La Loggia della Mercanzia, nella sua veste rinnovata (il costo dei lavori di restauro si aggira intorno ai 200 mila euro), apre i battenti al pubblico e per l’occasione ospita la mostra “Genova Oggi Genova Domani” (curata dall'architetto e urbanista Richard Burdett) che illustra le linee fondamentali di sviluppo della città contenute nel nuovo Piano Urbanistico Comunale, il cui progetto preliminare è stato approvato formalmente questa mattina in Giunta.
All’interno del prestigioso edificio di Piazza Banchi, che da oggi ospiterà il Genova Urban Center, che si è trasferito qui dalla chiatta in Darsena, si svolgeranno convegni e incontri sulle trasformazioni urbanistiche che interesseranno la città. Un modo per coinvolgere la cittadinanza nel processo di rinnovamento urbano e un nuovo modo di guardare al futuro, che ha nella sostenibilità e nel “costruire sul costruito” i suoi punti cardine.
«Con questa inaugurazione - ha esordito Marta Vincenzi alla conferenza stampa di presentazione - è nostra intenzione far sì che il lavoro di pianificazione fin qui svolto esca dalla mente dei tecnici e degli addetti ai lavori e diventi patrimonio condiviso».
Luogo di scambio per antonomasia - La Loggia, costruita tra il 1589 e il 1595 da Andrea Ceresola e Giovanni Donzello, venne ceduta alla Camera di Commercio nel 1839 e dal 1855 ospitò la prima Borsa Merci in Italia (che sarà poi trasferita nel 1912 in piazza De Ferrari). «Questo è sempre stato un luogo di scambio di merci e valori. Con la riapertura manteniamo la linea, solo che si tratta di valori etici e civili. In passato – dichiara il sindaco – ho sempre sognato di trasformarlo in una grande “Casa del Popolo”, un agorà di discussione e condivisione. Oggi vedo questo sogno in parte realizzato». Nei grandi pannelli che compongono la mostra, divisi in quattro aree tematiche (Sviluppare economia e società, Rafforzare le relazioni, Valorizzare il patrimonio urbano, Costruire sul costruito) sono racchiusi i punti chiave del PUC.
Oggi e Domani. Gli obiettivi del PUC in cifre - Uno in particolare riassume la situazione attuale della città e la mette a confronto con gli obiettivi che si pone il piano: Genova ha 608.015 abitanti (all’1 gennaio 2010) di cui il 26,9% sopra i 65 anni, con 75 stranieri per 1.000 abitanti. Copre una superficie di 243 chilometri quadrati, ha 33 chilometri di costa, 609 ettari di verde pubblico, 1.280.000 metri quadri di parcheggi pubblici, 21 tra stazioni e fermate ferroviarie e un solo parcheggio di interscambio. Per raggiungere Milano in treno, i tempi di percorrenza partendo da Genova in treno si aggirano mediamente intorno ai 91 minuti.
Nel 2020, l’attuazione del nuovo piano dovrebbe portare a una riduzione del 23,7% di emissioni di anidride carbonica (rispetto ai dati 2005), in coerenza con la politica di risparmio energetico e riduzione dei consumi di energia promossa nell’ambito di Smart Cities e a un aumento pari al 21% del verde pubblico con 50 chilometri in più di nuovi viali alberati. Il traffico veicolare (grazie alla qualità dei servizi pubblici e alle nuove linee) diminuirà dell’8,2%, verranno realizzati 8 nuovi parcheggi di interscambio e 13 nuove stazioni e fermate ferroviarie. Il tratto di costa interessato da progetti di riqualificazione sarà di circa 10 chilometri, 180 saranno i chilometri quadrati di terreno oltre la “linea verde” (la linea teorica di “contenimento” della città) salvaguardati da nuove trasformazioni edilizie. Infine, se tutto andrà come deve andare, si assisterà ad un incremento delle attività produttive del 10% e serviranno solo 58 minuti per andare a Milano in treno, aprendo nuovi scenari lavorativi per i genovesi anche nella capitale economica del nord. Valpolcevera e Val Bisagno, due assi fondamentali – Genova, vista dall’alto, ricorda un pigreco rovesciato. Sia la Valpolcevera che la Val Bisagno hanno un ruolo di rilievo all’interno del Puc: la prima viene riqualificata come arteria di connessione con il Nord Italia, naturale porta di accesso alla città dalla Pianura Padana. Dotata di importanti aree di trasformazione, in futuro potrà contare sul potenziamento della già buona accessibilità, costituendo un luogo privilegiato da cui innescare la nuova strategia di sviluppo della città, attraverso la creazione di nuove opportunità per insediamenti residenziali, commerciali e produttivi. La Val Bisagno, oltre a costituire la prima tratta di una direttrice storica tra Genova e Piacenza, rappresenta anch’essa una zona strategica della città. L’occasione di un progetto complessivo di riqualificazione trova spunto dalla proposta di un nuovo sistema di trasporto pubblico in sede protetta che arriverà quasi a dimezzare gli attuali tempi di percorrenza.
