Grande successo di Tartufo alla Corte

Un'altra memorabile interpretazione dei due "ragazzi terribili" del Teatro Stabile di Genova,  Eros Pagni e Tullio Solenghi, dopo il grande successo ottenuto la scorsa stagione con la nota commedia di Neil Simon. E' in scena fino al 2 febbraio, al Teatro della Corte,"Tartufo" di Molière, un vero classico contemporaneo...

Testo Alternativo
E' in scena fino al 2 febbraio, al Teatro della Corte,"Tartufo" di Molière, un vero "classico contemporaneo", come giustamente osserva l'accurata documentazione critica preparata, anche in questa occasione, dallo Stabile.
Testo fondamentale della storia del teatro, scritto nel 1664 e primo della celebre trilogia che comprende anche "Don Giovanni" (1665) e  "Il misantropo" (1666),  Tartufo ruota intorno a due figure archetipiche dell'umanità, e non certo solo ai tempi di Molière: lo sprovveduto credulone Orgon, anziano galantuomo che neppure davanti all'evidenza riesce a rendersi conto dell'inganno perpetrato ai suoi danni; e l'impostore Tartufo, il truffatore spiantato che, accortosi dell'ingenuità di Orgon, lo circuisce fingendosi devoto e dedito a Dio. Tartufo dapprima insidia la moglie di Orgon, Elmire, poi si fa promettere in sposa la figlia Mariane, allontana il figlio Damis e infine si impossessa di tutti i suoi beni e lo fa rinchiudere in prigione. L'invenzione drammaturgica finale dell'intervento del re, che ristabilisce la giustizia e consente a Molière di riportare l'opera nei canoni della commedia, non toglie nulla alla drammaticità e al senso di amarezza lasciato dalla cruda rappresentazione di un'umanità sospesa fra un'ingenuità che sconfina nella stupidità e un'abilità truffaldina che non ha più niente dello scherzoso della commedia dell'arte e si svela nella sua vera natura di cinismo, crudeltà e spregio dei valori. Non per niente la commedia di Molière, che venne messa al bando dalla censura e proibita per alcuni anni dal re Luigi XIV, mantiene ancora oggi una dimensione ben più tragica che intrinsecamente comica, nonostante si rida molto grazie al perfetto meccanismo teatrale studiato dal grande drammaturgo.
La regia di Marco Sciaccaluga rende molto bene la complessità di un testo solo apparentemente semplice nel suo svolgimento narrativo, e valorizza l'intreccio dei diversi significati e registri comici e drammatici.
Dell'interpretazione dei due grandi attori c'è poco da aggiungere a quanto già dicano le straordinarie carriere: perfetti. Perfetto Pagni nel rendere il disarmante candore piagnucoloso di Orgon, che  é prima di tutto colpevole vittima di se stesso; perfetto Solenghi nell'interpretare Tartufo partendo da toni comici che progressivamente si raggelano in una maschera di immobile, lugubre crudeltà. Bravi anche gli altri attori e appropriate le diverse componenti dello spettacolo (le musiche di Andrea Nicolini, i costumi e scene di Catherine Rankl, le luci di Sandro Sussi), in una compagnia, come sempre nelle produzioni dello Stabile, ben affiatata e di alta qualità.
Grande successo alla Corte e prime repliche andate praticamente esaurite.
19 gennaio 2014
Ultimo aggiornamento: 20/01/2014
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