Passione, cultura e senso civico, possiamo sintetizzare così la figura di Ivo Chiesa che per mezzo secolo ha diretto il Teatro Stabile di Genova portandolo a livelli nazionali e internazionali. In occasione dell’anniversario dei sessant’anni dalla sua nomina a direttore e a dieci anni dalla sua morte, Genova e il “suo” Teatro Stabile gli rendono omaggio con la mostra: Ivo Chiesa. Vivere il teatro (1941 – 2000), curata da Claudio Bertieri ed Eugenio Buonaccorsi in collaborazione con la Fondazione Novaro e il Museo Biblioteca dell’Attore. Quindici pannellli nel foyer del Teatro a lui intitolato che ripercorrono la storia di Ivo Chiesa e del Teatro, dagli inizi come collaboratore di alcune riviste sul teatro come il Barco e il Sipario di cui fu direttore, dando vita anche ad associazioni come l’Isola.
Le sue esperienze come regista e drammaturgo per arrivare alle sue attività a Milano con Grossi e Strehler, il suo ritorno a Genova per diventare direttore del Teatro Stabile nel 1955. I primi salti di qualità, la collaborazione con Squarzina e la nascita della compagnia dello Stabile. La mostra continua facendo raccontare alle immagini le esperienze e le opprtunità teatrali offerte e promosse da Ivo Chiesa, dalla rilettura di Goldoni al dittico brechtiano, il teatro documento degli anni sessanta, il passaggio da Squarzina divenuto direttore del Teatro di Roma a Ronconi. Un percorso visivo affascinante che riesce a scoprire il fermento delle attività e le sinergie di tutti i collaboratori dello Stabile. Pannello dopo pannello arriviamo alle stagioni teatrali a tema Kleist e i padri del ‘900 e le illuminanti collaborazioni con i maestri internazionali Hands,Gaskill,Stern,Besson,Arios. Ma il teatro è anche avanguardia e innovazione, che Chiesa trova con Quartucci, di cui ricordiamo le recenti performance della passata stagione.
Fino ad arrivare alla collaborazione di Marco Sciaccaluga con il Teatro d’interpretazione e Carlo Repetti che in particolare ha dato nuova veste e sviluppo alle attività culturali.
La mostra, inaugurata il 2 dicembre, rimarrà aperta sino al termine delle festività natalizie per ripercorrere la storia professionale di Ivo Chiesa attraverso l’esposizione di fotografie e .un video atti a tracciare un percorso culturale per molti aspetti esemplare.
Poi, sempre nel Foyer della Corte, lunedì 15 dicembre (dalle ore 17) si svolgerà una Tavola Rotonda, con la presentazione di Carlo Repetti e la partecipazione di Osvaldo Guerrieri, Maurizio Scaparro, Eugenio Buonaccorsi, Marco Sciaccaluga; mentre il 19 febbraio sarà presentato al Museo Biblioteca dell’Attore il Quaderno monografico edito dalla Fondazione Novaro, a cura di Eugenio Buonaccorsi. In questo Quaderno saranno raccolti saggi originali intesi a raccontare l’esperienza di Chiesa al “Il Barco” e alla galleria d’arte “L’isola” (Enrico Baiardo), quella della fondazione e della direzione della rivista “Sipario” (Federica Natta), l’attività di organizzatore di compagnie private e la gestione del Teatro Manzoni di Milano (Matteo Paoletti) e quella di drammaturgo (Marcella Rembado). Per arrivare quindi ad affrontare, con un saggio a firma di Buonaccorsi, la lunga avventura della direzione dello Stabile, con il corollario di saggi dedicati ai contatti con il mondo della ricerca al Teatrino di Piazza Marsala (Roberto Cuppone) o alle numerose attività culturali (Roberto Trovato) o ancora alla strategia aziendale di Chiesa (Livia Cavaglieri).
Il Quaderno comprenderà anche le interviste a Carlo Repetti e a Marco Sciaccaluga e una ricca bibliografia (a cura di Mauro Canova). Un pezzo di storia da quando nel 2000, Chiesa aveva lasciato la direzione con la prima del Tartufo creato per lui da Benno Besson. Una mostra che percorre importanti momenti, atmosfere e inventive ben diverse da quelle attuali in cui vegeta la cultura e quindi anche i teatri.
"Abbiamo messo in scena una storia, anche questo è spettacolo" ha dichiarato Eugenio Pallestrini. Presidente del Teatro Stabile riferendosi al Museo Biblioteca dell’Attore. "Questo museo è stato creato da Chiesa, Squarzina e D’Amico, una realtà che possiamo definire unica a livello nazionale, una particolarità culturale della città”. Data la situazione economica attuale - ha continuato Pallestrini - il mondo della cultura dovrà cambiare mentalità ormai il tempo dei finanziamenti facili è finito, dovremo cercare nuove sponsorizzazioni”.
