Grazie alla spinta propulsiva innescata dalla “rambla”, l’aiuola realizzata nella parte finale di via XX Settembre in occasione di Euroflora, che tante polemiche aveva sollevato sulla sua utilità, tanto da essere ribattezzata “rambletta”, il Comune di Genova ha messo nero su bianco le linee guida del concorso di idee per allontanare il traffico privato dalla strada dello shopping cittadino. «Le coordinate – commenta l’assessore la traffico Simone Farello - sono semplici: l'estensione della pedonalizzazione, il mantenimento della logistica commerciale, il trasporto pubblico in centro strada e infine il completamento di piazza Colombo e via Galata».
Il primo passo per il progetto partecipato è stato fatto a giugno nel corso di un convegno nella facoltà di Architettura. In quella sede si erano confrontati da un lato il sindaco e l’assessore al traffico, dall’altro i commercianti con i presidenti della Camera di Commercio e del Civ locale. Chiamati a discutere del nuovo assetto dell’antica via Giulia, questi ultimi hanno invocato la crisi economica che non consente ai negozianti nessun calo di fatturato. Il Comune, deciso a proseguire nella pedonalizzzione, ha invece messo sul tavolo gli esempi positivi dei Quadrilateri (via Sestri, via San Vincenzo e via Colombo).
A fare da pacieri i docenti di Architettura che, oltre a dare una mano nella realizzazione del progetto definitivo, hanno sposato in pieno l’idea di un concorso urbanistico che coinvolga architetti, docenti e studenti, non solo genovesi, che sappiano portare il loro contributo alla realizzazione del progetto. Sul fatto che via Venti abbia bisogno di un restyling sono tutti più o meno d’accordo. I distinguo nascono su come va riportata al suo antico splendore. Il Comune la immagina un boulevard libero da autovetture con due corsie centrali per i tram. Magari anche un paio di piste ciclabili che corrono ai lati. In coerenza con l’affermazione che si ascolta ormai da qualche anno a Tursi sulla pedonalizzazione di via Venti: disposti a dialogare con tutti sul come ma non sul se.
In fondo, è la tesi dell’amministrazione comunale: via Venti è ormai diventata una via periferica e la sua restituzione alla città lascerà indenne i flussi del traffico. E’ ormai chiaro che la Rambla è stata una sorta di provocazione ma è stata anche la prima prova della parziale pedonalizzazione della ottocentesca arteria stradale che rientra in un progetto più vasto che comprende la metro a Brignole con l’interscambio con i mezzi su gomma pubblici e privati.
Il primo passo per il progetto partecipato è stato fatto a giugno nel corso di un convegno nella facoltà di Architettura. In quella sede si erano confrontati da un lato il sindaco e l’assessore al traffico, dall’altro i commercianti con i presidenti della Camera di Commercio e del Civ locale. Chiamati a discutere del nuovo assetto dell’antica via Giulia, questi ultimi hanno invocato la crisi economica che non consente ai negozianti nessun calo di fatturato. Il Comune, deciso a proseguire nella pedonalizzzione, ha invece messo sul tavolo gli esempi positivi dei Quadrilateri (via Sestri, via San Vincenzo e via Colombo).
A fare da pacieri i docenti di Architettura che, oltre a dare una mano nella realizzazione del progetto definitivo, hanno sposato in pieno l’idea di un concorso urbanistico che coinvolga architetti, docenti e studenti, non solo genovesi, che sappiano portare il loro contributo alla realizzazione del progetto. Sul fatto che via Venti abbia bisogno di un restyling sono tutti più o meno d’accordo. I distinguo nascono su come va riportata al suo antico splendore. Il Comune la immagina un boulevard libero da autovetture con due corsie centrali per i tram. Magari anche un paio di piste ciclabili che corrono ai lati. In coerenza con l’affermazione che si ascolta ormai da qualche anno a Tursi sulla pedonalizzazione di via Venti: disposti a dialogare con tutti sul come ma non sul se.
In fondo, è la tesi dell’amministrazione comunale: via Venti è ormai diventata una via periferica e la sua restituzione alla città lascerà indenne i flussi del traffico. E’ ormai chiaro che la Rambla è stata una sorta di provocazione ma è stata anche la prima prova della parziale pedonalizzazione della ottocentesca arteria stradale che rientra in un progetto più vasto che comprende la metro a Brignole con l’interscambio con i mezzi su gomma pubblici e privati.