Le tre linee di Piano – In uno schizzo tracciato da Renzo Piano (che con Oriol Bohigas, Amanda Burden, Richard Burdett e Richard Rogers ha formato il tavolo di idee di Urban Lab, che ha dato il via alla progettazione del Puc), Genova viene percorsa da tre linee, una blu, che indica il fronte mare, una rossa che mette in evidenza gli assi della città (altro non è che il pigreco rovescito di cui sopra) e una verde, che deve essere letta come “contenimento”. Il capoluogo ligure non deve perseguire uno sviluppo edilizio forsennato e perciò non sostenibile, proprio in virtù della sua conformazione territoriale. Nel tratto compreso tra la linea blu e la linea verde esistono spazi da riqualificare, e questo rappresenta uno dei leitmotiv del piano: costruire sul costruito, senza mai uscire dalla linea verde. Leggere la città in questa chiave innovativa apre la strada a nuovi interrogativi: quelli relativi ai rapporti di Genova con la Liguria, l’Italia e l’Europa. In un mondo globalizzato bisogna continuamente fare riferimento al contesto internazionale, cercando di capire quali effetti potranno avere i cambiamenti urbanistici della città nel panorama estero, e viceversa. Impossibile pensare ad una riqualificazione del porto, ad esempio, senza tenere conto di ciò che sta accadendo nelle grandi città di mare europee, da Barcellona a Rotterdam.
A disposizione dei cittadini – Lo spazio di piazza Banchi, da oggi, sarà a disposizione dei cittadini: un’occasione per capire meglio in che direzione si sta muovendo la città. Personale qualificato di Urban Lab sarà a disposizione (in base ad un calendario che verrà reso noto a breve) per chiarimenti e per raccogliere consigli e sensazioni. Solo attraverso un processo di condivisione su larga scala Genova tornerà ad essere un punto strategico in Europa.
All’interno del prestigioso edificio di Piazza Banchi, che da oggi ospiterà il Genova Urban Center, che si è trasferito qui dalla chiatta in Darsena, si svolgeranno convegni e incontri sulle trasformazioni urbanistiche che interesseranno la città. Un modo per coinvolgere la cittadinanza nel processo di rinnovamento urbano e un nuovo modo di guardare al futuro, che ha nella sostenibilità e nel “costruire sul costruito” i suoi punti cardine.
«Con questa inaugurazione - ha esordito Marta Vincenzi alla conferenza stampa di presentazione - è nostra intenzione far sì che il lavoro di pianificazione fin qui svolto esca dalla mente dei tecnici e degli addetti ai lavori e diventi patrimonio condiviso».
Luogo di scambio per antonomasia - La Loggia, costruita tra il 1589 e il 1595 da Andrea Ceresola e Giovanni Donzello, venne ceduta alla Camera di Commercio nel 1839 e dal 1855 ospitò la prima Borsa Merci in Italia (che sarà poi trasferita nel 1912 in piazza De Ferrari). «Questo è sempre stato un luogo di scambio di merci e valori. Con la riapertura manteniamo la linea, solo che si tratta di valori etici e civili. In passato – dichiara il sindaco – ho sempre sognato di trasformarlo in una grande “Casa del Popolo”, un agorà di discussione e condivisione. Oggi vedo questo sogno in parte realizzato». Nei grandi pannelli che compongono la mostra, divisi in quattro aree tematiche (Sviluppare economia e società, Rafforzare le relazioni, Valorizzare il patrimonio urbano, Costruire sul costruito) sono racchiusi i punti chiave del PUC.
