«Le immagini delle scene che sono già ‘uscite’ raccontano di una Traviata non di tradizione. Sono convinto che l’arte non debba consolare, ma scuotere e che quello che serve non sia tramandare ma interpretare» – spiega il regista Giorgio Gallione, che, accanto alla trentennale attività di direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova, ha al suo attivo numerose regie di opere liriche (tra cui Candide di Bernstein al Carlo Felice nel novembre 2004).
«Non è un allestimento che vuol provocare né essere cervellotico e nemmeno vuol essere un’attualizzazione di Traviata, che è uno spettacolo senza tempo» prosegue Gallione che, a proposito del romanzo La signora delle camelie e dell'opera teatrale cui è ispirata la Traviata, sottolinea: «Si tratta di un romanzo scritto da un ventitreenne in cui è una ventitreenne che muore. La novità di questa Traviata - anticipa Gallione - sta nel preludio con il funerale di Violetta. Così come nel romanzo di Dumas figlio, tutta la vicenda è un flashback in cui la morte è presentissima, ma non è uno spettacolo tragico. I personaggi vogliono disperatamente vivere, sapendo che la vita sta per finire».
Nelle scenografie di Guido Fiorato non si vedrà l'elegante salone della casa parigina, né la villa di campagna, dove si rifugiano i due innamorati, e nemmeno la stanza da letto dove Violetta muore. «In questo allestimento non ci sono salottini e non c'è Parigi, ma sarà la storia di Violetta a riempire lo spazio - sono parole del soprano Desirèe Rancatore che al Carlo Felice è stata Musetta nella Bohème di Ettore Scola e Lucia per la regia di Dario Argento - Violetta non è un ruolo: è ‘il’ ruolo per eccellenza, quello che al soprano chiede tutto vocalmente e psicologicamente, e richiede una maturazione non solo vocale. Nei tre atti ci sono tre tappe della vita di una donna. Giorgio Gallione ha creato un sottotesto per noi cantanti particolarmente accurato e spero che il pubblico avverta questo lavoro».
Il direttore artistico Giuseppe Acquaviva definisce una ‘Annina di superlusso’ quella di Daniela Mazzuccato, alla quale esprime la riconoscenza del Teatro e del pubblico per aver accettato il ruolo «per amore del Teatro Carlo Felice, anche se non è nel mio repertorio» come dichiara l’artista.
Nel ruolo di Alfredo sarà William Davenport che, a Genova, ha riportato un enorme successo con Roberto Devereaux la scorsa stagione, mentre quello di Vladimir Stoyaniov nel ruolo di Giorgio Germont sarà un debutto al Carlo Felice. I più giovani del cast, Didier Pieri (Gastone) e Stefano Marchisio (il Marchese) - quest’ultimo ha studiato al Conservatorio di Genova - sono ‘felici ed emozionati’, ma l’entusiasmo è evidente anche nelle parole di Manrico Signorini (il Dottore) e Paolo Orecchia (il Barone).
«Il light designer di questa Traviata è un artista – sottolinea Acquaviva – questo Teatro è pieno di talenti che hanno lo status di dipendenti e Luciano Novelli è una di queste punte di diamante»
«Il direttore d’orchestra Massimo Zanetti, che torna dopo 25 anni, ha condotto un lavoro sull’orchestra e sulle sonorità per niente banale» conclude il direttore artistico, ricordando come il “rischio banalità” sia invece sempre presente quando si mette in scena Traviata. Di 'banalità' non si può certo parlare per la Traviata diretta da Giorgio Gallione che, comunque, assicura: «Se non vi piacerà sarà solo colpa mia».
«Non è un allestimento che vuol provocare né essere cervellotico e nemmeno vuol essere un’attualizzazione di Traviata, che è uno spettacolo senza tempo» prosegue Gallione che, a proposito del romanzo La signora delle camelie e dell'opera teatrale cui è ispirata la Traviata, sottolinea: «Si tratta di un romanzo scritto da un ventitreenne in cui è una ventitreenne che muore. La novità di questa Traviata - anticipa Gallione - sta nel preludio con il funerale di Violetta. Così come nel romanzo di Dumas figlio, tutta la vicenda è un flashback in cui la morte è presentissima, ma non è uno spettacolo tragico. I personaggi vogliono disperatamente vivere, sapendo che la vita sta per finire».
Nelle scenografie di Guido Fiorato non si vedrà l'elegante salone della casa parigina, né la villa di campagna, dove si rifugiano i due innamorati, e nemmeno la stanza da letto dove Violetta muore. «In questo allestimento non ci sono salottini e non c'è Parigi, ma sarà la storia di Violetta a riempire lo spazio - sono parole del soprano Desirèe Rancatore che al Carlo Felice è stata Musetta nella Bohème di Ettore Scola e Lucia per la regia di Dario Argento - Violetta non è un ruolo: è ‘il’ ruolo per eccellenza, quello che al soprano chiede tutto vocalmente e psicologicamente, e richiede una maturazione non solo vocale. Nei tre atti ci sono tre tappe della vita di una donna. Giorgio Gallione ha creato un sottotesto per noi cantanti particolarmente accurato e spero che il pubblico avverta questo lavoro».
Il direttore artistico Giuseppe Acquaviva definisce una ‘Annina di superlusso’ quella di Daniela Mazzuccato, alla quale esprime la riconoscenza del Teatro e del pubblico per aver accettato il ruolo «per amore del Teatro Carlo Felice, anche se non è nel mio repertorio» come dichiara l’artista.
Nel ruolo di Alfredo sarà William Davenport che, a Genova, ha riportato un enorme successo con Roberto Devereaux la scorsa stagione, mentre quello di Vladimir Stoyaniov nel ruolo di Giorgio Germont sarà un debutto al Carlo Felice. I più giovani del cast, Didier Pieri (Gastone) e Stefano Marchisio (il Marchese) - quest’ultimo ha studiato al Conservatorio di Genova - sono ‘felici ed emozionati’, ma l’entusiasmo è evidente anche nelle parole di Manrico Signorini (il Dottore) e Paolo Orecchia (il Barone).
«Il light designer di questa Traviata è un artista – sottolinea Acquaviva – questo Teatro è pieno di talenti che hanno lo status di dipendenti e Luciano Novelli è una di queste punte di diamante»
«Il direttore d’orchestra Massimo Zanetti, che torna dopo 25 anni, ha condotto un lavoro sull’orchestra e sulle sonorità per niente banale» conclude il direttore artistico, ricordando come il “rischio banalità” sia invece sempre presente quando si mette in scena Traviata. Di 'banalità' non si può certo parlare per la Traviata diretta da Giorgio Gallione che, comunque, assicura: «Se non vi piacerà sarà solo colpa mia».