Con l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale da parte del consiglio Comunale si chiude un percorso iniziato a luglio 2007 che ha visto la partecipazione e il coinvolgimento dei Municipi e dei principali stakeholders. Con il nuovo Puc, Genova si dota di uno strumento che risponde a tutti coloro che vivono la città (dai bambini agli anziani, dagli operai agli imprenditori), interessando positivamente il modo di vivere, di muoversi, di lavorare, di studiare.
L’obiettivo del Piano è garantire uno sviluppo sostenibile, legato a principi di qualità sociale, fondato sulla valorizzazione delle sue risorse e sulle potenzialità di relazione con il Mediterraneo e con l’Europa, opponendo al calo demografico l’attrazione di una nuova cittadinanza.
Proteggere e rispettare il territorio non significa rinunciare allo sviluppo urbano ma vuol dire tener conto dei criteri di sostenibilità e di messa in sicurezza del territorio anche da eventi estremi e dai rischi idrogeologici. Una scelta non più rinviabile, come ci ha drammaticamente insegnato l’alluvione del 4 novembre scorso.
Rispetto agli attuali 610.000 residenti, il nuovo Piano Urbanistico è stato dimensionato su di una previsione futura di 680.000 abitanti, che utilizzeranno la complessiva capacità del patrimonio esistente e quella dei nuovi distretti di trasformazione.
Attualmente uno dei problemi fondamentali di Genova è il deficit di infrastrutture per la mobilità e il conseguente isolamento socio-economico. Le nuove opere di collegamento previste dal Piano Urbanistico permetteranno a Genova di giocare un ruolo di prim'ordine nel quadro europeo e nel Mediterraneo, così da candidarla a essere un modello ideale di città.
Il nuovo sistema infrastrutturale genovese s’incentra sulla realizzazione del Terzo Valico ferroviario, la riorganizzazione del nodo ferroviario e del nuovo nodo autostradale (gronda di ponente).
Il nodo ferroviario, in particolare, collegherà Genova con il nord Europa e consentirà di potenziare i traffici portuali garantendo lo sviluppo delle attività del porto, trasferendo su ferro buona parte del traffico merci e migliorando di conseguenza anche l’efficienza dei flussi di traffico su gomma. Il nuovo nodo autostradale rappresenta un potenziamento del sistema autostradale che attraversa Genova, consentendo di alleggerire il traffico urbano all’interno della città e l’incremento della competitività del porto di Genova a livello Europeo.
Nel nuovo Piano Urbanistico il rapporto tra la città costruita e l’ambiente verde ricopre un ruolo fondamentale, svolgendo funzioni essenziali in termini di miglioramento del micro-clima, contrastando l’inquinamento atmosferico, termico, chimico e acustico dell’ambiente urbano.
Il nuovo strumento promuove, inoltre, l’edilizia bioclimatica, un nuovo modo di costruire e abitare cioè che migliora l’efficienza degli scambi tra edificio e ambiente. Un ruolo fondamentale, in questo senso, sarà svolto dalla progettazione architettonica bioclimatica e in particolare dall’efficienza energetica dell’ambiente costruito, poiché una grande quantità delle emissioni dei gas inquinanti (tra cui la CO2 responsabile dell’effetto serra) proviene proprio dagli impianti di climatizzazione e di riscaldamento.
La cosiddetta “linea blu” visualizzata nella mappa della città del futuro, rappresenta la linea di integrazione fra la città e il mare, lungo la quale gli interventi pianificatori saranno volti alla valorizzazione del paesaggio costiero in termini di vivibilità, visibilità e accessibilità al litorale, anche attraverso la riduzione delle aree. Il legame con il mare sarà rafforzato anche attraverso il potenziamento dei mezzi di trasporto costieri che favoriranno gli spostamenti locali snellendo il traffico urbano.
La scelta di “costruire sul costruito”, come riqualificazione e completamento piuttosto che come espansione, ha l’obiettivo di innescare un diffuso processo di sostituzione dal patrimonio edilizio non storico per rilanciarne l’efficienza funzionale ed energetica. Nella Genova del futuro saranno riqualificate le aree dismesse (circa 293 ettari) realizzando così il progetto di riqualificazione del territorio. Tali aree saranno in parte nuovamente destinate a fini produttivi e in parte destinate a funzioni di tipo urbano.