Oggi e Domani. Gli obiettivi del PUC in cifre - Uno in particolare riassume la situazione attuale della città e la mette a confronto con gli obiettivi che si pone il piano: Genova ha 608.015 abitanti (all’1 gennaio 2010) di cui il 26,9% sopra i 65 anni, con 75 stranieri per 1.000 abitanti. Copre una superficie di 243 chilometri quadrati, ha 33 chilometri di costa, 609 ettari di verde pubblico, 1.280.000 metri quadri di parcheggi pubblici, 21 tra stazioni e fermate ferroviarie e un solo parcheggio di interscambio. Per raggiungere Milano in treno, i tempi di percorrenza partendo da Genova in treno si aggirano mediamente intorno ai 91 minuti.
Nel 2020, l’attuazione del nuovo piano dovrebbe portare a una riduzione del 23,7% di emissioni di anidride carbonica (rispetto ai dati 2005), in coerenza con la politica di risparmio energetico e riduzione dei consumi di energia promossa nell’ambito di Smart Cities e a un aumento pari al 21% del verde pubblico con 50 chilometri in più di nuovi viali alberati. Il traffico veicolare (grazie alla qualità dei servizi pubblici e alle nuove linee) diminuirà dell’8,2%, verranno realizzati 8 nuovi parcheggi di interscambio e 13 nuove stazioni e fermate ferroviarie. Il tratto di costa interessato da progetti di riqualificazione sarà di circa 10 chilometri, 180 saranno i chilometri quadrati di terreno oltre la “linea verde” (la linea teorica di “contenimento” della città) salvaguardati da nuove trasformazioni edilizie. Infine, se tutto andrà come deve andare, si assisterà ad un incremento delle attività produttive del 10% e serviranno solo 58 minuti per andare a Milano in treno, aprendo nuovi scenari lavorativi per i genovesi anche nella capitale economica del nord. Valpolcevera e Val Bisagno, due assi fondamentali – Genova, vista dall’alto, ricorda un pigreco rovesciato. Sia la Valpolcevera che la Val Bisagno hanno un ruolo di rilievo all’interno del Puc: la prima viene riqualificata come arteria di connessione con il Nord Italia, naturale porta di accesso alla città dalla Pianura Padana. Dotata di importanti aree di trasformazione, in futuro potrà contare sul potenziamento della già buona accessibilità, costituendo un luogo privilegiato da cui innescare la nuova strategia di sviluppo della città, attraverso la creazione di nuove opportunità per insediamenti residenziali, commerciali e produttivi. La Val Bisagno, oltre a costituire la prima tratta di una direttrice storica tra Genova e Piacenza, rappresenta anch’essa una zona strategica della città. L’occasione di un progetto complessivo di riqualificazione trova spunto dalla proposta di un nuovo sistema di trasporto pubblico in sede protetta che arriverà quasi a dimezzare gli attuali tempi di percorrenza.
Le tre linee di Piano – In uno schizzo tracciato da Renzo Piano (che con Oriol Bohigas, Amanda Burden, Richard Burdett e Richard Rogers ha formato il tavolo di idee di Urban Lab, che ha dato il via alla progettazione del Puc), Genova viene percorsa da tre linee, una blu, che indica il fronte mare, una rossa che mette in evidenza gli assi della città (altro non è che il pigreco rovescito di cui sopra) e una verde, che deve essere letta come “contenimento”. Il capoluogo ligure non deve perseguire uno sviluppo edilizio forsennato e perciò non sostenibile, proprio in virtù della sua conformazione territoriale. Nel tratto compreso tra la linea blu e la linea verde esistono spazi da riqualificare, e questo rappresenta uno dei leitmotiv del piano: costruire sul costruito, senza mai uscire dalla linea verde. Leggere la città in questa chiave innovativa apre la strada a nuovi interrogativi: quelli relativi ai rapporti di Genova con la Liguria, l’Italia e l’Europa. In un mondo globalizzato bisogna continuamente fare riferimento al contesto internazionale, cercando di capire quali effetti potranno avere i cambiamenti urbanistici della città nel panorama estero, e viceversa. Impossibile pensare ad una riqualificazione del porto, ad esempio, senza tenere conto di ciò che sta accadendo nelle grandi città di mare europee, da Barcellona a Rotterdam.
A disposizione dei cittadini – Lo spazio di piazza Banchi, da oggi, sarà a disposizione dei cittadini: un’occasione per capire meglio in che direzione si sta muovendo la città. Personale qualificato di Urban Lab sarà a disposizione (in base ad un calendario che verrà reso noto a breve) per chiarimenti e per raccogliere consigli e sensazioni. Solo attraverso un processo di condivisione su larga scala Genova tornerà ad essere un punto strategico in Europa.