«Genova? Non può fare a meno delle grandi opere. Le sue aziende e la sua economia sono compresse in un territorio che non consente sbocchi e senza la realizzazione di infrastrutture come ad esempio la gronda e il terzo valico è difficile pensare a un futuro di sviluppo che dia una garanzia non solo di apertura verso nuove frontiere ma anche di occupazione». A margine di "InGEnium" il convegno organizzato a Palazzo Ducale dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Genova, non sono pochi quelli che esprimono il concetto della necessità di saper guardare "oltre" le polemiche e pensare ache se una città che si avvia a diventasre metropoli non riesce a prevedere le linee guida che la porteranno verso il prossimo ventennio, è inevitabilmente una città destinata a fermarsi.
Grande partecipazione per il confronto voluto - con il patrocinio di Comune, Provincia, Regione Università, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Fondazione Ansaldo - per fare il punto sulla situazione territoriale, le eccellenze della nostra città e le prospettive future; il tutto ovviamente analizzato dal punto di vista dei professionisti, sia giovani che collaudati: una delle professioni maggiormente caratterizzanti dal punto di vista accademico della nostra Università.
Quanto emerso dai lavori è chiaro, soprattutto a causa di un contesto economico che non è particolarmente roseo, da almeno due punti di vista: da un lato, infatti, il momento di crisi politico-economica rischia di rallentare o addirittura fermare lo sviluppo del settore, da cui consegue la seconda criticità, vale a dire la fuga di cervelli, preparati e formati a Genova, costretti poi ad emigrare per trovare uno stipendio degno.
Questo è il nucleo forte del convegno: partire dalle eccellenze del nostro territorio, per lo sviluppo della comunità genovese e la valorizzazione dei suoi ingegneri, la cui preparazione trova apprezzamenti concreti ovunque nel mondo.
Aprono i lavori i saluti istituzionali di rito. Francesco Boero, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, ricorda i suoi anni di lavoro per la città nella città, e, citando l’immortale “Ma se ghe pensu” sprona i colleghi, le imprese e le istituzioni «a trovare le strategie, le iniziative e i fatti concreti per far tornare i nostri cervelli emigrati. Farli tornare a ricostruire il “nido”, cioè la nostra Genova, bisognosa di sviluppo e innovazione».
Anche Armando Zambrano, presidente nazionale dell’Ordine di categoria, sottolinea il momento di crisi del “Sistema Italia”, ricordando però come «il settore ingegneristico si sia messo a disposizione del governo Monti per trovare soluzioni e progetti, evitando arroccamenti finalizzati al mantenimento di supposti privilegi di categoria, che nei fatti non esistono».
Presente anche il cardinale Angelo Bagnasco, che ha ricordato come «nei viaggi che compio, nei luoghi che ho visitato in Italia come nel mondo, trovo sempre qualche ingegnere genovese. Questa è la prova tangibile della qualità di questa grande e importante eccellenza della nostra città». Il suo intervento, però, non si ferma al panorama ligure: «Tutta la società italiana deve essere impulsata verso un progresso condiviso, fatto di valori e, appunto, di ingegno».
Paola Girdinio, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Genova, per l’occasione nelle vesti di moderatrice, intervistata conferma il quadro d’insieme: «Una città che fa fatica ad assorbire le persone che forma, soprattutto negli ultimi anni. Le eccellenze sono molteplici, ma bisogna implementare lo sviluppo nel territorio, appoggiando le aziende presenti con infrastrutture adeguate. Progetti come “Smart City” sono un’ottima chiave di lettura per il futuro della ricerca e del progresso di Genova e non solo: la speranza è che si prosegua su questa strada, ampliandola e concretizzandola».
Nel pomeriggio la tavola rotonda sul "futuro di Genova" con i rappresentanti della maggiori aziende presenti sul territorio, per fare il punto ancora una volta, contare le forze e provare a districare la matassa che si chiama futuro.
Nel corso della giornata sono stati premiate dieci matricole della facoltà di ingegneria dell'Ateneo genovese ritenute, nell'anno accademico in corso, le "promesse" del percorso di studi appena iniziato. Gli studenti, otto ragazzi e due ragazze, hanno ricevuto - dalla preside Paola Girdinio e dal promotore del progetto Iris, che ogni anno compila la graduatoria di chi ha ottenuto i migliori risultati di studio - un attestato e un corso di guida sicura offerto dall'Aci e da Omp, per provare la guida di un'auto da corsa su un circuito. I ragazzi sono Matteo Brogi, Lorenzo Caliendo, Andrea Di Franco, Tiziano Garbarino, Marco Gigante, Luca Nardelli, Andrea Orlando, Serena Poggi, Erik Reichstein e Sara Rossi.
