Legalità e diritti negli appalti pubblici
Il convegno della Cgil a Palazzo Tursi

“Mettiamoci una firma sopra” è lo slogan della proposta di legge di iniziativa popolare che parte dalla Cgil per garantire i livelli occupazionali, di sicurezza e retributivi dei lavoratori degli appalti pubblici e privati e per mettere in campo un serio contrasto alla concorrenza sleale fra le imprese.  Un convegno a Palazzo Tursi venerdì 6 marzo per un confronto con tutte le parti interessate: sindacato, amministrazioni pubbliche, mondo dell’imprenditoria

Caschetto giallo di sicurezza, progetto e calcolatrice
Per presentare i contenuti della proposta di legge di iniziativa poplare, è stata organizzato dalla Cgil ligure, per venerdì 6 marzo a Palazzo Tursi, un convegno per comunicare i dati sugli appalti in Liguria: dal loro valore in milioni di euro ai settori di utilizzo ponendo il focus sul massimo ribasso e i conseguenti minori oneri per la sicurezza. Ma anche un  momento di confronto importante con i principali interlocutori, gli amministratori della cosa pubblica: Marco Doria, sindaco della Città Metropolitana e, per la Regione Liguria, l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Boitano.

La Liguria ha visto, dal 2013 al 2014, una caduta verticale del numero di appalti: si è passati dai 1.230 del 2013, con un valore aggiudicato di più di 770 milioni di euro ai 365 del 2014 – dato parziale, relativo al periodo gennaio/agosto – pari a meno di 300 milioni di euro. Secondo la Cgil, in una proiezione sull’anno appena concluso, non si arriverebbe, comunque, neanche a 600 appalti.

Questo settore occupa decine di migliaia di lavoratori, ma spesso, dichiara la Cgil, non sono  sufficientemente tutelati, subiscono condizioni di lavoro pesanti, precarie e mal pagate. «I diritti dei lavoratori, il rispetto delle persone sono il filo che lega il tutto il sistema economico – ha detto il sindaco Marco Doria – il rilancio dell’economia, la finanza pubblica, gli appalti, tutto passa attraverso questo argomento fondamentale».

La Liguria è stata tra le prime regioni ad essersi dotata della Stazione Unica Appaltante, importante strumento per utilizzare meglio le risorse e contrastare eventuali infiltrazioni criminose. «La Stazione Appaltante del Comune  - ha continuato Doria – svolge un efficace controllo di legalità sui tanti appalti del Comune, ha raggiunto una notevole quantità di interventi. E’ Un tassello fondamentale dell’ingranaggio, ma  da solo non basta a tutelare i diritti dei lavoratori».

Riferendosi all’ipotesi di ulteriori accorpamenti su scala più ampia, Doria ha osservato che maggiore rilievo va attribuito alla gestione dei processi, che possono  presentare modalità diverse, fermo  restando l’inderogabile rispetto della legalità.

Il sindaco ha poi spiegato che l’amministrazione comunale non si compiace di fronte a ribassi d’asta, vuole capirne  le ragioni  e, solo quando siano  effettivamente motivati, decide di destinare le economie alla realizzazione di opere aggiuntive, dando la priorità a quelle per la messa in sicurezza del territorio.

Riguardo il tema degli appalti per la gestione di servizi e funzioni del Comune, Doria ha precisato come  nell’attuale condizione della  finanza pubblica il numero dei dipendenti comunali non potrà aumentare e, ciò malgrado, il Comune deve assicurare servizi e funzioni. Per questo motivo il ricorso all’esternalizzazione dei lavori è invitabile. E la correttezza degli appalti è il pilastro su cui poggiare un giusto rapporto tra pubblico e privato.

«Proprio guardando con  grande attenzione ai lavoratori esterni al Comune -  ha  continuato il sindaco - mi sembra di rivedere la situazione del 1970, quando la “giungla retributiva” metteva a confronto i lavoratori sul campo delle tutele, tra chi ne aveva di più e chi meno».

Questa crisi, ha concluso Doria, è arrivata dopo anni di benessere economico e ha creato una frantumazione sociale, è venuta meno la solidarietà fra i lavoratori: è dalla solidarietà fra le persone che occorre ripartire per uscire da questa fase storica.

«Non voglio proporre facili ricette – ha detto il primo cittadino – ma per uscire dall’attuale situazione di corporativizzazione sociale bisogna lavorare tutti insieme - pubbliche amministrazioni, imprese private, sindacati - a una ricostruzione sociale che passa attraverso la creazione di posti di lavoro: più persone che lavorano, maggiore è il sostegno alla domanda».

Per la Cgil serve un intervento legislativo che dica poche cose ma chiare, per questo propongono una legge con soli tre articoli: non più gare al massimo ribasso ma passare all’offerta economicamente più vantaggiosa., mantenimento dei posti di lavoro nel cambio di appalto e difesa del diritto  dei lavoratori ad essere pagati per quello che hanno lavorato.

Partecipano al convegno Ivano Bosco, segretario generale Camera del Lavoro di Genova, Federico Vesigna, segretario Generale Cgil Liguria, Alessandro Frega vice Presidente Legacoop, Giuseppe Zampini, presidente Confindustria Genova. Franco Martini, segretario nazionale Cgil, concluderà la giornata.
6 marzo 2015
Ultimo aggiornamento: 07/03/2015
Comune di Genova  - Palazzo Tursi  -  Via Garibaldi 9  -  16124 Genova  | Numero Unico: 010.1010
Pec: comunegenova@postemailcertificata.it - C.F. / P. Iva 00856930102 
Questo sito è ottimizzato per Firefox, Chrome, Safari e versioni di Internet Explorer successive alla 8