corso o non ancora collaudati, vi sono lavori per 132 milioni di euro, mentre sono da avviare opere già finanziate per altri 30 milioni di euro. Nell’ultimo ciclo amministrativo sono state completate opere per 82 milioni di euro. Cifre decisamente più altisonanti sono quelle che servirebbero per mettere in totale sicurezza tutto il territorio cittadino. «Non posso fare una stima precisa - ha confermato l’assessore - ma posso dire che abbiamo pronti progetti senza finanziamenti per 407 milioni di euro, senza contare lo scolmatore». In altre parole, se le spese proseguissero a questo ritmo, ci vorrebbero almeno 15 anni per completare tutti i lavori, in costanza di condizioni climatiche che, tuttavia, stanno peggiorando sensibilmente. «Nella situazione climatica di una decina di anni fa potremmo anche reggere - ha detto il sindaco - ma con bombe come quelle degli ultimi due anni ci troviamo alle prese con una situazione non più sostenibile. Dobbiamo cambiare rotta. Se avessimo i fondi, nel giro di massimo cinque anni potremmo mettere in sicurezza tutta la città».
«I lavori fatti finora vanno della direzione giusta» ha proseguito Vincenzi, che ha anche aggiunto: «Voglio ricordare che fino all’anno scorso nell’alveo del Fereggiano c’erano quattro case. Non voglio neanche pensare che cosa sarebbe successo se fossero state ancora lì. Questo dimostra come una delle nostre assolute priorità, insieme al welfare e alla sicurezza delle scuole, sia sempre stata la difesa del territorio che, per conformazione geologica, è uno dei più fragili d’Italia e necessita di continue manutenzioni».
Tra i vari provvedimenti della giornata, come già ampiamente annunciato sulle nostre pagine, anche l’ordinanza prefettizia che riguarda la sospensione dell’attività educativa e didattica per lunedì 7 novembre in tutti i servizi per l’infanzia, negli istituti scolastici di ogni ordine e grado ed in quelli universitari presenti sul territorio provinciale. Il personale ATA dovrà garantire l’apertura degli edifici al solo scopo di permettere il ripristino della normalità degli stessi; il personale docente, invece, dovrà fare riferimento alle disposizioni del proprio dirigente scolastico.
Questione volontari. Sull’ordine delle migliaia le segnalazioni di disponibilità di aiuto da parte dei genovesi. In proposito ricordiamo che occorre fare riferimento ai tre Municipi colpiti dall’alluvione: III – Bassa Val Bisagno (010.5579708), IV – Media Val Bisagno (010.5578317), IX - Levante (010.5579830). Sindaco e assessori hanno fatto più volte appello alla solidarietà dei genovesi, soprattutto più giovani. Sospesi, inoltre, i provvedimenti di chiusura per via Tea Bendetti.
Primi di riunirsi per l’ultimo briefing e predisporre la situazione per la notte, il sindaco e alcuni assessori hanno incontrato la stampa per tirare le somme di quanto successo in città.
I soli danni alle strutture pubbliche ammontano finora a 7 milioni di euro, ma il bilancio è destinato ad aumentare. I danni ai privati inizieranno ad essere monitorati nelle prossime ore: a questo proposito Carige ha fatto sapere di avere messo immediatamente a disposizione 30 milioni di euro per prestiti ponte a copertura delle attività economiche.
Lunedì sarà giornata di lutto di cittadino con modalità ancora da dettagliare e da concordare con le parti sociali. Gabrielli ha confermato la correttezza delle procedure attivate dal Comune di Genova prima e durante l’intervento, confermando e condividendo la ratio per cui si è optato per non chiudere le scuole. Adesso l’appello è a non lanciare falsi allarmi, che in questa situazione potrebbero facilmente creare panico tra i cittadini. Nella giornata odierna, infatti, sono giunte due segnalazioni in questo senso: la prima riguardava il Fereggiano con un presunto crollo di una diga, mentre si trattava di un controllo di un possibile situazione critica ad opera dei Vigili del Fuoco; il secondo, molto più grave, riguardava Sestri da dove giungevano segnalazioni di persone che, seminando il panico, annunciavano l’esondazione del Chiaravagna che, al contrario, era assolutamente sotto i margini di sicurezza.
