Ilva: concluso il corteo Fim e Uilm
 Doria: «Non contrapporre lavoro a salute»

Manifestazione a Genova dei lavoratori dell'Ilva di Cornigliano. Sale la protesta contro l'ipotesi di spegnimento di alcuni altiforni degli stabilimenti di Taranto. Traffico in tilt per il blocco della Sopraelevata

Foto: R. Verner
“Il lavoro non si tocca, lo difenderemo con la lotta”. E' uno degli slogan gridato dai lavoratori dell'Ilva in agitazione contro l'ipotesi di spegnimento degli altiforni di Taranto, che porterebbe alla chiusura degli stabilimenti di Genova, Novi Ligure e Racconogi. Oltre a operai e impiegati dell'Ilva di Cornigliano, in piazza si sono presentati numerosi lavoratori dell'indotto con una decina di tir. Il corteo, con motrici di tir e mezzi pesanti, ha provocato la chiusura della Sopraelevata in entrambe le carreggiate. Allo sciopero, indetto da Fim e Uilm, non ha aderito la Fiom Cgil, che ha deciso di attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza prima di mettere in atto eventuali azioni di protesta.

Il corteo ha poi raggiunto il Salone Nautico dove i lavoratori hanno occupato alcuni tornelli d'ingresso. Polemiche tra i partecipanti al corteo sull'assenza del presidente della Regione, Claudio Burlando e del sindaco Marco Doria, che hanno raggiunto i lavoratori in via XX Settembre.  «Mi sarei unito prima - ha precisato Doria - ma ero impegnato nei lavori del Comitato Portuale. Sono qui per ribadire che non bisogna contrapporre lavoro e salute, e per far vedere che le istituzioni, tutte, sono vicine a tutti i lavoratori, anche quelli che oggi non ci sono». Ai lavoratori che chiedevano risposte immediate, ha detto: «Le istituzioni in questo momento devono fornire un’indicazione precisa, cioè che non si possono contrapporre i temi della salute con quelli del lavoro e dell’occupazione».

Una situazione come questa rappresenta una sconfitta per tutti, non ci sono vincitori”. Il presidente della Regione Claudio Burlando, anch’egli assente perché impegnato a Palazzo san Giorgio, spiega che la preoccupazione dei lavoratori e dei sindacati di Ilva è più che legittima. «Si è fatto un accordo sette anni fa, che ha tenuto insieme ambiente e lavoro, con investimenti significativi da parte dell’azienda – dichiara – Prima lavori e poi la crisi, però, hanno
ridimensionato la possibilità di piena occupazione e ora si aggiunge anche il timore che Taranto possa chiudere, con le conseguenti chiusure di Genova e Novi». «E’ evidente – conclude Burlando - il problema ambientale, che va messo a posto, ma non si può chiudere una filiera da oltre 20
mila lavoratori diretti». 
genova, 10 ottobre 2012
Ultimo aggiornamento: 10/10/2012
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