«Le donne uccise nel corso di quest’anno sono già più di 100. I dati Istat danno un aumento degli episodi di violenza in questi anni, ma il fenomeno è ancora in gran parte sommerso; proprio il confronto con l’elevato numero di femminicidi ce lo conferma. Si sa che le donne hanno spesso difficoltà a denunciare i maltrattamenti che subiscono, i cui autori sono molto spesso i mariti o i fidanzati».
Elena Fiorini, assessora alla Legalità e Diritti con delega per le pari opportunità, è fermamente convinta che sia fondamentale la mobilitazione e che il Comune debba mantenere un ruolo attivo, «perché la difesa delle donne è importante, ma non si possono ottenere risultati rilevanti se non si agisce sulla prevenzione, sull’educazione».
Agire sull’educazione, perché questo tipo di violenza è un fenomeno trasversale, presente in tutte le classi sociali, così come è trasversale la rassegnazione, l’accettazione: le donne raramente denunciano e troppo spesso ritirano le denunce, accettando una condizione di subalternità. «Le donne – prosegue Fiorini – hanno una doppia responsabilità: di imparare che una relazione violenta non è un rapporto d’amore; di educare le figlie e i figli come cittadini che non sopportino di vivere in una famiglia violenta. Perché, in genere, il violento e la vittima di oggi hanno appreso la loro modalità relazionale nelle famiglie d’origine e, diventati adulti, seguono l’esempio dei genitori».
Gli uomini invece possono riflettere sulle loro modalità relazionali, apprendere che i comportamenti possono mutare, impegnarsi per migliorare.
Il Comune di Genova attribuisce perciò grande importanza alla giornata mondiale del 25 novembre, per la cui celebrazione ha organizzato, in collaborazione con la rete delle associazioni femminili contro la violenza sulle donne con la rete delle donne per la politica, diverse iniziative nell’arco di due settimane. Si vuole che queste iniziative siano un metaforico “pugno nello stomaco”, «per stimolare una maggiore partecipazione alla vita pubblica, politica e sociale, per sollecitare una valorizzazione delle donne dal punto di vista lavorativo, per stigmatizzare l’uso che media e pubblicità fanno del corpo delle donne, per denunciare la sottovalutazione del fenomeno della violenza di genere»
Particolare importanza hanno, per questa Amministrazione, la sensibilizzazione sulla convenzione “No more”, contro la violenza maschile sulle donne e il femminicidio, e la raccolta di fondi per il Centro Antiviolenza, strumento indispensabile per il contrasto del fenomeno, per la sua prevenzione e per la promozione di un cambiamento culturale. Il Centro si è trovato senza finanziamenti a causa dell’abolizione delle Province e dei tagli ai bilanci di Comune e Regione. «Il Comune si sta impegnando per superare l’attuale difficoltà e per dare al Centro la stabilità necessaria», informa Fiorini.
La Città di Genova ha aderito anche all'iniziativa di Serena Dandini che sarà in scena il 9 dicembre al teatro della Corte alle ore 21. lo spettacolo "Ferite a morte" vuole sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni
Per maggiori informazioni : http://www.feriteamorte.it/
Elena Fiorini, assessora alla Legalità e Diritti con delega per le pari opportunità, è fermamente convinta che sia fondamentale la mobilitazione e che il Comune debba mantenere un ruolo attivo, «perché la difesa delle donne è importante, ma non si possono ottenere risultati rilevanti se non si agisce sulla prevenzione, sull’educazione».
Agire sull’educazione, perché questo tipo di violenza è un fenomeno trasversale, presente in tutte le classi sociali, così come è trasversale la rassegnazione, l’accettazione: le donne raramente denunciano e troppo spesso ritirano le denunce, accettando una condizione di subalternità. «Le donne – prosegue Fiorini – hanno una doppia responsabilità: di imparare che una relazione violenta non è un rapporto d’amore; di educare le figlie e i figli come cittadini che non sopportino di vivere in una famiglia violenta. Perché, in genere, il violento e la vittima di oggi hanno appreso la loro modalità relazionale nelle famiglie d’origine e, diventati adulti, seguono l’esempio dei genitori».
Gli uomini invece possono riflettere sulle loro modalità relazionali, apprendere che i comportamenti possono mutare, impegnarsi per migliorare.
Il Comune di Genova attribuisce perciò grande importanza alla giornata mondiale del 25 novembre, per la cui celebrazione ha organizzato, in collaborazione con la rete delle associazioni femminili contro la violenza sulle donne con la rete delle donne per la politica, diverse iniziative nell’arco di due settimane. Si vuole che queste iniziative siano un metaforico “pugno nello stomaco”, «per stimolare una maggiore partecipazione alla vita pubblica, politica e sociale, per sollecitare una valorizzazione delle donne dal punto di vista lavorativo, per stigmatizzare l’uso che media e pubblicità fanno del corpo delle donne, per denunciare la sottovalutazione del fenomeno della violenza di genere»
Particolare importanza hanno, per questa Amministrazione, la sensibilizzazione sulla convenzione “No more”, contro la violenza maschile sulle donne e il femminicidio, e la raccolta di fondi per il Centro Antiviolenza, strumento indispensabile per il contrasto del fenomeno, per la sua prevenzione e per la promozione di un cambiamento culturale. Il Centro si è trovato senza finanziamenti a causa dell’abolizione delle Province e dei tagli ai bilanci di Comune e Regione. «Il Comune si sta impegnando per superare l’attuale difficoltà e per dare al Centro la stabilità necessaria», informa Fiorini.
La Città di Genova ha aderito anche all'iniziativa di Serena Dandini che sarà in scena il 9 dicembre al teatro della Corte alle ore 21. lo spettacolo "Ferite a morte" vuole sensibilizzare, attraverso il linguaggio della drammaturgia, le Istituzioni italiane e l’opinione pubblica circa un fenomeno dai dati ancora incerti, ma che comporta in Italia – come ci raccontano le rare statistiche – una vittima ogni due, tre giorni
Per maggiori informazioni : http://www.feriteamorte.it/