“Genova è una città speciale. E’ l’unica città in cui i nazisti si arresero ai partigiani. Dovete essere orgogliosi di Genova”. La presidente della Camera, Laura Boldrini, viene accolta da un grande applauso in piazza Matteotti per festeggiare “la festa più bella, che è la festa della libertà”.
Sotto la prestigiosa facciata di palazzo Ducale approda come ogni anno la manifestazione per ricordare la Resistenza. Il lungo corteo ha attraversato via XX settembre, al Ponte monumentale ha reso omaggio ai caduti, poi, a De Ferrari sotto i portici dell’accademia, ha commemorato il partigiano presidente della Repubblica Sandro Pertini e Luciano Bolis, perseguitato e torturato dal fascismo e fondatore del Movimento federalista europeo.
Come è tradizione, la lettura solenne dell’atto di resa del generale tedesco Meinhold nelle mani dell’operaio Remo Scappini, presidente del Comitato di liberazione nazionale, ha rievocato la Liberazione della città, medaglia d’oro per la Resistenza.
Ma è soprattutto al presente che si rivolge nel suo discorso il sindaco Marco Doria ponendo un interrogativo rivolto alle nuove generazioni. “Perché, ad oltre settanta anni dal 1945, è giusto e necessario definirsi antifascisti?”. “Perché - risponde - bisogna fare i conti con la storia ed è giusto riconoscere che il fascismo è nato proprio in Italia”. L’Italia si è liberata dal fascismo e per noi italiani essere “contro” il fascismo vuol dire continuare ad essere “oggi” contro ciò che il fascismo ha rappresentato nei suoi elementi distintivi: contro la repressione di chi la pensa diversamente; contro il razzismo che il fascismo codificò nelle leggi razziali; contro la guerra (che il fascismo scatenò contro l’Etiopia, poi contro la Repubblica spagnola, poi trascinando il Paese nel conflitto mondiale); contro un’idea di famiglia che confinava le donne. “Che ci sia un nesso tra la Resistenza e la nostra Costituzione - ha proseguito Doria - è un fatto. Il grande sforzo che si compì nell’una e nell’altra fu di superare una storica scissione tra popolo e istituzioni; il popolo prese su di sé il dovere di fare politica, di partecipare. Non c’ è democrazia senza impegno e se non si creano le condizioni dell’eguaglianza come indica la Costituzione”.
Il sindaco osserva che per diversi decenni gli italiani, non a caso, hanno vissuto l’esercizio di voto come un grande rito civile collettivo. Lo stesso pensiero percorre le letture dell’attrice Laura Curino: testimonianze di donne che nella conquista del diritto di voto dopo la Liberazione, nell’elezione di donne alla Assemblea Costituente vissero una grande vittoria di riscatto, emancipazione e libertà.
Dopo l'intervento del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha, tra l'altro, ricordato Sandro Pertini al quale recentemente il Consiglio regionale ha reso omaggio nel paese natale di Stella, prende la parola Laura Boldrini.
La terza carica dello Stato sottolinea subito il “dovere che abbiamo anche come genitori” di passare alle ragazze e ai ragazzi i valori di democrazia e libertà della Resistenza conquiste mai date per sempre. “Le nostre istituzioni sono nate dalla Resistenza – afferma – e vanno difese” Parlamento, partiti, sindacati vanno rinnovati, certo, ma non aboliti. Non c’è democrazia nei paesi in cui non ci sono partiti e “non c’è democrazia senza le donne”. L’intervento di Laura Boldrini è più volte scandito dagli applausi. Il testo integrale è allegato all'articolo.
Sotto la prestigiosa facciata di palazzo Ducale approda come ogni anno la manifestazione per ricordare la Resistenza. Il lungo corteo ha attraversato via XX settembre, al Ponte monumentale ha reso omaggio ai caduti, poi, a De Ferrari sotto i portici dell’accademia, ha commemorato il partigiano presidente della Repubblica Sandro Pertini e Luciano Bolis, perseguitato e torturato dal fascismo e fondatore del Movimento federalista europeo.
Come è tradizione, la lettura solenne dell’atto di resa del generale tedesco Meinhold nelle mani dell’operaio Remo Scappini, presidente del Comitato di liberazione nazionale, ha rievocato la Liberazione della città, medaglia d’oro per la Resistenza.
Ma è soprattutto al presente che si rivolge nel suo discorso il sindaco Marco Doria ponendo un interrogativo rivolto alle nuove generazioni. “Perché, ad oltre settanta anni dal 1945, è giusto e necessario definirsi antifascisti?”. “Perché - risponde - bisogna fare i conti con la storia ed è giusto riconoscere che il fascismo è nato proprio in Italia”. L’Italia si è liberata dal fascismo e per noi italiani essere “contro” il fascismo vuol dire continuare ad essere “oggi” contro ciò che il fascismo ha rappresentato nei suoi elementi distintivi: contro la repressione di chi la pensa diversamente; contro il razzismo che il fascismo codificò nelle leggi razziali; contro la guerra (che il fascismo scatenò contro l’Etiopia, poi contro la Repubblica spagnola, poi trascinando il Paese nel conflitto mondiale); contro un’idea di famiglia che confinava le donne. “Che ci sia un nesso tra la Resistenza e la nostra Costituzione - ha proseguito Doria - è un fatto. Il grande sforzo che si compì nell’una e nell’altra fu di superare una storica scissione tra popolo e istituzioni; il popolo prese su di sé il dovere di fare politica, di partecipare. Non c’ è democrazia senza impegno e se non si creano le condizioni dell’eguaglianza come indica la Costituzione”.
Il sindaco osserva che per diversi decenni gli italiani, non a caso, hanno vissuto l’esercizio di voto come un grande rito civile collettivo. Lo stesso pensiero percorre le letture dell’attrice Laura Curino: testimonianze di donne che nella conquista del diritto di voto dopo la Liberazione, nell’elezione di donne alla Assemblea Costituente vissero una grande vittoria di riscatto, emancipazione e libertà.
Dopo l'intervento del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha, tra l'altro, ricordato Sandro Pertini al quale recentemente il Consiglio regionale ha reso omaggio nel paese natale di Stella, prende la parola Laura Boldrini.
La terza carica dello Stato sottolinea subito il “dovere che abbiamo anche come genitori” di passare alle ragazze e ai ragazzi i valori di democrazia e libertà della Resistenza conquiste mai date per sempre. “Le nostre istituzioni sono nate dalla Resistenza – afferma – e vanno difese” Parlamento, partiti, sindacati vanno rinnovati, certo, ma non aboliti. Non c’è democrazia nei paesi in cui non ci sono partiti e “non c’è democrazia senza le donne”. L’intervento di Laura Boldrini è più volte scandito dagli applausi. Il testo integrale è allegato all'articolo.