Marta Vincenzi ha sottolineato come, in queste ore, Genova abbia ricevuto il sostegno di tutte la parti politiche del paese e non solo. Il deputato Mario Tullo è, tra gli altri, firmatario di due emendamenti al decreto sviluppo a supporto della gravità della situazione ligure. Uno di questi riguarda la facilitazione delle procedure burocratiche per far pervenire il prima possibile i fondi necessari alla ricostruzione. Su questo punto il sindaco Vincenzi ha sottolineato come sia fondamentale richiedere che i danni subiti da Genova e dallo spezzino vengano trattati unitariamente per verificare la possibilità di accedere all’apposito fondo di solidarietà dell’Unione Europea.
«Il tragico bilancio dei morti comporta un necessario salto di qualità nel rapporto con il territorio - ha sottolineato il primo cittadino - non siamo ancora attrezzati per affrontare un clima monsonico. È necessario, nei prossimi giorni, strutturare un nuovo piano condiviso per affrontare lo stato di “allerta 2” che, ormai, significa “disastro”. Nei mesi precedenti abbiamo affrontato sei allerte simili a questa, ma nessuno se ne ricorda perché non ci sono stati danni. Se decidiamo che tutte le volte in cui arriva questo allarme le scuole devono essere chiuse e deve essere interdetto il traffico privato in città bisogna che la città stessa sia in grado di accogliere provvedimenti simili, anche se il giorno dopo per caso ci fosse il sole». Facile ricordare, ad esempio, tutte le polemiche dello scorso anno quando, chiuse le scuole per l’allarme neve, grazie all’innalzamento della temperatura non si verificarono danni.
L’assessore Margini ha colto l’occasione per fare il punto della situazione di tutti i lavori di sistemazione di assetto idrogeologico in carico al Comune di Genova. Attualmente in corso o non ancora collaudati, vi sono lavori per 132 milioni di euro, mentre sono da avviare opere già finanziate per altri 30 milioni di euro. Nell’ultimo ciclo amministrativo sono state completate opere per 82 milioni di euro. Cifre decisamente più altisonanti sono quelle che servirebbero per mettere in totale sicurezza tutto il territorio cittadino. «Non posso fare una stima precisa - ha confermato l’assessore - ma posso dire che abbiamo pronti progetti senza finanziamenti per 407 milioni di euro, senza contare lo scolmatore». In altre parole, se le spese proseguissero a questo ritmo, ci vorrebbero almeno 15 anni per completare tutti i lavori, in costanza di condizioni climatiche che, tuttavia, stanno peggiorando sensibilmente. «Nella situazione climatica di una decina di anni fa potremmo anche reggere - ha detto il sindaco - ma con bombe come quelle degli ultimi due anni ci troviamo alle prese con una situazione non più sostenibile. Dobbiamo cambiare rotta. Se avessimo i fondi, nel giro di massimo cinque anni potremmo mettere in sicurezza tutta la città».
«I lavori fatti finora vanno della direzione giusta» ha proseguito Vincenzi, che ha anche aggiunto: «Voglio ricordare che fino all’anno scorso nell’alveo del Fereggiano c’erano quattro case. Non voglio neanche pensare che cosa sarebbe successo se fossero state ancora lì. Questo dimostra come una delle nostre assolute priorità, insieme al welfare e alla sicurezza delle scuole, sia sempre stata la difesa del territorio che, per conformazione geologica, è uno dei più fragili d’Italia e necessita di continue manutenzioni».
Tra i vari provvedimenti della giornata, come già ampiamente annunciato sulle nostre pagine, anche l’ordinanza prefettizia che riguarda la sospensione dell’attività educativa e didattica per lunedì 7 novembre in tutti i servizi per l’infanzia, negli istituti scolastici di ogni ordine e grado ed in quelli universitari presenti sul territorio provinciale. Il personale ATA dovrà garantire l’apertura degli edifici al solo scopo di permettere il ripristino della normalità degli stessi; il personale docente, invece, dovrà fare riferimento alle disposizioni del proprio dirigente scolastico.
Questione volontari. Sull’ordine delle migliaia le segnalazioni di disponibilità di aiuto da parte dei genovesi. In proposito ricordiamo che occorre fare riferimento ai tre Municipi colpiti dall’alluvione: III – Bassa Val Bisagno (010.5579708), IV – Media Val Bisagno (010.5578317), IX - Levante (010.5579830). Sindaco e assessori hanno fatto più volte appello alla solidarietà dei genovesi, soprattutto più giovani. Sospesi, inoltre, i provvedimenti di chiusura per via Tea Bendetti.