Nella giornata conclusiva del convegno, è il momento di pensare al futuro della nostra città: oggi si parla di come Genova possa diventare ancora più europea: le scelte urbanistiche devono essere rivolte a questo grande obiettivo.
Tema “caldo” della sessione plenaria conclusiva della IX Biennale degli urbanisti e delle città europee, a palazzo Ducale, sono i nuovi contenuti del PUC. Nel salone del Maggior Consiglio, tra gli altri, il sindaco Marta Vincenzi, Roberto Bobbio, presidente di Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Liguria, Richard Burdett, consulente per il nuovo PUC, Anna Corsi, di Urbanlab e Paolo Tizzoni, dirigente dell’area Territorio del Comune di Genova.
Recentemente, si è molto discusso sul nuovo piano urbanistico comunale, che rompe gli schemi – alquanto rigidi – della pianificazione cittadina tradizionale proiettando Genova in una dimensione interregionale e transnazionale: «Da questa IX Biennale – esordisce il sindaco Marta Vincenzi – usciamo soddisfatti. Abbiamo infatti avuto modo di notare come, a livello europeo, i temi e le soluzioni da adottare in un’ottica smart siano del tutto simili a quelli contenuti nel nuovo Piano». Genova, quindi, ha tutte le caratteristiche per diventare una città gateway del futuro ma, avverte il primo cittadino, «la “porta” dovrà essere utilizzata per aprire, e non per chiudere». Chiaro il riferimento alla proposta, da parte della Lega Nord, di istituire in città un centro di identificazione e di espulsione. La questione, inoltre, si fa centrale nell'ottica di un nuovo Mediterraneo: le prospettive di scambio che stanno nascendo in questi mesi, scambio commerciale, culturale e di risorse, deve essere colto come un'occasione di sviluppo, di proiezione a livello internazionale della nostra città, che deve tornare ad essere la porta non solo del nord ovest nel nostro paese.
Roberto Bobbio, presidente di Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Liguria traccia un bilancio conclusivo della IX Biennale: «È stata un’occasione per confrontarsi con progetti avanzati di riqualificazione urbana e non solo in ambito europeo. Genova ha delle grandi chance, anche se storicamente sussistono grandi ostacoli: il primo scoglio da superare è una legislazione regionale, in fatto di urbanistica, per certi versi superata. Bisogna mettere in campo strategie che consentano di promuovere l’iniziativa».
"Sistema" è un'altra parola chiave della conferenza, che si svolge in un Salone del Maggior Consiglio quasi pieno e attendo: Genova può svolgere un ruolo importante per un terrorio molto vasto, che va al di là dei confini amministrativi: appunto bisogna "fare sistema" con più realtà, per arrivare agli obiettivi preposti.
Richard Burdett, l’architetto londinese che è subentrato a Renzo Piano nella consulenza per il PUC, ha seguito con attenzione la kermesse genovese: «Una convention di respiro internazionale, che si interessa del futuro delle città, è un’occasione di riflessione importante: attualmente il 52% della popolazione è urbanizzata, tra 20 anni si ipotizza sarà il 75%. Risulta cruciale quindi organizzare al meglio gli spazi urbani». E sul nuovo piano comunale, del quale è uno dei principali ideatori: «Il PUC genovese non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio, transnazionale, di sviluppo sostenibile. Ritengo che in futuro le città saranno, e dovranno essere, il motore dell’economia».
Genova, quindi che vuole cambiare marcia: per fare questo bisogna fare dei progetti a medio termine e nel lungo periodo, bisogna sapere guardare oltre il ritorno immediato, costruendo presupposti di sviluppo lungimiranti.
«Il nostro nuovo Piano urbanistico – spiega l’architetto Anna Corsi – contiene caratteristiche innovative, a partire dalle metodologie di progettazione che abbiamo utilizzato. Il PUC si articola su diversi livelli di pianificazione, tra loro interdipendenti, in modo tale da costituire una struttura organica: si parte dal generale fino arrivare al particolare, mettendo in relazione aspetti sovracomunali e locali». Genova nel 2020, prosegue l’architetto, «sarà una città in cui si vivrà bene, votata alla sostenibilità e all’ambiente: non è un caso se nella descrizione fondativa del PUC si sia partiti dallo studio del clima nella nostra città. L’ambiente è una risorsa su cui puntare, non deve essere visto come una limitazione».
I cambiamenti in una città che vuole crescere devono essere condivisi, per questo «si continuerà a portare avanti il dibattito con i cittadini - spiega Marta Vincenzi, rivolgendosi al gruppo del comita No Gronda presente alla conferenza - perchè il futuro di deve scegliere insieme».
Si chiude tra gli applausi Gateways, dopo quattro giorni di intensi lavori, che hanno portato il meglio dell'urbanistica europea nel capoluogo ligure, e hanno fatto vedere all'Europa quanto Genova sia pronta per le sfide di sviluppo che ci attendono. Il futuro incomincia adesso.
