La mostra, allestita a Palazzo Ducale nella sala Liguria, propone fotografie, documenti originali e cimeli, provenienti dal Fondo Perrone conservato presso la Fondazione Ansaldo, e vuole restituire la memoria di un’epoca, quando Genova, con l’Ansaldo, ebbe un ruolo centrale nel processo dell’industrializzazione italiana della seconda metà dell’Ottocento.
L’esposizione, curata da Claudia Cerioli e Chiara Rosati, è divisa in quattro settori, parte con la storia della famiglia Perrone, affronta il tema dell’editoria e quello industriale, per arrivare al declino della gestione Perrone, dovuto al crollo della Banca di Sconto nel 1921, e alle attività e gestioni in epoche più recenti.
Quella dell’Ansaldo è una delle vicende industriali più avvincenti, tra quelle che hanno segnato un’epoca gloriosa dell’industria e della città. La compagnia fu fondata nel 1852 dal banchiere Carlo Bombrini, dall'armatore Raffaele Rubattino e dal finanziere Giacomo Filippo Penco che ne affidarono la direzione a Giovanni Ansaldo. Nel 1854 uscì dalle officine Ansaldo la prima locomotiva a vapore di progettazione italiana chiamata “Sampierdarena”.
Ma la svolta internazionale delle officine Ansaldo avviene nel 1904 quando Ferdinando Maria Perrone ne diventa proprietario con i figli Mario e Pio, realizzando un polo siderurgico che nel 1918 arriva ad avere 80.000 addetti, fra Ansaldo e diverse società controllate. Nel 1921 un decreto legge interviene a evitare il fallimento della Banca Italiana di Sconto. Nel dicembre dello stesso anno i fratelli Perrone si dimettono dalle cariche ricoperte all’interno della Gio. Ansaldo & C., cessando l’impegno in campo industriale e continuando nella gestione delle proprie attività editoriali, mantenendo il ruolo di gerenti deI Secolo XIX fino alla morte, avvenuta rispettivamente nel 1952 e nel 1968, contribuendo ad accrescere il prestigio della testata.
Questi i principali temi che saranno discussi nei vari incontri correlati alla mostra: dopo l’apertura con l’intervento del professor Paride Rugafiori, in programma ci sono altri tre appuntamenti: venerdì 29 gennaio, L’Ansaldo: strategie ed evoluzione, con il sindaco Marco Doria, venerdì 5 febbraio, L’Ansaldo e Il Secolo XIX: l’industria e la stampa, con il professor Valerio Castronovo e, venerdì 12 febbraio, Da Ansaldo a Finmeccanica: industria e partecipazioni statali a cura della scrittrice Vera Zamagni.
Perrone non fu solo un grande imprenditore, ma anche un sognatore, un avventuriero, un uomo moderno e pragmatico – spiega Mario Orlando, direttore della Fondazione Ansaldo – capendo come funzionavano le stanze del potere, sempre guardingo e diffidente, scrisse: “frequentare la politica è come salire su un mezzo di trasporto a pagamento: si sfrutta la corsa, si paga, poi però è necessario scendere”.
La mostra è visitabile fino al 21 febbraio.
informazioni: www.palazzoducale.genova.it
27 gennaio 2016
L’esposizione, curata da Claudia Cerioli e Chiara Rosati, è divisa in quattro settori, parte con la storia della famiglia Perrone, affronta il tema dell’editoria e quello industriale, per arrivare al declino della gestione Perrone, dovuto al crollo della Banca di Sconto nel 1921, e alle attività e gestioni in epoche più recenti.
Quella dell’Ansaldo è una delle vicende industriali più avvincenti, tra quelle che hanno segnato un’epoca gloriosa dell’industria e della città. La compagnia fu fondata nel 1852 dal banchiere Carlo Bombrini, dall'armatore Raffaele Rubattino e dal finanziere Giacomo Filippo Penco che ne affidarono la direzione a Giovanni Ansaldo. Nel 1854 uscì dalle officine Ansaldo la prima locomotiva a vapore di progettazione italiana chiamata “Sampierdarena”.
Ma la svolta internazionale delle officine Ansaldo avviene nel 1904 quando Ferdinando Maria Perrone ne diventa proprietario con i figli Mario e Pio, realizzando un polo siderurgico che nel 1918 arriva ad avere 80.000 addetti, fra Ansaldo e diverse società controllate. Nel 1921 un decreto legge interviene a evitare il fallimento della Banca Italiana di Sconto. Nel dicembre dello stesso anno i fratelli Perrone si dimettono dalle cariche ricoperte all’interno della Gio. Ansaldo & C., cessando l’impegno in campo industriale e continuando nella gestione delle proprie attività editoriali, mantenendo il ruolo di gerenti deI Secolo XIX fino alla morte, avvenuta rispettivamente nel 1952 e nel 1968, contribuendo ad accrescere il prestigio della testata.
Questi i principali temi che saranno discussi nei vari incontri correlati alla mostra: dopo l’apertura con l’intervento del professor Paride Rugafiori, in programma ci sono altri tre appuntamenti: venerdì 29 gennaio, L’Ansaldo: strategie ed evoluzione, con il sindaco Marco Doria, venerdì 5 febbraio, L’Ansaldo e Il Secolo XIX: l’industria e la stampa, con il professor Valerio Castronovo e, venerdì 12 febbraio, Da Ansaldo a Finmeccanica: industria e partecipazioni statali a cura della scrittrice Vera Zamagni.
Perrone non fu solo un grande imprenditore, ma anche un sognatore, un avventuriero, un uomo moderno e pragmatico – spiega Mario Orlando, direttore della Fondazione Ansaldo – capendo come funzionavano le stanze del potere, sempre guardingo e diffidente, scrisse: “frequentare la politica è come salire su un mezzo di trasporto a pagamento: si sfrutta la corsa, si paga, poi però è necessario scendere”.
La mostra è visitabile fino al 21 febbraio.
informazioni: www.palazzoducale.genova.it
27 gennaio 2016