La penna è stata
più forte della spada

Il Segretario dell'Associazione Ligure Giornalisti-Fnsi ricorda il ruolo della stampa durante il G8: di garanzia di una corretta informazione, di indagine e di denuncia di quanto ha scoperto, visto, pubblicato. Pagando con minacce, pestaggi, arresti. L'indimenticabile monito del Presidente Ciampi: «Tenete la schiena dritta!»

Testo Alternativo
La penna più forte della spada. Era stata la definizione presa a prestito per titolare la pubblicazione realizzata dall'Associazione Ligure dei Giornalisti-Fnsi sul G8 nell’autunno del 2001. Dieci anni dopo quel titolo vale ancora di più, per tutti questi anni e per come la categoria (ormai, finalmente, ex corporazione) si è mossa.

E nel suo insieme ha saputo muoversi, prima, durante e dopo il G8. Non solo per avere assistito oltre 1.300 free lance iscritti e no, all’ordine professione e per avere condiviso e aiutato, dove possibile, il ruolo di media-attivisti di molti giovani “reporter” (il cui lavoro è stato spesso usato come fonte dai media tradizionali) o per la cinquantina di giornalisti feriti, rapinati, pestati da manganelli o violenti della piazza, arrestati (fra i quali Loreno Guadagnucci e due colleghi tedeschi). Ma, soprattutto, per come si è stati, come Fnsi e Ordine professionale, nelle strade (nessuno era in distacco sindacale, si lavorava e si faceva anche tutela dei colleghi) e come si è fatta informazione.

Il caso Diaz: con Attilio Lugli presidente dell’Ordine della Liguria, dopo la notte allucinante di via Battisti, alle prime ore del mattino successivo fummo i primi a presentarci in Procura, deponendo come testimoni e portanto tre colleghi testimoni diretti del blitz nella scuola.
La vicenda Bolzaneto: è stata la costanza di Marco Preve, collega de la Repubblica di Genova, ha fare saltare, per primo, il tappo su quell’ulteriore violazione dei diritti. Non abbiamo fatto sconti a nessuno: le immagini e il dossier presentato alla Procura ha consentito di individuare alcuni manifestanti dell’area violenta (ma di black bloc, dieci anni dopo, negli atti di indagine non c’è stato uno straccio di nome) responsabili di aggressioni, rapine e lesioni nei confronti di fotogiornalisti e video operatori. I pochi rimborsi dei danni subiti ce li siamo pagati con la solidarietà della categoria (Ordine e Sindacato) e un fondo creato dalla Provincia di Genova. Anche perché molti di noi furono denunciati e perseguiti (assolti) per “diffusione di notizie false e tendenziose”.

Il sindacato ligure dei giornalisti e l’Ordine ligure nel 2002 vennero premiati con il riconoscimento di San Vincent, consegnato dall’allora Presidente della Republica, Carlo Azeglio Ciampi: lo stesso che indirizzò un messaggio chiaro per l’informazione (tenere la “schiena dritta”, sempre). Ricordo la sua stretta di mano: “Mi raccomando, mi disse, conservate sempre la vostra onestà intellettuale”.
Le motivazioni delle sentenze, le affermazioni recenti del procuratore generale Luigi Di Noto, quelle di questi giorni dell’ex presidente della Corte di Appello Vincenzo Sinagra e, soprattutto, del presidente emerito della consulta, Valerio Onida, hanno confermato che la penna è stata pù forte della spada.

I processi e le sentenze, le loro motivazioni (tutte, ivi comprese quelle sulle violenze di piazza) hanno confermato le cose scritte e anticipate dai media, indagate e documentate dai media attivisti, approfondite, verificate e certificate da anni di indagini e poi di processi.

La legalità, il rispetto delle regole, uno Stato e una Repubblica degna di queste nome e della propria storia non sono di destra, centro o sinistra. Sono di tutti noi e la libertà di stampa di tutti. Per anni ci è stato detto da capi della polizia, ministri e loro portavoce che la notte della Diaz parlarono di ferite pregresse e sugo di pomodoro sui muri della scuola, che era stata colpa di alcune mele marce. Indubbiamente è stato un bel “cesto”. Nel nostro cesto c’è stato chi, nelle diverse opinioni e culture professionali dei vari giornalismi, ha lavorato seguendo il proprio istinto, vocazione, idea. Alla fine la penna ha avuto ragione della spada anche nel nostro mondo.
Genova, 21 luglio 2011
Ultimo aggiornamento: 22/07/2011
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