Nella vertenza per la difesa degli stabilimenti di Piaggio Aero Industries le istituzioni ci sono e ci saranno.
Tutti presenti all’assemblea indetta dei lavoratori nella sede genovese: il sindaco Marco Doria, i consiglieri comunali di tutte le forze politiche, la Regione con gli assessori Vesco e Guccinelli, il presidente del Municipio medio ponente Spatola, i parlamentari Biasotti, Tullo e Basso, l’europarlamentare Cofferati . Il ministro Roberta Pinotti, impegnata nell’incontro di Berlino, ha inviato una lettera in cui assicura l’interesse del Governo.
Oltre ai lavoratori di Piaggio Aero, nella sala mensa della fabbrica, anche le delegazioni di Fincantieri, Selex e Ilva.
Piaggio è presente a Genova da 130 anni, è un’azienda che ha sempre fatto innovazione e ricerca, attualmente è impegnata nella produzione di aerei ad elevatissima tecnologia, a Sestri sono impiegati molti giovani altamente specializzati, un know how che deve restare in Italia e a Genova, ha sottolineato Antonio Caminito della Fiom Cgil. La relazione del sindacalista parte dalla storia dell’azienda per approdare alla realtà attuale: un’industria che opera nel settore civile e in quello militare e costituisce un patrimonio per l’intero apparato industriale del Paese. Attualmente è proprietà maggioritaria di azionisti stranieri e sta per essere definitivamente acquisita dal fondo Mubadala di Abu Dabi. Per giovedì prossimo è fissato l’incontro tra sindacati ed azienda su un piano industriale già annunciato che prevede il nuovo stabilimento di Villanuova d’Albenga ma anche la fine dell’attività produttiva a Sestri, una prospettiva inaccettabile che contraddice l’accordo del 2008 in cui era previsto il mantenimento dei due stabilimenti di Sestri e Finale. «Un’assemblea aperta , ha continuato Caminito, perché ancora una volta in questa città si vuole chiudere una realtà industriale storica che è patrimonio nazionale».
Qualità e natura delle produzioni - sottolineano all’unisono i sindacati e le istituzioni - implicano un coinvolgimento pieno del governo, del ministero della difesa e di quello dell’industria. Su questa linea il sindaco Doria: Piaggio è un pezzo importante dell’industria aeronautica e l’Italia non può farne a meno; invece la sua sorte è appesa ad un filo. Per salvarla occorre una proprietà che non sfugga, che chiarisca la composizione dell’azionariato, che voglia puntare sull’azienda. “E’ questa la precondizione”, sottolinea il sindaco. La proprietà deve quindi confrontarsi con i lavoratori, con i sindacati e con le istituzioni locali e con quelle nazionali. La seconda condizione imprescindibile è che vengano previste tutte le garanzie degli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori e le loro famiglie. Per quanto rientra direttamente nelle competenze del Comune, Doria ha ribadito con forza l’impegno a mantenere il vincolo ad uso produttivo delle aree di Sestri Ponente: “Non cambieranno destinazione d’uso, sono industriali e tali rimarranno, non ci sono possibilità di operazioni di carattere immobiliare. Devono rimanere aree dove si producono beni».
Nella vertenza sul piano industriale, “punto di partenza e non di arrivo”, l’amministrazione intende mettere al centro la «qualità delle persone che lavorano nell’azienda» e la volontà di Genova di rafforzare una prospettiva industriale. Il sindaco ha chiesto quindi alle diverse istituzioni, ai lavoratori dei diversi stabilimenti Piaggio, ai sindacati, di essere uniti, di confrontandosi, perché solo così sarà possibile «portare a casa risultati importanti».
Concetti ripresi anche dall’assessore regionale Guccinelli. Sono intervenuti tra gli altri i parlamentari Biasotti, Basso, Cofferati. Solidarietà anche dal cardinale Bagnasco attraverso il cappellano del lavoro.
All’incontro del 20 marzo con l’azienda i sindacati andranno confortati dalle risposte che le istituzioni hanno dato, dalla loro disponibilità a lottare per difendere un patrimonio che è di tutti.
