Il bando di concorso (scaduto il 31 luglio) per assegnare gli incarichi di rilevatore nell’ambito del prossimo censimento, in programma dall’ottobre prossimo fino al giugno del 2012, impedisce di fatto a cittadini extracomunitari la possibilità di essere selezionati: tra le caratteristiche richieste dal Comune di Genova ai candidati rilevatori e coordinatori quella di essere cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione Europea. Sulla base di questa prerogativa Domenica Chanchano Warthon, peruviana di 32 anni, e Rachid Khay, marocchino di 42, sono stati estromessi dal concorso. Rappresentati dall’avvocato Elena Fiorini e dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, il prossimo 11 di agosto porteranno il Comune di Genova davanti al giudice del lavoro.
Un casus di rilevanza nazionale (anche Milano e Bologna hanno promulgato bandi uguali) che ha messo a nudo una palese vizio normativo: «Non si possono certo incolpare i nostri uffici – afferma il sindaco Marta Vincenzi – che hanno applicato alla lettera la legge. A livello politico, non possiamo che essere d’accordo con i due cittadini, è necessario cambiare le norme».
Tuttavia, potrebbe non essere così facile: «Esistono due interpretazioni giudiziarie del decreto legislativo 165/2001, sulla base del quale sono stati promulgati i nostri bandi – spiega Vanda Puglisi, a capo della Segreteria Organi Istituzionali del Comune – la magistratura ordinaria si è espressa in favore della deroga della norma “incriminata”, mentre il Tribunale amministrativo regionale ritiene che la legge non ammetta eccezioni».
Il principale problema è costituito dal riconoscimento dei titoli di studio ottenuti nei paesi al di fuori della comunità europea e al casellario giudiziario. Prosegue Puglisi: «Dobbiamo far riferimento al settore sanitario: lì si è trovato il modo di assumere personale straniero».
Il sindaco assicura che nulla verrà lasciato intentato: «Dobbiamo impugnare questa battaglia a favore degli extracomunitari. Porterò il problema all’Anci chiedendo di promuovere un quesito per favorire l’evoluzione di queste norme. Se esistono regolamenti che limitano i diritti dei cittadini di nascita non comunitaria, vanno scovati ed eliminati. È una lotta che si allaccia in maniera forte al diritto di voto agli immigrati, tema che porterò al prossimo incontro Anci a Brindisi, in ottobre, e che già era stato al centro di una nostra campagna (poi respinta dal governo) tre anni fa».
Per Marta Vincenzi si tratta di battaglie di civiltà fondamentali: «Non dimentichiamo che Genova, con la firma della Carta di Londra nel 2010, è tra le città che si sono impegnate a promuovere l’integrazione, offrendo anche occasioni di lavoro. È il momento di smetterla di piangersi addosso e capire che l’integrazione è una carta importante che Genova deve giocare per uscire dalla crisi».
Un casus di rilevanza nazionale (anche Milano e Bologna hanno promulgato bandi uguali) che ha messo a nudo una palese vizio normativo: «Non si possono certo incolpare i nostri uffici – afferma il sindaco Marta Vincenzi – che hanno applicato alla lettera la legge. A livello politico, non possiamo che essere d’accordo con i due cittadini, è necessario cambiare le norme».
Tuttavia, potrebbe non essere così facile: «Esistono due interpretazioni giudiziarie del decreto legislativo 165/2001, sulla base del quale sono stati promulgati i nostri bandi – spiega Vanda Puglisi, a capo della Segreteria Organi Istituzionali del Comune – la magistratura ordinaria si è espressa in favore della deroga della norma “incriminata”, mentre il Tribunale amministrativo regionale ritiene che la legge non ammetta eccezioni».
Il principale problema è costituito dal riconoscimento dei titoli di studio ottenuti nei paesi al di fuori della comunità europea e al casellario giudiziario. Prosegue Puglisi: «Dobbiamo far riferimento al settore sanitario: lì si è trovato il modo di assumere personale straniero».
Il sindaco assicura che nulla verrà lasciato intentato: «Dobbiamo impugnare questa battaglia a favore degli extracomunitari. Porterò il problema all’Anci chiedendo di promuovere un quesito per favorire l’evoluzione di queste norme. Se esistono regolamenti che limitano i diritti dei cittadini di nascita non comunitaria, vanno scovati ed eliminati. È una lotta che si allaccia in maniera forte al diritto di voto agli immigrati, tema che porterò al prossimo incontro Anci a Brindisi, in ottobre, e che già era stato al centro di una nostra campagna (poi respinta dal governo) tre anni fa».
Per Marta Vincenzi si tratta di battaglie di civiltà fondamentali: «Non dimentichiamo che Genova, con la firma della Carta di Londra nel 2010, è tra le città che si sono impegnate a promuovere l’integrazione, offrendo anche occasioni di lavoro. È il momento di smetterla di piangersi addosso e capire che l’integrazione è una carta importante che Genova deve giocare per uscire dalla crisi».