È un progetto dedicato ai minori a rischio abbandono. Prende il nome di P.I.P.P.I., acronimo di Programma di Intervento di Prevenzione dell’Istituzionalizzazione, ed è stato presentato nel corso della Giunta di questa mattina. In pratica rappresenta un sostegno a favore dei minori a rischio di fuga o di essere allontanati da casa, attraverso un aiuto alle loro famiglie.
L’iniziativa è stata illustrata dall’assessore alle Politiche Sociali, Roberta Papi. «Siamo di fronte – ha detto – ad un progetto sperimentale che apre un nuovo filone di intervento con al centro la fragilità familiare. La novità sta nel fatto che non si prende in carico il solo minore ma l’intero nucleo familiare. Si parte con 10 famiglie con ragazzi fino ai 16 anni».
Il nome “Pippi” non nasce a caso. Metaforicamente prende spunto dalla simpatica bambina svedese della famosa serie televisiva, che ben rappresenta le potenzialità inesauribili dei bambini e la loro capacità di resistenza. Il programma nasce da uno studio dell’Università di Padova fatto proprio dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Sono coinvolte nel progetto, oltre a Genova, le città di Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Venezia. Ecco nel dettaglio i punti sui quali si basa: pieno coinvolgimento dei bambini e delle famiglie, durata dell’intervento tra i 18 e i 24 mesi, sperimentazione di forme innovative di partenariato (confronto tra soggetti pubblici o privati, forze economiche e sociali) e relazione tra scuole, famiglie e servizi, basate sulla condivisione di un unico intervento per ogni famiglia.
«Quello che vogliamo fare – ha concluso l’assessore Papi – è individuare un metodo che sia di aiuto quando un minorenne viene allontanato dal proprio nucleo. Perché un minore abbandonato è una sconfitta per tutta la società». Per “Pippi” verranno impiegati 21.160 euro, interamente finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
L’iniziativa è stata illustrata dall’assessore alle Politiche Sociali, Roberta Papi. «Siamo di fronte – ha detto – ad un progetto sperimentale che apre un nuovo filone di intervento con al centro la fragilità familiare. La novità sta nel fatto che non si prende in carico il solo minore ma l’intero nucleo familiare. Si parte con 10 famiglie con ragazzi fino ai 16 anni».
Il nome “Pippi” non nasce a caso. Metaforicamente prende spunto dalla simpatica bambina svedese della famosa serie televisiva, che ben rappresenta le potenzialità inesauribili dei bambini e la loro capacità di resistenza. Il programma nasce da uno studio dell’Università di Padova fatto proprio dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Sono coinvolte nel progetto, oltre a Genova, le città di Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Venezia. Ecco nel dettaglio i punti sui quali si basa: pieno coinvolgimento dei bambini e delle famiglie, durata dell’intervento tra i 18 e i 24 mesi, sperimentazione di forme innovative di partenariato (confronto tra soggetti pubblici o privati, forze economiche e sociali) e relazione tra scuole, famiglie e servizi, basate sulla condivisione di un unico intervento per ogni famiglia.
«Quello che vogliamo fare – ha concluso l’assessore Papi – è individuare un metodo che sia di aiuto quando un minorenne viene allontanato dal proprio nucleo. Perché un minore abbandonato è una sconfitta per tutta la società». Per “Pippi” verranno impiegati 21.160 euro, interamente finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.