L’intensa giornata di Legambiente a Genova si chiude con un doppio appuntamento pomeridiano: tavola rotonda sui temi della sicurezza urbana e la premiazione dei Comuni virtuosi nel rispetto delle logiche urbanistiche di rispetto dell’ambiente, risparmio energetico, sostenibilità e trasporti.
Apre i lavori l’intervento del sindaco Marta Vincenzi, che sottolinea come l’esperienza di Genova, in prima linea nel contrastare i provvedimenti populistici in tema di sicurezza sbandierati dal governo, insegni che «le amministrazioni devo essere capaci non solo di intervenire, ma anche di creare lo spazio per far germogliare i cambiamenti dal basso: quello che in questo sta succedendo al Cep, è un esempio di tutto questo: decine di abitanti che si uniscono per aumentare la qualità della vita, la coesione tra le persone, valicando le differenze, e rendendo automaticamente più sicuro quel territorio».
Prende la parola Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, che ribadisce quanto affermato dal rapporto annuale stilato dalla sua associazione: «Esiste una situazione di stallo, ma non è solo colpa della mancanza di soldi; mancano le idee e forse la volontà di portare avanti delle politiche progressiste in tema di ambiente. La domanda fondamentale – sottolinea con chiarezza – dovrebbe essere che tipo di città vogliamo e quale idea di città abbiamo». Accade, infatti, che in Italia, a differenza di altri contesti europei, si ragioni ancora le vecchie logiche costruttive, accantonando quello che deve essere una componente fondante delle nostre città: la Bellezza. «Abbiamo perso il senso del Bello, che invece dovrebbe essere parte del progetto del nostro futuro – ribadisce Dezza – non dobbiamo fermarci, ma non dobbiamo dimenticare il lato umano delle nostre vite».
«Un obiettivo, sia per la sicurezza urbana che per la sostenibilità ambientale, deve essere il cambiare l’approccio all’utilizzo dell’auto privata». A dirlo è Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, che continua: «La mobilità nei centri urbani è fondamentale per la sicurezza delle persone, e in questo senso il trasporto pubblico deve essere impulsato a crescere, svilupparsi, trasformarsi, per creare una alternativa valida e competitiva alle automobili».
Bernardo del Bernardinis, presidente di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, va subito al cuore della questione: «Bisogna essere in grado di governare gli interessi, servendosene per il bene comune. In Italia sembra mancare un modello urbano, ed è per questo che la mancanza di risorse non può essere la scusa per l’immobilismo delle idee».
Chiude i lavori Roberto Bertolini, Chief Scientist dell’OMS, che prova a racchiudere nel suo intervento quanto sentito dagli altri relatori, segnando una sorta di traccia da seguire: «Negli ambienti urbani, esistono delle realtà complesse e complessive, che richiedono una risposta, una progettualità altrettanto complessa e determinata. Bisogna avere le competenze per analizzare le situazioni, sapere ascoltare i cittadini, destinatari e fautori delle scelte legate al tessuto civico, facilitarne e promuoverne le libere iniziative, evitando quindi politiche populiste finalizzate al ritorno elettorale. Un direttiva attraverso la quale costruire il futuro delle nostre città – chiosa – deve essere la tematica della salute dei cittadini: è la logica più importante per lo sviluppo della città».
Terminati i lavori, vengono premiate le rappresentanze delle città giudicate migliori dai parametri di Legambiente e AmbienteItalia, tra cui anche la nostra Genova, terza tra le grandi città del paese in termini di verde, trasporti e politiche amministrative finalizzate a migliorare la qualità della vita, di tutti.
Apre i lavori l’intervento del sindaco Marta Vincenzi, che sottolinea come l’esperienza di Genova, in prima linea nel contrastare i provvedimenti populistici in tema di sicurezza sbandierati dal governo, insegni che «le amministrazioni devo essere capaci non solo di intervenire, ma anche di creare lo spazio per far germogliare i cambiamenti dal basso: quello che in questo sta succedendo al Cep, è un esempio di tutto questo: decine di abitanti che si uniscono per aumentare la qualità della vita, la coesione tra le persone, valicando le differenze, e rendendo automaticamente più sicuro quel territorio».
Prende la parola Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, che ribadisce quanto affermato dal rapporto annuale stilato dalla sua associazione: «Esiste una situazione di stallo, ma non è solo colpa della mancanza di soldi; mancano le idee e forse la volontà di portare avanti delle politiche progressiste in tema di ambiente. La domanda fondamentale – sottolinea con chiarezza – dovrebbe essere che tipo di città vogliamo e quale idea di città abbiamo». Accade, infatti, che in Italia, a differenza di altri contesti europei, si ragioni ancora le vecchie logiche costruttive, accantonando quello che deve essere una componente fondante delle nostre città: la Bellezza. «Abbiamo perso il senso del Bello, che invece dovrebbe essere parte del progetto del nostro futuro – ribadisce Dezza – non dobbiamo fermarci, ma non dobbiamo dimenticare il lato umano delle nostre vite».
«Un obiettivo, sia per la sicurezza urbana che per la sostenibilità ambientale, deve essere il cambiare l’approccio all’utilizzo dell’auto privata». A dirlo è Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, che continua: «La mobilità nei centri urbani è fondamentale per la sicurezza delle persone, e in questo senso il trasporto pubblico deve essere impulsato a crescere, svilupparsi, trasformarsi, per creare una alternativa valida e competitiva alle automobili».
Bernardo del Bernardinis, presidente di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, va subito al cuore della questione: «Bisogna essere in grado di governare gli interessi, servendosene per il bene comune. In Italia sembra mancare un modello urbano, ed è per questo che la mancanza di risorse non può essere la scusa per l’immobilismo delle idee».
Chiude i lavori Roberto Bertolini, Chief Scientist dell’OMS, che prova a racchiudere nel suo intervento quanto sentito dagli altri relatori, segnando una sorta di traccia da seguire: «Negli ambienti urbani, esistono delle realtà complesse e complessive, che richiedono una risposta, una progettualità altrettanto complessa e determinata. Bisogna avere le competenze per analizzare le situazioni, sapere ascoltare i cittadini, destinatari e fautori delle scelte legate al tessuto civico, facilitarne e promuoverne le libere iniziative, evitando quindi politiche populiste finalizzate al ritorno elettorale. Un direttiva attraverso la quale costruire il futuro delle nostre città – chiosa – deve essere la tematica della salute dei cittadini: è la logica più importante per lo sviluppo della città».
Terminati i lavori, vengono premiate le rappresentanze delle città giudicate migliori dai parametri di Legambiente e AmbienteItalia, tra cui anche la nostra Genova, terza tra le grandi città del paese in termini di verde, trasporti e politiche amministrative finalizzate a migliorare la qualità della vita, di tutti.