Presentate le linee guida del Bilancio
La Finanziaria taglia 14 milioni di euro

Nel 2011 il Comune ha erogato servizi per 100 milioni di euro. Con i vincoli imposti dal Governo nel 2012 il plafond di spesa si restringe a 86 milioni. Incertezza normativa e crisi economica spingono a fine mese l’approvazione del bilancio preventivo. Fa la sua comparsa l’Imu ex Ici. Il maggior gettito andrà quasi interamente allo Stato

Testo Alternativo
Un bilancio di rigore, anzi di “resistenza” come ha sottolineato il sindaco, quello presentato ieri, nelle sue linee generali, in Consiglio Comunale dall’assessore Francesco Miceli. Che le casse di Tursi non navigassero nell’oro era risaputo, ma che le ultime manovre dei governi Berlusconi e Monti avessero diminuito di 83 milioni di euro i trasferimenti statali al capoluogo ligure lo sanno ancora in pochi. “Abbiamo scoperto amaramente – ha commentato l’assessore al bilancio - che il governo Monti, dal quale ci aspettavamo una restituzione dei tagli agli enti locali imposti da Tremonti, che aveva già previsto per il 2012 oltre 50 milioni di minori trasferimenti diretti, ha diminuito ulteriormente questo capitolo di ulteriori 33 milioni di euro”.

A conti fatti, il Comune di Genova avrà 83 milioni di euro in meno per far funzionare i servizi ai cittadini. Ma le analogie tra il governo precedente e l’attuale non finiscono qui. “La manovra Monti ha conservato il quadro tributario della manovra finanziaria di Tremonti con l’imposta di soggiorno, l’imposta municipale propria dal 2013, anticipata al primo gennaio 2012, e altre imposizioni che dovrebbero partire dal 2014”. Ricapitolando: imposta di soggiorno, imposta municipale propria (IMU) e  la manovra sull’addizionale Irpef sono gli unici strumenti finanziari sui quali Palazzo Tursi può ragionare in termini di entrate. La novità più rilevante è quella dell’Imu che ripropone, con qualche modifica, la vecchia Ici. “Bisogna sgomberare il campo – ha precisato l’assessore al Bilancio – da erronee considerazioni che portano i cittadini a ritenere che questa imposta possa risolvere i problemi del bilancio degli enti locali”.

L’imposta municipale propria (Imu) è la riproposizione dell’Ici nella vecchia versione e viene articolata tra l’abitazione principale e altri immobili diversi dell’abitazione principale. È così strutturata. La manovra prevede una rivalutazione del 60 % della base imponibile, cioè della rendita catastale che per gli immobili maggiormente diffusi, quelli della categoria A. Questa rendita catastale così rivalutata viene tassata per lo 7,6 per mille, aliquota base che viene ridotta al 4 per mille per gli immobili destinati ad abitazioni principali. Su queste ultime la manovra prevede una detrazione di 50 euro per ogni figlio minore di 26 anni sino ad un massimo di 400 euro. Questo maggiore gettito va tutto allo Stato, in pratica tutti gli importi che derivano dalle due aliquote base non rimangono a Genova.

Su queste aliquote  il Comune ha la facoltà di applicare una leva del due per mille e del tre per mille rispettivamente sull’aliquota del 4 e su quella del 7,6. Solo in questo caso il Comune può aumentare il gettito del proprio bilancio. “La posizione che prende la Giunta – ha proseguito Miceli - è quella di sfruttare i tre punti percentuali di aumento possibile per gli immobili diversi dalla prima casa, portando l’aliquota dal 7,6 per mille al 10,6 per mille e lasciando inalterata l’aliquota base della prima casa”. La leva tributaria, come dicevamo l’unica sulla quale i comuni possono agire, prevede anche l’uso dell’uno per mille dell’addizionale Irpef , che farà incassare circa 9 milioni e l’imposta di soggiorno che quota 2 milioni di euro.
Genova, 11 gennaio 2012
Ultimo aggiornamento: 11/01/2012
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