Grande partecipazione per il confronto voluto - con il patrocinio di Comune, Provincia, Regione Università, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Fondazione Ansaldo - per fare il punto sulla situazione territoriale, le eccellenze della nostra città e le prospettive future; il tutto ovviamente analizzato dal punto di vista dei professionisti, sia giovani che collaudati: una delle professioni maggiormente caratterizzanti dal punto di vista accademico della nostra Università.
Quanto emerso dai lavori è chiaro, soprattutto a causa di un contesto economico che non è particolarmente roseo, da almeno due punti di vista: da un lato, infatti, il momento di crisi politico-economica rischia di rallentare o addirittura fermare lo sviluppo del settore, da cui consegue la seconda criticità, vale a dire la fuga di cervelli, preparati e formati a Genova, costretti poi ad emigrare per trovare uno stipendio degno.
Questo è il nucleo forte del convegno: partire dalle eccellenze del nostro territorio, per lo sviluppo della comunità genovese e la valorizzazione dei suoi ingegneri, la cui preparazione trova apprezzamenti concreti ovunque nel mondo.
Aprono i lavori i saluti istituzionali di rito. Francesco Boero, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, ricorda i suoi anni di lavoro per la città nella città, e, citando l’immortale “Ma se ghe pensu” sprona i colleghi, le imprese e le istituzioni «a trovare le strategie, le iniziative e i fatti concreti per far tornare i nostri cervelli emigrati. Farli tornare a ricostruire il “nido”, cioè la nostra Genova, bisognosa di sviluppo e innovazione».
Anche Armando Zambrano, presidente nazionale dell’Ordine di categoria, sottolinea il momento di crisi del “Sistema Italia”, ricordando però come «il settore ingegneristico si sia messo a disposizione del governo Monti per trovare soluzioni e progetti, evitando arroccamenti finalizzati al mantenimento di supposti privilegi di categoria, che nei fatti non esistono».
Presente anche il cardinale Angelo Bagnasco, che ha ricordato come «nei viaggi che compio, nei luoghi che ho visitato in Italia come nel mondo, trovo sempre qualche ingegnere genovese. Questa è la prova tangibile della qualità di questa grande e importante eccellenza della nostra città». Il suo intervento, però, non si ferma al panorama ligure: «Tutta la società italiana deve essere impulsata verso un progresso condiviso, fatto di valori e, appunto, di ingegno».
Paola Girdinio, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Genova, per l’occasione nelle vesti di moderatrice, intervistata conferma il quadro d’insieme: «Una città che fa fatica ad assorbire le persone che forma, soprattutto negli ultimi anni. Le eccellenze sono molteplici, ma bisogna implementare lo sviluppo nel territorio, appoggiando le aziende presenti con infrastrutture adeguate. Progetti come “Smart City” sono un’ottima chiave di lettura per il futuro della ricerca e del progresso di Genova e non solo: la speranza è che si prosegua su questa strada, ampliandola e concretizzandola».
Nel pomeriggio la tavola rotonda sul "futuro di Genova" con i rappresentanti della maggiori aziende presenti sul territorio, per fare il punto ancora una volta, contare le forze e provare a districare la matassa che si chiama futuro.
Nel corso della giornata sono stati premiate dieci matricole della facoltà di ingegneria dell'Ateneo genovese ritenute, nell'anno accademico in corso, le "promesse" del percorso di studi appena iniziato. Gli studenti, otto ragazzi e due ragazze, hanno ricevuto - dalla preside Paola Girdinio e dal promotore del progetto Iris, che ogni anno compila la graduatoria di chi ha ottenuto i migliori risultati di studio - un attestato e un corso di guida sicura offerto dall'Aci e da Omp, per provare la guida di un'auto da corsa su un circuito. I ragazzi sono Matteo Brogi, Lorenzo Caliendo, Andrea Di Franco, Tiziano Garbarino, Marco Gigante, Luca Nardelli, Andrea Orlando, Serena Poggi, Erik Reichstein e Sara Rossi.