Palazzo Ducale era l’antica sede della Repubblica genovese. Oggi, dopo un lungo lavoro di restauro strutturale durato dieci anni e curato dall’architetto Giovanni Spalla, è uno dei più importanti luoghi espositivi liguri e un moderno centro polifunzionale nel quale convivono spazi destinati alle mostre e alle attività convegnistica e congressuale, archivi, biblioteche, bar e ristoranti. La storia “moderna” del Ducale inizia dunque nel 1992, ma il Palazzo ha conosciuto vicende movimentate e gloriose che lo rendono oggi uno dei simboli della città.
La costruzione avvenne alla fine del 1200, in un momento fortunato della storia di Genova, quando la potenza economica delle Repubblica Marinara si affermò in tutto il Mediterraneo. E’ nel 1291 infatti che i Capitani del Popolo decretarono la costruzione di Palazzo degli Abati fra le Chiese di San Lorenzo e San Matteo, un’area strategica nel centro della città medievale, ricca di botteghe, mercati e vita popolare. Nei decenni che seguirono, tramite l’accorpamento progressivo di edifici limitrofi, il Palazzo assunse dimensioni ragguardevoli. Il Palazzo però fu chiamato Ducale solo a partire dal 1339, anno in cui divenne sede del primo Doge genovese, Simon Boccanegra, e luogo dove si tenevano le sedute del Consiglio dei Capitani del Popolo.
Nei decenni successivi il palazzo subì molti interventi e le dimensioni vennero ampliate, tanto che la struttura medievale tese a scomparire. Alla fine del XVI secolo si fece infatti strada l’esigenza di un palazzo elegante e maestoso in grado di rappresentare degnamente lo splendore della Repubblica nel momento della sua massima ascesa. Andrea Vannone – già autore della Loggia di Banchi – fu incaricato di progettare il rifacimento: il risultato fu una vera e propria reggia, ma difesa come una fortezza in grado di resistere anche a lunghi assedi. La Cortina che chiudeva a sud la piazza d’armi – l’attuale Piazza Matteotti – ospitava una guarnigione di stanza a Palazzo. All’intervento dell’architetto ticinese si deve l’impostazione generale che conosciamo, l’atrio coperto, i due cortili porticati e l’ampio scalone che si divide in due rampe contrapposte, collegando l’atrio con le logge del piano nobile.
Nel 1777 un terribile incendio distrusse i Saloni del Maggior Consiglio e del Minor Consiglio, che furono ricostruiti in forme neoclassiche da Simone Cantoni pochi anni prima che gli eventi seguiti alla Rivoluzione francese ponessero fine alla Repubblica, nel 1797.
Nel corso dell’Ottocento il palazzo divenne sede di spazi pubblici cittadini, di uffici dell’amministrazione comunale e del Tribunale. Fu demolita la Cortina, ormai inutile, e il passaggio per Chiesa di Sant’Ambrogio. L’edificio si aprì così alla città, ma la facciata di piazza Matteotti venne messa in secondo piano dal prospetto a sud sulla nuova piazza De Ferrari, realizzata con decorazioni pittoriche a finte architetture. I restauri diretti da Orlando Grosso nei primi decenni del Novecento cancellarono alcuni interventi seicenteschi e riportarono alla luce tracce di età medievale.
L’ultimo intervento è appunto quello operato dall’architetto Giovanni Spalla che, tra il 1980 e il 1992, attuò un importante progetto di recupero e risistemazione, considerato uno dei più estesi realizzati in Europa. Il restauro ha valorizzato i vari momenti della vita del palazzo, le strutture medievali, l’intervento del Cantoni e la facciata del 1935, con una particolare attenzione all’architettura tardo cinquecentesca del Vannone. Testimonianza del progetto di Spalla è la grande “Strada Appesa”, una rampa elicoidale in struttura d’acciaio che si sviluppa dal piano terra sino ai terrazzi, richiamando per materiali e stile le creuze genovesi.
Per la sua storia, l’architettura di pregio, le grandi sale affrescate che si addicevano al luogo del potere del doganato, il Palazzo è un vero e proprio museo di se stesso. Di particolare pregio sono il Salone del Maggior Consiglio, dove si riunivano i 400 nobili genovesi che detenevano il potere, e la Sala del Minor Consiglio, adibita alle riunioni del Senato. Nella Cappella Dogale ogni più piccola superficie è decorata, dal pavimento intarsiato con marmi policromi, alle pareti e alla volta dipinte da Giovanni Battista Carlone alla metà del 600. Sull’altare è collocata la Vergine Regina di Genova di Francesco Schiaffino.
La Torre Grimaldina ospita le Carceri storiche in cui erano imprigionati fin dal Trecento cospiratori, nobili in attesa di riscatto e anarchici. Numerosi gli “ospiti” illustri: il pirata Dragut e alcuni pittori seicenteschi tra cui Domenico Fiasella. Nel 1815 nella Torre fu rinchiuso anche Niccolò Paganini e pochi anni dopo, nel 1833, il patriota Jacopo Ruffini si uccise nella cella chiamata Lo Scalinetto. La Sala multimediale al piano Porticato permette di scoprire i segreti dei Palazzi dei Rolli grazie a tecnologie multimediali e interattive.