Sulla nomina del nuovo direttore, il presidente Pallestrini ha preferito non esprimersi, essendo in corso ancora alcune formalità, limitandosi ad un'analisi sul ruolo del teatro "Sarà determinante per questa città come è stata determinante l’opera di Ivo Chiesa, non dimentichiamoci che lo Stabile è stato l’unico vero centro culturale della città, oggi affiancato dal Ducale"
Le sue esperienze come regista e drammaturgo per arrivare alle sue attività a Milano con Grossi e Strehler, il suo ritorno a Genova per diventare direttore del Teatro Stabile nel 1955. I primi salti di qualità, la collaborazione con Squarzina e la nascita della compagnia dello Stabile. La mostra continua facendo raccontare alle immagini le esperienze e le opprtunità teatrali offerte e promosse da Ivo Chiesa, dalla rilettura di Goldoni al dittico brechtiano, il teatro documento degli anni sessanta, il passaggio da Squarzina divenuto direttore del Teatro di Roma a Ronconi. Un percorso visivo affascinante che riesce a scoprire il fermento delle attività e le sinergie di tutti i collaboratori dello Stabile. Pannello dopo pannello arriviamo alle stagioni teatrali a tema Kleist e i padri del ‘900 e le illuminanti collaborazioni con i maestri internazionali Hands,Gaskill,Stern,Besson,Arios. Ma il teatro è anche avanguardia e innovazione, che Chiesa trova con Quartucci, di cui ricordiamo le recenti performance della passata stagione.
Fino ad arrivare alla collaborazione di Marco Sciaccaluga con il Teatro d’interpretazione e Carlo Repetti che in particolare ha dato nuova veste e sviluppo alle attività culturali.
La mostra, inaugurata il 2 dicembre, rimarrà aperta sino al termine delle festività natalizie per ripercorrere la storia professionale di Ivo Chiesa attraverso l’esposizione di fotografie e .un video atti a tracciare un percorso culturale per molti aspetti esemplare.
Poi, sempre nel Foyer della Corte, lunedì 15 dicembre (dalle ore 17) si svolgerà una Tavola Rotonda, con la presentazione di Carlo Repetti e la partecipazione di Osvaldo Guerrieri, Maurizio Scaparro, Eugenio Buonaccorsi, Marco Sciaccaluga; mentre il 19 febbraio sarà presentato al Museo Biblioteca dell’Attore il Quaderno monografico edito dalla Fondazione Novaro, a cura di Eugenio Buonaccorsi. In questo Quaderno saranno raccolti saggi originali intesi a raccontare l’esperienza di Chiesa al “Il Barco” e alla galleria d’arte “L’isola” (Enrico Baiardo), quella della fondazione e della direzione della rivista “Sipario” (Federica Natta), l’attività di organizzatore di compagnie private e la gestione del Teatro Manzoni di Milano (Matteo Paoletti) e quella di drammaturgo (Marcella Rembado). Per arrivare quindi ad affrontare, con un saggio a firma di Buonaccorsi, la lunga avventura della direzione dello Stabile, con il corollario di saggi dedicati ai contatti con il mondo della ricerca al Teatrino di Piazza Marsala (Roberto Cuppone) o alle numerose attività culturali (Roberto Trovato) o ancora alla strategia aziendale di Chiesa (Livia Cavaglieri).
Il Quaderno comprenderà anche le interviste a Carlo Repetti e a Marco Sciaccaluga e una ricca bibliografia (a cura di Mauro Canova). Un pezzo di storia da quando nel 2000, Chiesa aveva lasciato la direzione con la prima del Tartufo creato per lui da Benno Besson. Una mostra che percorre importanti momenti, atmosfere e inventive ben diverse da quelle attuali in cui vegeta la cultura e quindi anche i teatri.
"Abbiamo messo in scena una storia, anche questo è spettacolo" ha dichiarato Eugenio Pallestrini. Presidente del Teatro Stabile riferendosi al Museo Biblioteca dell’Attore. "Questo museo è stato creato da Chiesa, Squarzina e D’Amico, una realtà che possiamo definire unica a livello nazionale, una particolarità culturale della città”. Data la situazione economica attuale - ha continuato Pallestrini - il mondo della cultura dovrà cambiare mentalità ormai il tempo dei finanziamenti facili è finito, dovremo cercare nuove sponsorizzazioni”.
Sulla nomina del nuovo direttore, il presidente Pallestrini ha preferito non esprimersi, essendo in corso ancora alcune formalità, limitandosi ad un'analisi sul ruolo del teatro "Sarà determinante per questa città come è stata determinante l’opera di Ivo Chiesa, non dimentichiamoci che lo Stabile è stato l’unico vero centro culturale della città, oggi affiancato dal Ducale"