Tutti presenti all’assemblea indetta dei lavoratori nella sede genovese: il sindaco Marco Doria, i consiglieri comunali di tutte le forze politiche, la Regione con gli assessori Vesco e Guccinelli, il presidente del Municipio medio ponente Spatola, i parlamentari Biasotti, Tullo e Basso, l’europarlamentare Cofferati . Il ministro Roberta Pinotti, impegnata nell’incontro di Berlino, ha inviato una lettera in cui assicura l’interesse del Governo.
Oltre ai lavoratori di Piaggio Aero, nella sala mensa della fabbrica, anche le delegazioni di Fincantieri, Selex e Ilva.
Piaggio è presente a Genova da 130 anni, è un’azienda che ha sempre fatto innovazione e ricerca, attualmente è impegnata nella produzione di aerei ad elevatissima tecnologia, a Sestri sono impiegati molti giovani altamente specializzati, un know how che deve restare in Italia e a Genova, ha sottolineato Antonio Caminito della Fiom Cgil. La relazione del sindacalista parte dalla storia dell’azienda per approdare alla realtà attuale: un’industria che opera nel settore civile e in quello militare e costituisce un patrimonio per l’intero apparato industriale del Paese. Attualmente è proprietà maggioritaria di azionisti stranieri e sta per essere definitivamente acquisita dal fondo Mubadala di Abu Dabi. Per giovedì prossimo è fissato l’incontro tra sindacati ed azienda su un piano industriale già annunciato che prevede il nuovo stabilimento di Villanuova d’Albenga ma anche la fine dell’attività produttiva a Sestri, una prospettiva inaccettabile che contraddice l’accordo del 2008 in cui era previsto il mantenimento dei due stabilimenti di Sestri e Finale. «Un’assemblea aperta , ha continuato Caminito, perché ancora una volta in questa città si vuole chiudere una realtà industriale storica che è patrimonio nazionale».
Qualità e natura delle produzioni - sottolineano all’unisono i sindacati e le istituzioni - implicano un coinvolgimento pieno del governo, del ministero della difesa e di quello dell’industria. Su questa linea il sindaco Doria: Piaggio è un pezzo importante dell’industria aeronautica e l’Italia non può farne a meno; invece la sua sorte è appesa ad un filo. Per salvarla occorre una proprietà che non sfugga, che chiarisca la composizione dell’azionariato, che voglia puntare sull’azienda. “E’ questa la precondizione”, sottolinea il sindaco. La proprietà deve quindi confrontarsi con i lavoratori, con i sindacati e con le istituzioni locali e con quelle nazionali. La seconda condizione imprescindibile è che vengano previste tutte le garanzie degli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori e le loro famiglie. Per quanto rientra direttamente nelle competenze del Comune, Doria ha ribadito con forza l’impegno a mantenere il vincolo ad uso produttivo delle aree di Sestri Ponente: “Non cambieranno destinazione d’uso, sono industriali e tali rimarranno, non ci sono possibilità di operazioni di carattere immobiliare. Devono rimanere aree dove si producono beni».
Nella vertenza sul piano industriale, “punto di partenza e non di arrivo”, l’amministrazione intende mettere al centro la «qualità delle persone che lavorano nell’azienda» e la volontà di Genova di rafforzare una prospettiva industriale. Il sindaco ha chiesto quindi alle diverse istituzioni, ai lavoratori dei diversi stabilimenti Piaggio, ai sindacati, di essere uniti, di confrontandosi, perché solo così sarà possibile «portare a casa risultati importanti».
Concetti ripresi anche dall’assessore regionale Guccinelli. Sono intervenuti tra gli altri i parlamentari Biasotti, Basso, Cofferati. Solidarietà anche dal cardinale Bagnasco attraverso il cappellano del lavoro.
All’incontro del 20 marzo con l’azienda i sindacati andranno confortati dalle risposte che le istituzioni hanno dato, dalla loro disponibilità a lottare per difendere un patrimonio che è di tutti.