Nel luglio 2010 sono ritornate a Palazzo Ducale le statue di Andrea e Gio. Andrea Doria. Dopo un accurato restauro, sono state riportate nel contesto originario anche se, per motivi di conservazione, non più all’aperto, ma sul ballatoio.
La costruzione avvenne alla fine del 1200, in un momento fortunato della storia di Genova, quando la potenza economica delle Repubblica Marinara si affermò in tutto il Mediterraneo. E’ nel 1291 infatti che i Capitani del Popolo decretarono la costruzione di Palazzo degli Abati fra le Chiese di San Lorenzo e San Matteo, un’area strategica nel centro della città medievale, ricca di botteghe, mercati e vita popolare. Nei decenni che seguirono, tramite l’accorpamento progressivo di edifici limitrofi, il Palazzo assunse dimensioni ragguardevoli. Il Palazzo però fu chiamato Ducale solo a partire dal 1339, anno in cui divenne sede del primo Doge genovese, Simon Boccanegra, e luogo dove si tenevano le sedute del Consiglio dei Capitani del Popolo.
Nei decenni successivi il palazzo subì molti interventi e le dimensioni vennero ampliate, tanto che la struttura medievale tese a scomparire. Alla fine del XVI secolo si fece infatti strada l’esigenza di un palazzo elegante e maestoso in grado di rappresentare degnamente lo splendore della Repubblica nel momento della sua massima ascesa. Andrea Vannone – già autore della Loggia di Banchi – fu incaricato di progettare il rifacimento: il risultato fu una vera e propria reggia, ma difesa come una fortezza in grado di resistere anche a lunghi assedi. La Cortina che chiudeva a sud la piazza d’armi – l’attuale Piazza Matteotti – ospitava una guarnigione di stanza a Palazzo. All’intervento dell’architetto ticinese si deve l’impostazione generale che conosciamo, l’atrio coperto, i due cortili porticati e l’ampio scalone che si divide in due rampe contrapposte, collegando l’atrio con le logge del piano nobile.
Nel 1777 un terribile incendio distrusse i Saloni del Maggior Consiglio e del Minor Consiglio, che furono ricostruiti in forme neoclassiche da Simone Cantoni pochi anni prima che gli eventi seguiti alla Rivoluzione francese ponessero fine alla Repubblica, nel 1797.
Nel corso dell’Ottocento il palazzo divenne sede di spazi pubblici cittadini, di uffici dell’amministrazione comunale e del Tribunale. Fu demolita la Cortina, ormai inutile, e il passaggio per Chiesa di Sant’Ambrogio. L’edificio si aprì così alla città, ma la facciata di piazza Matteotti venne messa in secondo piano dal prospetto a sud sulla nuova piazza De Ferrari, realizzata con decorazioni pittoriche a finte architetture. I restauri diretti da Orlando Grosso nei primi decenni del Novecento cancellarono alcuni interventi seicenteschi e riportarono alla luce tracce di età medievale.
L’ultimo intervento è appunto quello operato dall’architetto Giovanni Spalla che, tra il 1980 e il 1992, attuò un importante progetto di recupero e risistemazione, considerato uno dei più estesi realizzati in Europa. Il restauro ha valorizzato i vari momenti della vita del palazzo, le strutture medievali, l’intervento del Cantoni e la facciata del 1935, con una particolare attenzione all’architettura tardo cinquecentesca del Vannone. Testimonianza del progetto di Spalla è la grande “Strada Appesa”, una rampa elicoidale in struttura d’acciaio che si sviluppa dal piano terra sino ai terrazzi, richiamando per materiali e stile le creuze genovesi.
Per la sua storia, l’architettura di pregio, le grandi sale affrescate che si addicevano al luogo del potere del doganato, il Palazzo è un vero e proprio museo di se stesso. Di particolare pregio sono il Salone del Maggior Consiglio, dove si riunivano i 400 nobili genovesi che detenevano il potere, e la Sala del Minor Consiglio, adibita alle riunioni del Senato. Nella Cappella Dogale ogni più piccola superficie è decorata, dal pavimento intarsiato con marmi policromi, alle pareti e alla volta dipinte da Giovanni Battista Carlone alla metà del 600. Sull’altare è collocata la Vergine Regina di Genova di Francesco Schiaffino.
La Torre Grimaldina ospita le Carceri storiche in cui erano imprigionati fin dal Trecento cospiratori, nobili in attesa di riscatto e anarchici. Numerosi gli “ospiti” illustri: il pirata Dragut e alcuni pittori seicenteschi tra cui Domenico Fiasella. Nel 1815 nella Torre fu rinchiuso anche Niccolò Paganini e pochi anni dopo, nel 1833, il patriota Jacopo Ruffini si uccise nella cella chiamata Lo Scalinetto. La Sala multimediale al piano Porticato permette di scoprire i segreti dei Palazzi dei Rolli grazie a tecnologie multimediali e interattive.
Nel luglio 2010 sono ritornate a Palazzo Ducale le statue di Andrea e Gio. Andrea Doria. Dopo un accurato restauro, sono state riportate nel contesto originario anche se, per motivi di conservazione, non più all’aperto, ma sul ballatoio.