Per quanto riguarda l’offerta di posti di lavoro, si prevede il passaggio dagli attuali 285.000 addetti (in gran parte residenti all’interno del territorio comunale) a futuri 320.000. A fronte di tale capacità, i servizi considerati sono stati dimensionati per circa 970.000. Ciò significa una visione innovativa di servizi destinati ad esigenze articolate, di tipo abitativo, ma anche connessi ai luoghi di lavoro e rivolti ad una popolazione che integra risorse umane differenti, anche non stabili, ma attratte dalle risorse e dalle occasioni di sviluppo (attività produttive e tecnologiche di eccellenza, offerta formativa e culturale, turismo).
I 10 principi che hanno ispirato il nuovo Piano Urbanistico Comunale
1. Genova futura come città sostenibile che imposta il suo sviluppo su una valorizzazione delle risorse che connotano la sua identità. Il sistema città-porto esalta la sua posizione nell’arco del Mediterraneo, si collega con le reti europee, e razionalizza le funzioni a mare potenziandosi nell’oltreappennino. La città recupera spazi, ritrova il rapporto con il verde e il mare, integra funzioni, migliora la qualità di vita.
2. La linea verde e la linea blu quali espressioni della relazione fra la città compatta ed il territorio verde, ed il mare, da preservare, migliorare, e ricostruire.
3. Ricostruire il rapporto con il verde, come rapporto reale tra la natura e la città. Riconoscere un confine di tipo intellettuale tra il verde e la città compatta, oltre il quale la città non si espande e si privilegia il verde. Riequilibrare gli spazi vuoti o verdi con il costruito, realizzare una rete di percorsi e spazi verdi anche piccoli.
4. Ricostruire il rapporto della città con il mare come rapporto reale tra l’acqua e la terra. Il rapporto città-mare deve esprimersi non solo attraverso il porto, ma mediante un legame con il territorio più ampio e complesso: ritrovare il mare perseguendo la trasparenza contro l’opacità. Perseguire la visibilità, la fruibilità e l’accessibilità del litorale.
5. Costruire sul costruito come riqualificazione e completamento piuttosto che espansione. Non prevedere nuove periferie che comportano costi sociali, ambientali ed economici non sostenibili, consumi territoriali ed infrastrutturali. Crescere attraverso il recupero del tessuto urbano, la riconversione di aree o edifici dismessi favorendo le aree accessibili e dotate di servizi.
6. Privilegiare il trasporto pubblico rispetto al trasporto privato come obiettivo prioritario della mobilità urbana. Perseguire un buon sistema di trasporto pubblico mediante selezionati investimenti, limitare la realizzazione di nuove strade e di nuovi parcheggi attrattori di traffico in città, privilegiare i parcheggi d’interscambio sulla cintura urbana o connessi alle reti infrastrutturali significative. La sostenibilità è perseguita sia tramite l’intermodalità delle tipologie di trasporto pubblico sia mediante l’adozione di soluzione alternative eco-compatibili (via ferro, via gomma via mare, impianti di risalita, ecc.).
7. I grandi progetti e i piccoli progetti come trasformazione dei grandi ambiti e contestuale recupero e valorizzazione delle aree a livello di quartiere. Adottare una strategia di pianificazione che tenga conto delle diverse scale. I grandi progetti, per la loro complessità ed i lunghi tempi di attuazione, richiedono una programmazione per fasi con organizzate forme di partecipazione dei soggetti interessati e dell’intera comunità. I piccoli progetti avviati con modalità e tempi rapidi contribuiscono tempestivamente al miglioramento della qualità urbano, risultano subito percepibili e fruibili dai cittadini e consentono una loro diretta partecipazione.
8. La qualità urbana come requisito essenziale per ogni progetto di riqualificazione; la qualità e la bellezza architettonica degli spazi non sono un’astrazione superficiale, ma vanno perseguite per la loro ricaduta fondamentale sulla vita della comunità. La qualità urbana è conseguita tramite progetti sostenibili che integrano le diverse valenze funzionali.
9. Integrazione sociale come principio imprescindibile della pianificazione urbanistica e dell’architettura. Le periferie e la città interiorizzano la frontiera che le divide e diventano due mondi separati. Per evitare l’esistenza di ghetti e coordinare le diverse parti della città metropolitana occorre riqualificare i centri esistenti e realizzare spazi che prevedano eque integrazioni sociali.
