Amiu, sentenza su rimborso Tia
Miceli: «Giusto ma spetta allo Stato»

L’assessore al Bilancio del Comune di Genova fa chiarezza sul provvedimento del giudice di pace che impone alla partecipata la restituzione dell’Iva a un contribuente. «Impossibile rimborsare soldi incassati da altri»

Foto: Amiu
È di ieri sera la notizia della sentenza di un giudice di pace, datata 13 luglio, che condanna l’Amiu a rimborsare l'Iva che un iscritto a Federconsumatori ha pagato sulla propria tassa sui rifiuti. Un provvedimento pilota, secondo il presidente Antonio Molari, che potrebbe portare tutti i cittadini genovesi a fare ricorso per le imposte pagate dal 2006 al 2009 e a ottenere, mediamente, un rimborso tra i 120 e 150 euro, per una cifra complessiva che potrebbe raggiungere i 50 milioni di euro.

Ma chi deve restituire questi soldi? Francesco Miceli, assessore al Bilancio del Comune di Genova, non ha alcun dubbio: «I rimborsi spettano allo Stato, non certo ad Amiu e quindi al Comune che una volta incassati gli importi li hanno debitamente riversati all’erario». In sostanza, la partecipata ha svolto solo la funzione di esattore “girando” poi allo Stato l’importo relativo all’Iva.

L’assessore motiva la sua riflessione a fronte anche di alcune recenti sentenze del Tar che sembrano andare in contrasto con quanto stabilito dal giudice di pace, non tanto sulla legittimità del rimborso che è indubbia, quanto su chi, appunto, debba erogarlo. «Sarebbe un paradosso - prosegue Miceli - che l’amministrazione locale dovesse restituire soldi incassati da altri. Dire che il rimborso spetta ad Amiu e quindi al Comune oltre a non essere vero è anche ingeneroso. L’amministrazione, infatti, si è detta disponibile a farsi carico di eventuali mancati ricavi provenienti dalla riscossione della Tia, coprendo l’intero costo del servizio e facendo fronte ai “buchi” provocati principalmente dall’evasione».

D’altro canto, però, i cittadini devono riavere i propri i soldi e, in questo senso, l’assessore assicura che il Comune si farà parte attiva per portare a livello nazionale l’istanza dei contribuenti e ottenere dal governo i soldi necessari al rimborso.

Il problema nasce da quando una sentenza della Corte Costituzionale nel luglio 2009 stabilì che la Tariffa d’Igiene Ambientale (Tia) è un tributo e non una tariffa, e come tale non può essere gravato di un ulteriore tributo come sarebbe l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva). Non è stato però specificato a chi spettasse restituire il maltolto, aprendo così un vuoto normativo non ancora colmato a due anni di distanza.

Per capire al meglio come si potranno sviluppare gli scenari futuri non resta che attendere la pubblicazione delle motivazioni del giudice. Se dovessero essere confermate le aspettative non c’è alcun dubbio che Amiu farà ricorso, come anticipato già ieri dall’assessore Carlo Senesi.
Genova, 5 agosto 2011
Ultimo aggiornamento: 05/08/2011
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