Come andrà a finire il braccio di ferro tra governo ed Enti Locali sui tagli allo stato sociale ancora nessuno può saperlo. Nel frattempo ci si prepara responsabilmente ad un nuovo welfare. Per far conoscere le crescenti difficoltà imposte dalle manovre finanziarie, che costringeranno i Comuni ad aumentare le tariffe o a imporre nuove imposte o a tagliare drasticamente i servizi, si è tenuto oggi un convegno organizzato dalla Lega delle Autonomie nella sala Auditorium Galata Museo del Mare (“Gli Enti Locali fra manovre finanziarie ed emergenze sociali. Idee e proposte per il nuovo welfare”).
Al meeting, ha portato il suo saluto il sindaco Marta Vincenzi, la quale ha precisato che «noi non siamo di fronte ad un governo che taglia le spese per far fronte alla crisi internazionale, ma quello che sta succedendo è già cominciato nel 2008. Questa manovra è solo l’esito conclusivo di una filosofia che consiste nell’eliminare le basi della convivenza civile».
Più semplicemente, lo stato sociale che conosciamo rischia di lasciare il posto al mecenatismo e alla beneficenza. Il testimone della denuncia contro la manovra del governo è stato subito raccolto dall’assessore Roberta Papi: «Il fondo nazionale per le politiche sociali è rimasto praticamente all’osso, visto che vale in tutto 218 milioni». Siamo alle briciole, in pratica, visto che siamo passati dai 929 milioni del 2008, ai 583 del 2009 e ai 435 del 2010. Dal prossimo anno, a forza di decrementi e a meno di retromarce del governo, il Fondo nazionale non ci sarà più.
L’assessore ha continuato a snocciolare cifre: il Fondo per la famiglia si è ridotto a 51 milioni (nel 2010 era di 174 milioni), quello per le politiche giovanili agli insignificanti 13 milioni di quest’anno contro gli 81 del 2010, per gli affitti ci sono solo 33 milioni contro i 141 dell’anno scorso e, infine, il Fondo per il diritto allo studio è stato ridotto a 100 milioni (264 milioni nel 2009), sceso nel 2010 a 99 milioni.
L’intervento di Roberta Papi si è concluso sul tema del volontariato, del quale ha ribadito la funzione originale e insostituibile: «Un ruolo che non può essere confuso con quello, altrettanto importante, ma diverso, degli altri soggetti del terzo settore». A questa crisi profonda dello stato sociale, ha detto, si può porre rimedio costruendo un senso di comunità e ritessendo le relazioni sociali e interpersonali, in antitesi ai molteplici fattori di crisi che, in particolare nell’ultimo decennio, hanno investito la nostra società.
Il convegno, organizzato in tre panel di interventi al mattino - dopo le relazioni introduttive degli assessori alle politiche sociali Roberta Papi, e Lorena Rambaudi (Regione Liguria) al pomeriggio è ripreso con una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Teresa Tacchella, sui “Capisaldi del nuovo welfare” con amministratori ed esperti provenienti da diverse città italiane. Conclusioni di Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente di Legautonomie.
Al meeting, ha portato il suo saluto il sindaco Marta Vincenzi, la quale ha precisato che «noi non siamo di fronte ad un governo che taglia le spese per far fronte alla crisi internazionale, ma quello che sta succedendo è già cominciato nel 2008. Questa manovra è solo l’esito conclusivo di una filosofia che consiste nell’eliminare le basi della convivenza civile».
Più semplicemente, lo stato sociale che conosciamo rischia di lasciare il posto al mecenatismo e alla beneficenza. Il testimone della denuncia contro la manovra del governo è stato subito raccolto dall’assessore Roberta Papi: «Il fondo nazionale per le politiche sociali è rimasto praticamente all’osso, visto che vale in tutto 218 milioni». Siamo alle briciole, in pratica, visto che siamo passati dai 929 milioni del 2008, ai 583 del 2009 e ai 435 del 2010. Dal prossimo anno, a forza di decrementi e a meno di retromarce del governo, il Fondo nazionale non ci sarà più.
L’assessore ha continuato a snocciolare cifre: il Fondo per la famiglia si è ridotto a 51 milioni (nel 2010 era di 174 milioni), quello per le politiche giovanili agli insignificanti 13 milioni di quest’anno contro gli 81 del 2010, per gli affitti ci sono solo 33 milioni contro i 141 dell’anno scorso e, infine, il Fondo per il diritto allo studio è stato ridotto a 100 milioni (264 milioni nel 2009), sceso nel 2010 a 99 milioni.
L’intervento di Roberta Papi si è concluso sul tema del volontariato, del quale ha ribadito la funzione originale e insostituibile: «Un ruolo che non può essere confuso con quello, altrettanto importante, ma diverso, degli altri soggetti del terzo settore». A questa crisi profonda dello stato sociale, ha detto, si può porre rimedio costruendo un senso di comunità e ritessendo le relazioni sociali e interpersonali, in antitesi ai molteplici fattori di crisi che, in particolare nell’ultimo decennio, hanno investito la nostra società.
Il convegno, organizzato in tre panel di interventi al mattino - dopo le relazioni introduttive degli assessori alle politiche sociali Roberta Papi, e Lorena Rambaudi (Regione Liguria) al pomeriggio è ripreso con una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Teresa Tacchella, sui “Capisaldi del nuovo welfare” con amministratori ed esperti provenienti da diverse città italiane. Conclusioni di Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente di Legautonomie.