«Abbiamo chiesto da due anni che la cosiddetta “tariffa urbanistica di riferimento”, cioè l’insieme dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione, che è ferma in Liguria dal 95, venga aggiornata e portata allo stesso livello di altre città». Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, torna sull’argomento oneri di urbanizzazione, che aveva già posto all’attenzione del ministro Clini, giovedì scorso, nel corso della riunione sulle alluvioni di Genova e dello spezzino, svoltasi in Regione con l’intervento, oltre che del ministro, anche del capo della Protezione Civile, Gabrielli, del presidente della Regione Liguria Burlando e di Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni.
I dati, in effetti, sono significativi: Genova può contare su entrate in conto capitale derivanti da nuove costruzioni, per concessioni edilizie, equivalenti a una media di 611 euro annui per abitante, contro i 909 di Torino e 1296 di Milano. Scomponendo questi dati si evidenziano altri aspetti importanti: gli oneri per i servizi privati (che comprendono ad esempio le case private e servizi connessi, ecc.) sono di 104 euro a mq.; ancora più bassi per l’industria (55,6 euro a mq). La competenza è della Regione. La situazione attuale risulta non equilibrata, perché, mentre le tariffe regionali sono ferme al 95, aggiornate solo secondo gli indici Istat, il valore degli immobili è ovviamente molto aumentato, e altrettanto sono aumentati i costi delle opere.
Per quanto riguarda il cosiddetto “scomputo”, cioè la sostituzione degli oneri di urbanizzazione con opere di pari valore, il Comune, per quanto è nelle sue facoltà, già non consente sempre tale transazione; quando la consente le opere ammesse vengono attentamente verificate, e viene sempre effettuato un ribasso dei prezzi.
«La leva finanziaria degli oneri di urbanizzazione - continua Marta Vincenzi - è importante in una regione molto “costruita” come la nostra. In questo momento non porta risorse adeguate ai Comuni. Invece potrebbe rivelarsi un modo utile per autoprodurre quote di finanziamento, finalizzate a destinare risorse agli interventi per la tutela del territorio, come una tassa di scopo, e per fare in modo che l’urbanizzazione abbia ricadute positive sul territorio stesso.
D’altra parte - conclude il Sindaco - non si tratta di un onere particolarmente pesante, per chi fa già importanti investimenti, e, al contrario di quanto avverrebbe per una tassa di scopo, non colpisce indistintamente la popolazione, ma solo chi movimenta già forti capitali.
E si possono prevedere modifiche ed esenzioni per particolari tipi di costruzioni. L’attuale politica regionale sugli oneri di urbanizzazione è molto schiacciata verso il basso, e questo impedisce ai Comuni di utilizzare questo strumento all’interno di una politica del territorio, favorendo di fatto il mattone rispetto all’integrazione territoriale».
I dati, in effetti, sono significativi: Genova può contare su entrate in conto capitale derivanti da nuove costruzioni, per concessioni edilizie, equivalenti a una media di 611 euro annui per abitante, contro i 909 di Torino e 1296 di Milano. Scomponendo questi dati si evidenziano altri aspetti importanti: gli oneri per i servizi privati (che comprendono ad esempio le case private e servizi connessi, ecc.) sono di 104 euro a mq.; ancora più bassi per l’industria (55,6 euro a mq). La competenza è della Regione. La situazione attuale risulta non equilibrata, perché, mentre le tariffe regionali sono ferme al 95, aggiornate solo secondo gli indici Istat, il valore degli immobili è ovviamente molto aumentato, e altrettanto sono aumentati i costi delle opere.
Per quanto riguarda il cosiddetto “scomputo”, cioè la sostituzione degli oneri di urbanizzazione con opere di pari valore, il Comune, per quanto è nelle sue facoltà, già non consente sempre tale transazione; quando la consente le opere ammesse vengono attentamente verificate, e viene sempre effettuato un ribasso dei prezzi.
«La leva finanziaria degli oneri di urbanizzazione - continua Marta Vincenzi - è importante in una regione molto “costruita” come la nostra. In questo momento non porta risorse adeguate ai Comuni. Invece potrebbe rivelarsi un modo utile per autoprodurre quote di finanziamento, finalizzate a destinare risorse agli interventi per la tutela del territorio, come una tassa di scopo, e per fare in modo che l’urbanizzazione abbia ricadute positive sul territorio stesso.
D’altra parte - conclude il Sindaco - non si tratta di un onere particolarmente pesante, per chi fa già importanti investimenti, e, al contrario di quanto avverrebbe per una tassa di scopo, non colpisce indistintamente la popolazione, ma solo chi movimenta già forti capitali.
E si possono prevedere modifiche ed esenzioni per particolari tipi di costruzioni. L’attuale politica regionale sugli oneri di urbanizzazione è molto schiacciata verso il basso, e questo impedisce ai Comuni di utilizzare questo strumento all’interno di una politica del territorio, favorendo di fatto il mattone rispetto all’integrazione territoriale».