10. I concorsi, strumento per lo sviluppo delle previsioni di pianificazione e della progettazione pubblica come occasione di confronto sia di livello nazionale ed internazionale (grandi progetti) che a scala locale (piccoli progetti).
L’obiettivo del Piano è garantire uno sviluppo sostenibile, legato a principi di qualità sociale, fondato sulla valorizzazione delle sue risorse e sulle potenzialità di relazione con il Mediterraneo e con l’Europa, opponendo al calo demografico l’attrazione di una nuova cittadinanza.
Proteggere e rispettare il territorio non significa rinunciare allo sviluppo urbano ma vuol dire tener conto dei criteri di sostenibilità e di messa in sicurezza del territorio anche da eventi estremi e dai rischi idrogeologici. Una scelta non più rinviabile, come ci ha drammaticamente insegnato l’alluvione del 4 novembre scorso.
Rispetto agli attuali 610.000 residenti, il nuovo Piano Urbanistico è stato dimensionato su di una previsione futura di 680.000 abitanti, che utilizzeranno la complessiva capacità del patrimonio esistente e quella dei nuovi distretti di trasformazione.
Attualmente uno dei problemi fondamentali di Genova è il deficit di infrastrutture per la mobilità e il conseguente isolamento socio-economico. Le nuove opere di collegamento previste dal Piano Urbanistico permetteranno a Genova di giocare un ruolo di prim'ordine nel quadro europeo e nel Mediterraneo, così da candidarla a essere un modello ideale di città.
Il nuovo sistema infrastrutturale genovese s’incentra sulla realizzazione del Terzo Valico ferroviario, la riorganizzazione del nodo ferroviario e del nuovo nodo autostradale (gronda di ponente).
Il nodo ferroviario, in particolare, collegherà Genova con il nord Europa e consentirà di potenziare i traffici portuali garantendo lo sviluppo delle attività del porto, trasferendo su ferro buona parte del traffico merci e migliorando di conseguenza anche l’efficienza dei flussi di traffico su gomma. Il nuovo nodo autostradale rappresenta un potenziamento del sistema autostradale che attraversa Genova, consentendo di alleggerire il traffico urbano all’interno della città e l’incremento della competitività del porto di Genova a livello Europeo.
Nel nuovo Piano Urbanistico il rapporto tra la città costruita e l’ambiente verde ricopre un ruolo fondamentale, svolgendo funzioni essenziali in termini di miglioramento del micro-clima, contrastando l’inquinamento atmosferico, termico, chimico e acustico dell’ambiente urbano.
Il nuovo strumento promuove, inoltre, l’edilizia bioclimatica, un nuovo modo di costruire e abitare cioè che migliora l’efficienza degli scambi tra edificio e ambiente. Un ruolo fondamentale, in questo senso, sarà svolto dalla progettazione architettonica bioclimatica e in particolare dall’efficienza energetica dell’ambiente costruito, poiché una grande quantità delle emissioni dei gas inquinanti (tra cui la CO2 responsabile dell’effetto serra) proviene proprio dagli impianti di climatizzazione e di riscaldamento.
La cosiddetta “linea blu” visualizzata nella mappa della città del futuro, rappresenta la linea di integrazione fra la città e il mare, lungo la quale gli interventi pianificatori saranno volti alla valorizzazione del paesaggio costiero in termini di vivibilità, visibilità e accessibilità al litorale, anche attraverso la riduzione delle aree. Il legame con il mare sarà rafforzato anche attraverso il potenziamento dei mezzi di trasporto costieri che favoriranno gli spostamenti locali snellendo il traffico urbano.
La scelta di “costruire sul costruito”, come riqualificazione e completamento piuttosto che come espansione, ha l’obiettivo di innescare un diffuso processo di sostituzione dal patrimonio edilizio non storico per rilanciarne l’efficienza funzionale ed energetica. Nella Genova del futuro saranno riqualificate le aree dismesse (circa 293 ettari) realizzando così il progetto di riqualificazione del territorio. Tali aree saranno in parte nuovamente destinate a fini produttivi e in parte destinate a funzioni di tipo urbano.
