Gioco d'azzardo, la giornata annuale di sensibilizzazione 

 

Il giro di affari del gioco d’azzardo legale in Italia è di circa 90 miliardi di euro (88 miliardi e 500 milioni il dato del 2012), con un dirottamento di reddito pari al 10% dei consumi complessivi delle famiglie italiane.  Circa 420.000 le installazioni di macchinette automatiche e 8000 le grandi sale specializzate in Italia. A Genova sono 1368 gli esercizi in cui è possibile il gioco d’azzardo e 57 le sale specializzate. A  un anno dall’entrata in vigore del regolamento comunale sulle sale da gioco, sono state consegnate , a palazzo Tursi, ai titolari degli esercizi commerciali e circoli ricreativi che hanno scelto di non avere slot machine nel proprio locale, le vetrofanie con la scritta “Non azzardatevi”.
 

 

Testo Alternativo

 “Qui il gioco d’azzardo resta fuori” è il titolo del convegno promosso - nella giornata annuale dedicata alla sensibilizzazione sul gioco d’azzardo - dalla Consulta comunale sui giochi con premi in denaro e dalle associazioni che da tempo sono impegnate su questo tema Auser, gruppo Abele, Libera. L’iniziativa, svoltasi martedì 3 giugno nel salone di rappresentanza di palazzo Tursi, si è proposta di fare il punto sul contrasto al gioco d’azzardo nella nostra città e sull’impegno di istituzioni e associazioni di cittadini. Due anni fa, come ha ricordato il sindaco Marco Doria, mentre per strada  si vedevano i primi banchetti per la raccolta di firme contro l’apertura di nuove sale giochi, la regione Liguria approvava la prima legge regionale in materia, il Comune di Genova pochi mesi dopo iniziava i lavori che hanno portato all’adozione di un regolamento comunale che, fissando una serie di “paletti”, ha reso molto più difficile l’apertura di nuove sale giochi in città.  L’impegno per un’azione di sensibilizzazione  continua  – ha detto Marco Doria – con una mobilitazione di energie, collettiva e diffusa, sia della Consulta comunale sui giochi con premi in denaro, sia della Asl 3 e di tutte le associazioni.


La situazione genovese, recentemente fotografata dalla rivista “Wired”, presenta una densità pari a 9,7 sale giochi ogni 100.000 abitanti ed è pari a  755 euro il “giocato” pro capite, compresi lattanti e vegliardi. E questo nonostante il primo effetto del regolamento comunale emanato l’anno scorso sia stato  l’azzeramento delle nuove aperture di sale giochi, comprese quelle già programmate, come ha spiegato l’assessore alla legalità e diritti Elena Fiorini. Le istituzioni possono e devono compiere azioni di sensibilizzazione, le norme possono dare prospettive, ma è importantissimo il lavoro della società civile per la promozione di valori da parte di civica amministrazione e cittadini insieme. Se è vero che Genova con il suo regolamento è un simbolo e un esempio per gli altri comuni, ha concluso Fiorini, “Non possiamo ancora dirci soddisfatti, anche se abbiamo “mosso” alcune cose e il lavoro continua, per esempio con il monitoraggio di tabaccherie e bar che sarà terminato entro luglio”.

L’assessore allo sviluppo economico Francesco Oddone ha evidenziato la necessità, a livello politico, che il governo nazionale si faccia carico della problematica. Una legge nazionale che stabilisca criteri uniformi per tutti i comuni sarebbe auspicabile e i deputati genovesi Stefano Quaranta e Lorenzo Basso sono impegnati in questo senso. Anche la pubblicità è un elemento su cui è necessario poter incidere e, a questo proposito, la buona notizia è la decisione della Sampdoria di non rinnovare il contratto con l’attuale sponsor, uno dei maggiori concessionari di gioco pubblico.

Il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello, ha sottolineato l’impegno della Consulta comunale sui giochi con premi in denaro, voluta dal consiglio comunale e condotta dai consiglieri Pier Claudio Brasesco (lista Doria) e Matteo Campora (Pdl). E’ stata Maria Carla Italia, del Municipio centro est, a consegnare le vetrofanie agli esercenti che hanno scelto di non mettere slot e videopoker nei propri locali o, come ha raccontato Cristina Perretti del circolo Arci di sant’Eusebio, di far disinstallare quelle che c’erano. Appiccicare alla porta la vetrofania con la scritta “Non t’azzardare”, accompagnata dall’immagine della slot machine “dentata” opera dei grafici Francesco Di Biaso e Enrico Machiavello, significa che in quell’esercizio commerciale è stata fatta una scelta valoriale, cui corrisponde una rinuncia a introiti economici, e sarà quindi un segnale che potrebbe farci scegliere in maniera diversa il bar dove fare colazione.

Nel corso del convegno è stata presentata la carta dei valori sul gioco d'azzardo, "L'azzardo non è un gioco", cui possono aderire singoli e associazioni.




 

3 giugno 2014
Ultimo aggiornamento: 03/06/2014
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