Tema “caldo” della sessione plenaria conclusiva della IX Biennale degli urbanisti e delle città europee, a palazzo Ducale, sono i nuovi contenuti del PUC. Nel salone del Maggior Consiglio, tra gli altri, il sindaco Marta Vincenzi, Roberto Bobbio, presidente di Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Liguria, Richard Burdett, consulente per il nuovo PUC, Anna Corsi, di Urbanlab e Paolo Tizzoni, dirigente dell’area Territorio del Comune di Genova.
Recentemente, si è molto discusso sul nuovo piano urbanistico comunale, che rompe gli schemi – alquanto rigidi – della pianificazione cittadina tradizionale proiettando Genova in una dimensione interregionale e transnazionale: «Da questa IX Biennale – esordisce il sindaco Marta Vincenzi – usciamo soddisfatti. Abbiamo infatti avuto modo di notare come, a livello europeo, i temi e le soluzioni da adottare in un’ottica smart siano del tutto simili a quelli contenuti nel nuovo Piano». Genova, quindi, ha tutte le caratteristiche per diventare una città gateway del futuro ma, avverte il primo cittadino, «la “porta” dovrà essere utilizzata per aprire, e non per chiudere». Chiaro il riferimento alla proposta, da parte della Lega Nord, di istituire in città un centro di identificazione e di espulsione. La questione, inoltre, si fa centrale nell'ottica di un nuovo Mediterraneo: le prospettive di scambio che stanno nascendo in questi mesi, scambio commerciale, culturale e di risorse, deve essere colto come un'occasione di sviluppo, di proiezione a livello internazionale della nostra città, che deve tornare ad essere la porta non solo del nord ovest nel nostro paese.
Roberto Bobbio, presidente di Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Liguria traccia un bilancio conclusivo della IX Biennale: «È stata un’occasione per confrontarsi con progetti avanzati di riqualificazione urbana e non solo in ambito europeo. Genova ha delle grandi chance, anche se storicamente sussistono grandi ostacoli: il primo scoglio da superare è una legislazione regionale, in fatto di urbanistica, per certi versi superata. Bisogna mettere in campo strategie che consentano di promuovere l’iniziativa».
"Sistema" è un'altra parola chiave della conferenza, che si svolge in un Salone del Maggior Consiglio quasi pieno e attendo: Genova può svolgere un ruolo importante per un terrorio molto vasto, che va al di là dei confini amministrativi: appunto bisogna "fare sistema" con più realtà, per arrivare agli obiettivi preposti.
Richard Burdett, l’architetto londinese che è subentrato a Renzo Piano nella consulenza per il PUC, ha seguito con attenzione la kermesse genovese: «Una convention di respiro internazionale, che si interessa del futuro delle città, è un’occasione di riflessione importante: attualmente il 52% della popolazione è urbanizzata, tra 20 anni si ipotizza sarà il 75%. Risulta cruciale quindi organizzare al meglio gli spazi urbani». E sul nuovo piano comunale, del quale è uno dei principali ideatori: «Il PUC genovese non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio, transnazionale, di sviluppo sostenibile. Ritengo che in futuro le città saranno, e dovranno essere, il motore dell’economia».
Genova, quindi che vuole cambiare marcia: per fare questo bisogna fare dei progetti a medio termine e nel lungo periodo, bisogna sapere guardare oltre il ritorno immediato, costruendo presupposti di sviluppo lungimiranti.
«Il nostro nuovo Piano urbanistico – spiega l’architetto Anna Corsi – contiene caratteristiche innovative, a partire dalle metodologie di progettazione che abbiamo utilizzato. Il PUC si articola su diversi livelli di pianificazione, tra loro interdipendenti, in modo tale da costituire una struttura organica: si parte dal generale fino arrivare al particolare, mettendo in relazione aspetti sovracomunali e locali». Genova nel 2020, prosegue l’architetto, «sarà una città in cui si vivrà bene, votata alla sostenibilità e all’ambiente: non è un caso se nella descrizione fondativa del PUC si sia partiti dallo studio del clima nella nostra città. L’ambiente è una risorsa su cui puntare, non deve essere visto come una limitazione».
I cambiamenti in una città che vuole crescere devono essere condivisi, per questo «si continuerà a portare avanti il dibattito con i cittadini - spiega Marta Vincenzi, rivolgendosi al gruppo del comita No Gronda presente alla conferenza - perchè il futuro di deve scegliere insieme».
Si chiude tra gli applausi Gateways, dopo quattro giorni di intensi lavori, che hanno portato il meglio dell'urbanistica europea nel capoluogo ligure, e hanno fatto vedere all'Europa quanto Genova sia pronta per le sfide di sviluppo che ci attendono. Il futuro incomincia adesso.