Per quanto riguarda l’offerta di posti di lavoro, si prevede il passaggio dagli attuali 285.000 addetti (in gran parte residenti all’interno del territorio comunale) a futuri 320.000. A fronte di tale capacità, i servizi considerati sono stati dimensionati per circa 970.000. Ciò significa una visione innovativa di servizi destinati ad esigenze articolate, di tipo abitativo, ma anche connessi ai luoghi di lavoro e rivolti ad una popolazione che integra risorse umane differenti, anche non stabili, ma attratte dalle risorse e dalle occasioni di sviluppo (attività produttive e tecnologiche di eccellenza, offerta formativa e culturale, turismo).
I 10 principi che hanno ispirato il nuovo Piano Urbanistico Comunale
1. Genova futura come città sostenibile che imposta il suo sviluppo su una valorizzazione delle risorse che connotano la sua identità. Il sistema città-porto esalta la sua posizione nell’arco del Mediterraneo, si collega con le reti europee, e razionalizza le funzioni a mare potenziandosi nell’oltreappennino. La città recupera spazi, ritrova il rapporto con il verde e il mare, integra funzioni, migliora la qualità di vita.
2. La linea verde e la linea blu quali espressioni della relazione fra la città compatta ed il territorio verde, ed il mare, da preservare, migliorare, e ricostruire.
3. Ricostruire il rapporto con il verde, come rapporto reale tra la natura e la città. Riconoscere un confine di tipo intellettuale tra il verde e la città compatta, oltre il quale la città non si espande e si privilegia il verde. Riequilibrare gli spazi vuoti o verdi con il costruito, realizzare una rete di percorsi e spazi verdi anche piccoli.
4. Ricostruire il rapporto della città con il mare come rapporto reale tra l’acqua e la terra. Il rapporto città-mare deve esprimersi non solo attraverso il porto, ma mediante un legame con il territorio più ampio e complesso: ritrovare il mare perseguendo la trasparenza contro l’opacità. Perseguire la visibilità, la fruibilità e l’accessibilità del litorale.
5. Costruire sul costruito come riqualificazione e completamento piuttosto che espansione. Non prevedere nuove periferie che comportano costi sociali, ambientali ed economici non sostenibili, consumi territoriali ed infrastrutturali. Crescere attraverso il recupero del tessuto urbano, la riconversione di aree o edifici dismessi favorendo le aree accessibili e dotate di servizi.
6. Privilegiare il trasporto pubblico rispetto al trasporto privato come obiettivo prioritario della mobilità urbana. Perseguire un buon sistema di trasporto pubblico mediante selezionati investimenti, limitare la realizzazione di nuove strade e di nuovi parcheggi attrattori di traffico in città, privilegiare i parcheggi d’interscambio sulla cintura urbana o connessi alle reti infrastrutturali significative. La sostenibilità è perseguita sia tramite l’intermodalità delle tipologie di trasporto pubblico sia mediante l’adozione di soluzione alternative eco-compatibili (via ferro, via gomma via mare, impianti di risalita, ecc.).
7. I grandi progetti e i piccoli progetti come trasformazione dei grandi ambiti e contestuale recupero e valorizzazione delle aree a livello di quartiere. Adottare una strategia di pianificazione che tenga conto delle diverse scale. I grandi progetti, per la loro complessità ed i lunghi tempi di attuazione, richiedono una programmazione per fasi con organizzate forme di partecipazione dei soggetti interessati e dell’intera comunità. I piccoli progetti avviati con modalità e tempi rapidi contribuiscono tempestivamente al miglioramento della qualità urbano, risultano subito percepibili e fruibili dai cittadini e consentono una loro diretta partecipazione.
8. La qualità urbana come requisito essenziale per ogni progetto di riqualificazione; la qualità e la bellezza architettonica degli spazi non sono un’astrazione superficiale, ma vanno perseguite per la loro ricaduta fondamentale sulla vita della comunità. La qualità urbana è conseguita tramite progetti sostenibili che integrano le diverse valenze funzionali.
9. Integrazione sociale come principio imprescindibile della pianificazione urbanistica e dell’architettura. Le periferie e la città interiorizzano la frontiera che le divide e diventano due mondi separati. Per evitare l’esistenza di ghetti e coordinare le diverse parti della città metropolitana occorre riqualificare i centri esistenti e realizzare spazi che prevedano eque integrazioni sociali.
10. I concorsi, strumento per lo sviluppo delle previsioni di pianificazione e della progettazione pubblica come occasione di confronto sia di livello nazionale ed internazionale (grandi progetti) che a scala locale (piccoli progetti).